La trasmissione


Colm Tóibín



"Oberon, ah, che visione strana!
D'un ciuco ero nel sogno innamorata."

Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate



Avevo pubblicato il mio primo romanzo. Era intitolato The South. Impegnato nel mio primo tour, mi trovavo a Boston. Secondo il programma dovevo partecipare a una trasmissione televisiva, e così mi ritrovai truccato, pronto per andare in scena, seduto in una stanza in attesa di essere chiamato in studio. La trasmissione era in diretta, e quando guardai il monitor vidi che Norman Mailer era già in onda.
"Ma quello è Norman Mailer!" dissi alle due donne che erano nella stanza con me. "Da non crederci! "
Non ricordo come capii che una delle persone davanti alle quali avevo manifestato il mio entusiasmo eccessivo era la signora Mailer. Era molto bella e molto distaccata. Aveva una carnagione perfetta. Fissò lo schermo, impassibile.
"Vado in onda dopo di lui?" domandai all'assistente di produzione.
"Sì, subito dopo" rispose.
Sorrisi alla signora Mailer come a dirle che eravamo nella stessa barca, ma lei continuò a fissare placidamente il marito che parlava, con il meraviglioso viso segnato che riempiva lo schermo e le braccia che gesticolavano.
Il tempo passò. Continuammo a guardare in silenzio. Sapevo che la trasmissione durava ventinove minuti. Dopo quindici, Mailer stava ancora parlando del Parco dei cervi. Poi fu il turno di Marilyn e dei Kennedy. Sorrise, rise, scosse le spalle, interruppe le domande. A venticinque, stava parlando del Canto del boia.
"Non si preoccupi" mi disse l'assistente di produzione, "stia calmo. Presto toccherà a lei. "
A ventisette minuti e mezzo, mi spinsero subito dopo Norman Mailer e mi fecero sedere sulla sua poltrona, mi microfonarono mentre la telecamera inquadrava il conduttore che teneva alzata una copia del suo ultimo libro.
La poltrona su cui era stato seduto Mailer era ancora calda. Pensai al culo di Mailer, lo immaginai piccolo e muscoloso e forte, peloso ma non grasso, con i peli grigi che si facevano scuri verso lo spacco profondo. Il calore del suo culo mi penetrava mentre dicevo qualche parola sul mio libro, e la trasmissione finì ancor prima che si fosse affievolito.
Trovai Mailer di là che si infilava il cappotto. Posai il mio libro sul tavolo mentre allungavo la mano per prendere la borsa. Lui guardò il libro. Mi chiesi se fosse il caso di dirgli quanto ammiravo la sua opera, che Le armate della notte e Miami e l'assedio di Chicago, con il loro tono travolgente e impetuoso, mi avevano instillato il desiderio di diventare giornalista, ma anche che secondo me Il canto del boia era senz'altro un capolavoro, e la voglia costante che quel libro mi aveva fatto venire era di rileggerlo daccapo.
"Lei è irlandese" disse contemplandomi con il suo sguardo limpido.
Annuii. Scrutò di nuovo il libro. Mi domandai se mi avrebbe chiesto di dargliene una copia. Mi domandai se fosse il caso di offrirgliela io stesso. Avevo impiegato anni a scriverlo.
"The Outh" disse con aria di approvazione toccando la copertina.
"No" dissi quasi senza fiato, "The South."
Lui assunse un'espressione perplessa. Abbassammo entrambi lo sguardo sulla copertina.
Il grafico aveva realizzato una bellissima "S" in un colore e un carattere diverso da "o-u-t-h" tanto che le ultime quattro lettere si stagliavano perfettamente nitide contro lo sfondo azzurro, mentre la prima era più indistinta. Feci scorrere il dito lungo la "S" per mostrargli che c'era. Lui sorrise mestamente.
"Quindi non è The Outh?" Il suo tono era divertito, rilassato, caldo. Sembrava che gli piacesse pronunciare la parola "outh": le aveva impresso un suono prolungato e ammaliante e ora il suo riverbero indugiava in lui sotto forma di un pigro sorriso.
Cominciò a girarsi. La moglie lo stava aspettando.
"Credevo fosse una parola irlandese" disse.
Quindi si alzò e andò via. Fissai con decisione il suo culo mentre raggiungeva la porta. Era esattamente come lo avevo immaginato, e ancora di più. Infine sparì.





(Tratto da Le umiliazioni non finiscono mai, a cura di Robin Robertson, Guanda editrice, Parma, 2005)


Colm Tóibín č nato in Irlanda nel 1955. Ha scritto i romanzi Sud (Fazi, 1999), vincitore dell'edizione 1991 del Premio First Novel dell'"Irish Times", The Heather Blazing, vincitore dell'edizione 1992 dell'Encore Award, Storia della notte (Fazi, 2000) e Il faro di Blackwater (Fazi, 2002). Vive a Dublino.


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