PIXEL
Vittorio Bacelli
E dal fiore giapponese alla coscia
di rana
galvanizzata, bisognerà dormire a lungo
prima daccorgersi del cambiamento.
(Breton - Eluard)
Lannuncio
in rete è particolarmente esplicito occhi verdi,
rossa, giovane, bella e disponibile.
Digito la richiesta dimmagine e giungono alcuni particolari
graziosamente invitanti, chiedo allora lindirizzo e lho
subito assieme ad un numero di cellulare.
Ma il nome della strada mi dice poco o niente, chissà perché
non riesco mai a memorizzare le strade della mia città?
Mi collego al sito delle mappe, digito lindirizzo e dopo
qualche avvicinamento, mè subito chiara lubicazione
di quella strada di periferia.
Il giorno successivo, nel primo pomeriggio, mi reco allindirizzo
lungo una via di periferia che costeggia il vecchio tracciato
ferroviario.
Fermo il modulo nel parcheggio del fabbricato - un fatiscente
esempio dedilizia popolare del XX secolo - e chiamo col
cellulare.
- Ho visto lannuncio.
- Dove sei?
- Proprio sotto casa tua.
- Sali allora.
- Ma non so quale campanello suonare.
- Cè scritto Raoul.
- OK! Arrivo.
Adesso so qual è il campanello giusto, suono, il portone
sapre ed inizio a salire le buie scale.
ti piace il sesso a pagamento, brutto porco
Cazzo, ricomincio anche a sentire le voci, eppure è già
un bel po che non mi faccio, ma ci penserà il mio
strizzacervelli a chetarle del tutto.
Arrivo sulla porta e lei, rossa di capelli mi aspetta lì
impalata al secondo piano avvolta in una vestaglia
..ma quale
vestaglia, è un accappatoio rosa.
Sarà uscita ora dal bagno?
ma quale bagno, sta troia se ne fa uno dietro laltro
e figurati se ha tempo per fare il bagno
Entro in un piccolo appartamento in penombra; camera con luci
soffuse rosse.
Mentre si sfila laccappatoio ed inizio a spogliarmi la mente
mi fa strani giochi e vaga su una lettera inviata alla rivista
Penthouse nel novembre del 72 da un lettore.
E la lettera -citazione con la quale sapre il romanzo
dr.Adder quello che nessuna casa editrice voleva pubblicare.
porco e fuso, fuso e porco
Anchio sono favorevole a che la vostra rivista ospiti
immagini di donne mutilate. Le donne con un braccio solo e soprattutto
quelle con una sola gamba offrono uneccitazione unica, e
un servizio fotografico con belle ragazze mutilate sicuramente
sarebbe gradito ai lettori
Cazzo ma che mi viene in mente? Rimugino mentre sono alle prese
coi lacci delle scarpe che non ci pensano neppure di farsi sciogliere.
dovevi venire con una motosega se sono questi i tuoi gusti
attuali
Scaccio lintruso pensiero dalla mente, questo alter ego,
o fondo-voce da ex tossico mha proprio rotto i coglioni,
io sì che ora mamputo questa parte di cervello.
Con la mano scaccio virtuali moscerini ed anche folli idee, lei
intanto sè già spogliata ed è seduta
sul letto ad aspettarmi.
Finalmente mi libero dalle scarpe e finisco di svestirmi mentre
losservo nella penombra rossa che sembra farsi di sostanza
densa, cè anche una musichetta in sottofondo che
prima non avevo notato.
Sono nudo accanto a lei quando mi sembra che la sua gamba sinistra
sia ora amputata e sul moncherino della coscia, attraverso laria
che sè fatta sempre più nebbiosa, quasi densa,
scorgo un tatuaggio:
Ma non è la testa di un serpente fatta con penne a sfera
e spille come quello delle puttane del dr.Adder; rappresenta una
formica, perché una formichina?
sei fuso, andato completamente, dai tira fuori la motosega
e poi con la biro e le spille falle il lavoretto
e poi guarda
che non è mica una formica
.
E una formica, ed è ben fatta, è un lavoro
professionale e non casereccio; osservo più attentamente
il tatuaggio che si trova sul moncherino e mi accorgo che adesso
è anche su una sua spalla.
Lei intanto completamente ignara dei miei voli, ha iniziato a
succhiarmelo professionalmente e prima o durante, borbotta qualcosa
sul fatto che il sole se ne è nuovamente andato.
come te, bello mio
Si lamenta del sole partito, ma qui è quasi buio, che cazzo
se ne fa del sole questa qui.
Intanto le sue carni mi sembrano avvizzite, ma poi tutto torna
normale, anche il moncherino più non cè ed
al suo posto trovo una giovane flessuosa gamba, integra come laltra.
Mi sdraio del tutto sul letto e mi lascio fare.
- Ci connettiamo con linduttore o lo facciamo al naturale?
- Al naturale, ne ho piene le palle dei marchingegni virtuali.
- Come preferisci.
- Ma come ti chiami?
- Tatiana.
E mi suona falso, mi sto chiedendo se non sia Giuliana, una battona
che ho sbattuto qualche volta anni addietro.
Tatiana un cazzo! ti sei accorto anche tu, vero, chi è?
Che palle le voci! Ma una volta non le sentivano solo i santi?
Comunque questa è Giuliana, e ora glielo chiedo
E sè amputata per più piacere, il tatuaggio
però non torna, non è quello giusto, avrebbe dovuto
essere una testa di serpente e fatto a mano con penna biro e spilli.
Le lascio un centone sul letto, perché mi sembra che abbia
finito.
- Fermo! Che fai?
-
..
- Non si mettono i soldi sul letto!
- Per ligiene?
- No cretino! Portano sfiga.
- Non lo sapevo, non succederà più.
- E velocemente riprendo il centone e lo poso sul comodino.
Lei parla, parla, ma non la seguo, voglio chiederle se è
Giuliana, ma non mi riesce, e dopo mi accorgo che neppure mi frega
e mi ritrovo vestito di tutto punto fuori sul pianerottolo con
la porta che si chiude mentre lei mi da un bacio sulla guancia
e:
- Torna presto, amore.
Secondo me è Giuliana, scendo le scale, risalgo sul modulo,
sono seduto davanti alla consolle pronto per partire, ma ho un
presentimento: mi sbottono in fretta i pantaloni e guardo la mia
coscia sinistra.
Lo sapevo! Cè tatuata una (formica?)
Mi
rimetto a posto i pantaloni e scendo dal modulo, vado verso il
portone, voglio risalire ed avere spiegazioni.
Ma il portone non è lo stesso e la fila dei campanelli
è diversa e con nomi sconosciuti, la maggior parte dei
quali sono scritti in arabo, solo il numero civico è quello
giusto.
Brutta troia amputata e anche araba mormoro tra me
e me mentre metto il moto.
.la prossima volta, dammi retta torna con la motosega
Mi sa che darò retta allalter ego, la prossima volta.
.e falle il lavoretto
Mi ritrovo pure un tattoo, ma è una formica?
Formica, non formica, so un cazzo, comunque sempre uno schifosissimo
insetto è.
Vittorio Baccelli è nato
a Lucca nel 1941, ha conseguito una laurea in lettere presso lUniversità
degli Studi di Pisa, libera laurea in Scienze Umane e Sociali
presso la Città studio di Urbino, Master in Scienze biomediche
con la Pacific Western University di Los Angeles. Attivo nel mondo
dellarte fin dagli anni 60, è poeta, scrittore e
collagista.
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