In viaggio per Djerba


Dario Marini



PERCHÉ HAI ACQUISTATO I RASOI A GETTARE WILKINS?

Era lo straniero (inglese) di una squadra di calcio italiana negli anni ottanta. Mr. Winkins scontò due sfighe: giocare in una squadra di merda e avere come secondo straniero, Luther Blisset. Wilkins calciava vere e proprie rasoiate, che finivano dove e quando aveva precedentemente stabilito: sulla punta del piede di qualche compagno. Non era molto alto di statura e giocava a centrocampo, quando a fine campionato gli annunciarono che non sarebbe stato riconfermato, pianse, dopo una partita, negli spogliatoi di San Siro.

Voleva sapere perché faccio uso dei suoi stramaledetti rasoi?
Ora lo sa.
WILKINS SWORD
VIA CALDAIA, 21
MILANO

Stimato dott. Lama, finalmente un passo nella direzione giusta: istituire un concorso a premi per chi acquisti una confezione delle lamette da barba da Lei prodotte.
Lo so che i termini di partecipazione al concorso sono scaduti da un anno. Non importa. Il questionario allegato alla confezione - certamente frutto di una sagace politica di marketing - stimola le più acute riflessioni sull'argomento; bazzecole che accompagnano le mie giornate da qualcosa come quarant'anni e che premono per uscire alla luce.
Nell'elenco di domande sugli usi e costumi d'ignoti e sprovveduti clienti, vedo il germe di ciò che La distruggerà.
Ed è per questo che nonostante i fortunati vincitori del concorso, siano già in viaggio per Djerba, ho deciso di completare il questionario da Lei proposto, seduto al Bar delle Zattere, baciato dal pallido sole di ottobre, mentre Moira è corsa a comprare una nuova confezione delle Sue lamette da barba.
Un po' allegramente, promette basteranno pochi minuti per completare questa - mi perdoni - lista della spesa. Mi consenta, invece, di scendere più in profondità, di collocare sonde tanto capaci da rivelare strati su strati di conoscenze andate perdute.
Ho appena ordinato una bottiglia di Prosecco, Moira avrà il suo da fare allo spaccio e non intendo muovermi da questo tavolino, fino a quando non avrò terminato, o fino a quando non verranno a cacciarmi via, cosa che reputo alquanto improbabile.
Afferma che i pochi minuti che Le dedicherò, ci consentiranno di diventare amici per la pelle. Va da sé che trovo il gioco di parole alquanto disgustoso e quasi mi sento mancare, ma poi mi riprendo pensando al gioco che La perderà. In quanto responsabile della campagna pubblicitaria, avrà preparato tutto nei minimi particolari, a partire dai sacrifici alle divinità dei Codici a Barre; ma cosa possiamo contro i colpi che ci distruggono, quelli di cui non sappiamo individuare la provenienza o meglio, quelli la cui provenienza ci rende attoniti, increduli ad ammettere che è proprio di lì, proprio da questa parte che nasce la nostra rovina...
Quanto al resto, stimato dottor Lama, confido che ultimata la presente, sarà pronto a precedermi all'inferno, luogo dal quale sicuramente proviene...


QUALE MARCA DI RASOIO A GETTARE USI ABITUALMENTE?

* wilkins
* tric a trac
* laudrette
* l'altro

Il mio nome è Josè. Josè Rorai. Il I° marzo dell'anno prossimo compirò 71 anni. Abito alla casa per anziani della comunità israelitica di Venezia, il mio numero di telefono... non credo le servirà, ma se così fosse, può chiamare qui dove sto adesso, al bar delle Zattere mi conoscono tutti. Lasci pure un messaggio (quale messaggio potrebbe mai lasciare... brucio? Sto andando alla malora?) mi verrà riferito.
Vengo spesso in questo locale, mi piace la luce che il sole proietta nel pomeriggio. A volte cammino fino all'Arsenale, specie quando ci sono le giostre e le baracche dei dolciumi; spesso sono da solo, a volte Moira mi accompagna.

Moira (età variabile dai trenta ai quarant'anni), è la donna con cui divido questo lento respirare dei giorni. Sposata con il mio migliore amico, due figli (maschi), lavora nello studio legale del padre con il quale va d'amore e d'accordo. Il motivo per cui scopo con mia nipote, con una donna che potrebbe essere mia nipote, è che so come trattarle le donne, io, oltre al fatto che Moira ama collezionare cavallucci a dondolo e quando non sono depresso, m'illudo di essere il primo della collezione.

DOVE ACQUISTI IL RASOIO CHE ABITUALMENTE USI?

* ipermercato
* minimarket
* supermercato
* altro

In verità le lamette servono a Moira, nel senso che correndo in bicicletta - da dilettante - le capita di radersi i polpacci. A questo proposito, ricordo di un giorno che mi venne a trovare e confessò d'essersi data un'aggiustatina ai peli pubici. Il colpo d'occhio era notevole, niente da dire; solo che la ragazza lamentava un persistente prurito e non c'era verso d'ottenere la remissione del fastidioso inconveniente.
Quanto a me, non uso lamette da barba, mi sono lasciato crescere il pelo e non credo tornerò in futuro su questa decisione. Ho trovato una risposta alla domanda che mi tormenta fin dalla tarda adolescenza: perché l'uomo si rade la barba? e in sottordine: perché tutti i giorni?
Convengo si tratti di una domanda banale, pensi però ai grandi progressi dell'umanità, ottenuti proprio in risposta a quesiti banali come il precedente.
Nel questionario da Lei suggerito, si badi bene, questa domanda non compare, ma essa grida, urla, stride tra le righe, emerge fra le pieghe a mo' di fantasma.

COME SEI SOLITO RADERTI?

* da solo
* dal barbiere

Ma come è potuto accadere, in virtù di quali avvenimenti, a fronte di quali mirabili argomenti? Come una deficienza linguistica? O come una spossatezza grammaticale? Come deriva della ragione? O più semplicemente come un analfabeta di ritorno?
La prego, mi dica il come!!
Come sono solito radermi?
Con la mano sinistra, con l'introduzione al secondo atto della Manon Lescaux (Puccini), con il mal di pancia, con la mano che trema, con una pupa che per intanto, come per magia, per non saper tanto leggere come scrivere, mi fa il contropelo. Ma in nessun modo da solo e tanto meno dal barbiere.


Come sei solito raderti...
* Come un palloncino all'azoto.
* Come Lei, stimato dottor Lama: come esperto pubblicitario dovrà darmene ragione! E poi prima le ho mentito, mentito spudoratamente; la verità è che mi rado così a casa come dal barbiere.
* Come se, come quasi, come se i compilatori di questo mirabile questionario, si fossero bevuti il cervello.
* Lo farei, ma non so il come (compilatore).


Ma tornando a cose più serie, scarterei l'opzione radersi dal barbiere, per la semplice ragione che a) è troppo caro, b) lo stesso Figaro non gradisce: dice che il rischio non vale la candela. La solita paranoia da Aids... Quindi è bene, è meglio che il cliente si arrangi come meglio ritiene.
Per inciso, provai pure a farmi radere da Moira. Non funzionava. La donna era diligente, precisa, efficiente, nonché premurosa. Ma non funzionava. Perché? Rovinava - per ora dirò solo così - un certo senso della rappresentazione.
Resta quel da solo, come un naufrago nell'oceano.
Ma siamo proprio soli quando ci radiamo?
Rispondo sì e no, contemporaneamente.

SE TI RADI DA SOLO, ABITUALMENTE USI?

* rasoio a gettare
* rasoio a lame ricaricabili
* rasoio elettrico
* rasoio con lama a doppio taglio
* altro_______________

Il rasoio elettrico mi fu regalato nel secolo precedente. Lo usai per qualche tempo, poi lo smisi, poi lo tornai a usare, infine si ruppe. Ora sta nel museo personale dei ricordi, insieme al rasoio a lame ricaricabili, magari di quelli col corpo in metallo, che fa tanto miracolo economico e prima casetta al mare.
Del rasoio con lama a doppio taglio, non me ne occupo. Solo i miserabili se ne occupano.
Rimane il rasoio a gettare e qui mi fermo. E' qui la mia trincea.
Segnalo a titolo di curiosità la presenza di un'ulteriore opzione: altro___ mi rado col coltello da cucina. Non mi rado, sono in cura chemioterapica...

USANDO IL RASOIO A GETTARE OGNI QUANTO TI RADI?

* ogni giorno
* a giorni alterni
* altro

Quando mi radevo, lo facevo una volta la settimana, o forse anche di meno, comunque non più di una volta la settimana. Come vede, già allora sarei rientrato nel tipo di risposte altro, quelle bizzarre, a sorpresa, quali: i giorni dispari, quelli pari, dopo il tramonto, prima dell'alba, mai di sabato e così via.
Lo vede anche Lei che non se ne esce... preferisco tornare a quel da solo, quanto mai luogo dell'origine.

INDICA IL NOME E L'INDIRIZZO DEL PUNTO VENDITA:

* Per chi mi prende, per un delatore?

Prenda me per esempio: crede sia solo in questo momento? Seduto al bar delle Zattere, aspetto che torni Moira con la confezione di lamette. Stasera ci dedicheremo al Giardino Zen. La bottiglia di Prosecco volge al vuoto e sto leggendo La cosa Buffa di Giuseppe Berto. Non ci trovo niente di buffo: ciarpame anni quaranta, primi anni cinquanta. Nella copertina dell'edizione economica - compro solo edizioni economiche di autori morti - campeggia un cantante pop italiano anni '60 e un'attrice di teatro, in gondola: Dio abbia pietà del grafico che curò la copertina, amen.

C'è una turista tedesca al tavolo di fronte - l'ho sentita parlare con l'amica - si sta toccando i genitali e mi studia socchiudendo gli occhi, come un gatto guarda i colombi, all'uscita della rosticceria in piazza Goldoni.
Le sembro solo? Le paio da solo?
Come se non bastasse, il gatto di piazza Goldoni, mi fa tornare alla mente la povera mamma, deportata in Germania in qualità di lesbica-ebrea e di là non più tornata. Ricevemmo un biglietto, di quelli che vengono applicati alle valigie nei depositi bagagli delle stazioni, spedito da Berger- Butsen. Il testo di una sola parola: Ritirata. Le sembro solo?

Anche il nonno si radeva di tanto in tanto e ci metteva un sacco di tempo. Non potrei dirle esattamente quanto tempo, perché allo scoccare della prima ora mi stancavo di aspettare - dovevo far la pipì - e andavo a farla da un'altra parte.
Un giorno - me lo raccontò lui stesso - venne la Morte a richiederlo, proprio mentre si stava radendo. Gli disse... per gli increduli aggiungerò alcuni particolari chiarificatori: la Morte in realtà era il Morte - nonno di questo sembrava piuttosto sicuro - e se vi è capitato di vedere il Settimo sigillo, di Ingmar Bergman, beh, è molto simile alla descrizione che mi venne fatta, il tutto senza ansie metafisiche né inutile ritenzione di sperma. Insomma gli disse:
"..." (silenzio)
"Buon giorno!" (continuando la rasatura)
"Sei pronto? (impaziente)
"Mi sto facendo la barba." (sornione)
"Aspetterò in cucina." (si siede al tavolo in cucina, s'infila in testa il Panama del nonno e si versa del vino da un bottiglione. Più tardi: meno sobrio e più esasperato, si affaccia nuovamente alla porta del bagno .)
"Perché ci metti tanto?" (come una rasoiata)
"Potrei tagliarmi, devo fare attenzione." (cantilenante)
"Vabbé, ripasso" (risentito/a)

Le sembro solo?

NORMALMENTE UTILIZZA RASOI A GETTARE ACQUISTATI PERSONALMENTE?

* Normalmente non acquisto nulla personalmente e assolutamente mai nulla di personale. Nella fattispecie, per quanto riguarda le lamette, mi par d'aver già detto che è una faccenda di cui si occupa Moira.

QUANTE VOLTE UTILIZZA IL RASOIO A GETTARE PRIMA DI BUTTARLO?

* Anche questa è una domanda che dovrebbe rivolgere a Moira. Spero si tratti di un numero imprecisato di volte (sette, nove?).


COSA NE PENSI DEL TUO RASOIO A GETTARE WILKINS?

* ottimo
* buono
* discreto
* altro
Scelgo l'opzione altro.
Penso che il nocciolo della questione stia nel fatto che ho sempre odiato restare da solo. E a farmi cambiare idea, non ha certo contribuito la probabile fine di mamma in un forno crematorio; quanto a mio padre, visto che siamo in argomento, non ho mai capito dove fosse finito e comunque non fece nulla per impedire questo fottuto orrore.
Di tutta l'infanzia, ricordo con piacere le favole che la nonna - una pia donna della locale chiesa Battista - mi raccontava la domenica mattina, subito dopo il culto radiofonico delle sette e trenta; preferivo quella di Alessandro Magno alla conquista dell'impero Persiano. Ma il particolare che m'incuriosiva di più - e che nonna non mancava di sottolineare con inimitabile mimica - era quello relativo alla rotta dell'esercito Persiano, incalzato dalle schiere Macedoni. Premetto soltanto che era costume dell'esercito Persiano, viaggiare con parenti ed amici al seguito, insomma: casa e bottega, si direbbe oggi. Per farla breve, la ritirata s'è già trasformata in rotta panica; è proprio allora che tutte le femmine al seguito, si parano davanti alle schiere disordinate dei fantaccini in fuga, mostrando loro i genitali. Questo sì è panico: dietro front e si ritorna a combattere...

Terminato il racconto, nonna disbriga la colazione e si prepara per andare in chiesa. Nulla al mondo varrebbe a farle perdere la funzione delle dieci. Quanto a me, rimango a casa da solo, con tutto il tempo a disposizione per riflettere sulle virtù terapeutiche dei genitali femminili. Un unico divieto: non accendere mai, per nessuna ragione, la radio. Consuma troppa corrente. Posso sempre ammirare la foresta selvaggia dalla finestra della cucina, o giocare con le figurine dei ciclisti: c'è di che scegliere.
Rimasi da solo, o mi ritenni tale, per almeno un altro decennio, fino a quando un mattino facendomi la barba, accadde.
Mi stavo radendo con... il bisturi, quando cominciai a provare una sorta di voglia, di foia incontenibile. Il bisturi penetrava lo strato superficiale di schiuma fino a raggiungere il pelo e a sollevarlo dall'alveo. Più la cosa andava avanti, più mi eccitavo, impossibile tornare indietro, non rimaneva che procedere fino all'acme, all'orgasmo. Un liquido denso, mucoso ed elastico, mi usciva dalla bocca, al sapore... non c'era dubbio, era tri-metil-ammina, più volgarmente nota come succo di fica.
Non sarei più stato solo. Inutile contare sulla faccia da Buddha di là dallo specchio. Bastavano i sensi e le secrezioni del corpo. La domanda giusta da porsi era: come funziona. La risposta: come maschio e femmina. La barba - ne ero sicuro - un attributo femminile, il pelo e la bocca come una vulva, il braccio e la lama la parte maschile. Risultato? Un coito. Prodotti del coito? L'abbondante secrezione vulvo-labiale.
Le sembro solo?
Capirà senz'altro che con queste premesse, mi sarei ridotto allo stato larvale in meno di sei mesi. Continuare a radersi era escluso, non rimaneva che cercare soddisfazioni sostitutive nel mondo esterno.
Moira tra l'altro, ha convinzioni profonde in merito: mi preferisce così con la barba. Mi ha confidato più volte, che un viso sbarbato le ricorda il culetto di un bimbo; lindo, pulito e... asessuato.

Insomma, è possibile vivere senza radersi. E' possibile, conviene e rende. Se la popolazione maschile si radesse... che so, una volta la settimana, usando le lamette... per tre o più rasature, allora Lei dottor Lama, potrebbe cominciare a cercare un nuovo lavoro. Ma soprattutto, soprattutto, del foglio illustrativo concernente un fantastico viaggio a Djerba, potrebbe fare svariati pezzetti e infilarseli - come diceva il vecchio Ernest - nel sedere, fino a quando... non spuntino dalle orecchie.
Con ossequi,
José Rorai.

P.S. La turista teutonica, stanca di stimolarsi i genitali e di ammiccare con gli occhi, come un micio di guardia al canarino, se n'è andata e con lei pure la sua amica. Sfogliando il giornale, ho visto una foto del dittatore cileno, Pinochet: divisa militare, occhiali da sole scuri alla blues brothers, circondato da una ciurma d'avanzi di galera - ho dimenticato di dire che il generale siede a braccia conserte - tutti in piedi e col ghigno feroce. Mi sono inquietato, portano tutti una barba di almeno tre giorni, non vorrei sbagliarmi, ma quella del generale pare arrivare a cinque. Possibile?
J.R.




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