Night Club


Thomas Ruberto


Ci sono donne di strada e donne da night club. Le prime sono economiche e vanno subito al sodo, lasciano i preliminari agli innamorati; le seconde sono sexy e costose e non è detto che si concedano.
Mara è una donna da night club. Il proprietario avrebbe preferito un nome d'arte russo ma lei aveva insistito per Mara. Aveva sentito quel nome in tram mentre andava al lavoro per la prima volta, qualche mese fa. Fuori c'era il buio di una città sconosciuta. Un uomo aveva preso in braccio la figlia prima di scendere, l'aveva baciata sulla guancia e aveva sussurrato il nome soffiandole nell'orecchio. La bambina aveva sorriso per il solletico.
Mara odia i russi. A lei piace pensare che un uomo la prenderà in braccio e la farà sorridere.

Daniel è in fase di decollo, non smette di parlare. Ha finito il secondo cocktail e ha raggiunto la velocità ideale per alzarsi da terra. Paolo lo ascolta distratto, sta pensando ad altro. Oggi, dopo quasi un anno, ha rivisto Elena ed è rimasto scosso dalla sensazione che sentiva attorno, come di qualcosa in sospeso. In passato avrebbero potuto finire a letto, ma non è successo. Daniel sta spiegando il significato dei soprannomi degli amici che erano con lui a Formentera. Parla di un certo Johnny Fashion.
"È convinto di essere un manifesto pubblicitario vivente di Dolce e Gabbana" dice. Paolo gioca con la cannuccia del cocktail: spinge i cubetti di ghiaccio in fondo al bicchiere e poi li lascia salire in superficie. C'era un feeling speciale fra lui ed Elena, ma quando l'ha lasciato andare a fondo non è più risalito.

Mara è appoggiata al bancone di un pub, immobile come un quadro appeso. Fissa gli uomini che entrano nel locale nello stesso modo delle altre ragazze. Cerca di capire se sono interessati a lei e quanto è gonfio il loro portafoglio. Se fiuta qualcosa si avvicina e scodinzola alla maniera di un cane poliziotto che annusa i bagagli in aeroporto. Sorride, struscia il seno contro le braccia dell'uomo e indica il bancone. Arriva perfino a leccargli la faccia. Evita i cocktail e ordina due prosecchi, fa passare la lingua sulle labbra, si tocca i fianchi e dice: "Io sono Mara, e tu?". Poi scarta un complimento preconfezionato per il nome che sente e invita la sua preda al night club a pochi passi dal pub. Dice che quando il night apre potrebbe ballare solo per lui.

Paolo chiede dov'è Formentera.
"Dalle parti di Ibiza" risponde Daniel.
Sa benissimo dove si trova, vuole solo far parlare Daniel e indovinare come ha trascorso la vacanza prima che sia lui a dirlo. Si parte dalle scopate a destra e a manca.
"Anche Formentera è un macello, e se vuoi scopare trovi di tutto."
Un sacco di alcol e qualche droga a buon prezzo.
"Quanto ho bevuto, non hai idea! Un paio di volte abbiamo trovato anche…" abbassa la voce e mima tirando col naso, "coca. Ho impiegato una settimana a riprendermi."
In spiaggia a dormire e a giocare a qualsiasi sport.
"Praticamente l'albergo lo usavamo solo per lavarci. Di giorno dormivamo in spiaggia e se riuscivamo a recuperare un po' di forze giocavamo a pallavolo."
Alle sei di pomeriggio tutto da capo.
"Poi si ricominciava all'ora dell'aperitivo. Una settimana così!"
E via con gli inviti.
"L'estate prossima organizziamo. Una settimana a settembre non costa molto ed è pieno di italiane vogliose… è incredibile!"
Paolo si chiede se Elena ha saltato la fase della Vacanza-sessuale o se l'ha già vissuta. Gli viene in mente la Jamaica per il sesso etnico e Ibiza per le feste in stile college americano.

Le altre ragazze hanno lo stesso obiettivo di Mara, solo che ognuna ha una bellezza diversa per raggiungerlo. Ci sono bionde dell'est europeo, alte e sottili, le gambe come la Tour Eiffel e colori accesi sulle labbra. Ci sono latine alte e formose con linee nere di trucco agli occhi e c'è anche un'italiana sperduta che sembra straniera. Le più giovani non si muovono dal tavolo al centro del locale, fumano in continuazione e scommettono sugli uomini che saranno al night. Forse li scelgono e se li dividono. Le più mature invece preparano il terreno, cercano di conquistare clienti. Camminano col passo lungo come a una sfilata di moda.
Mara non ha mai chiesto se c'è una gerarchia precisa tra le ragazze, ma anche se ci fosse se ne fregherebbe. Secondo lei nel suo lavoro non esistono diritti d'anzianità, ogni ora del giorno e ogni luogo sono buoni per trovare un cliente da portare al night.

L'altro amico di Daniel è soprannominato Molotov, ma a Paolo non interessa ascoltare il perché. Sa solo che oggi Elena era una bomba.
"Pensa te…" dice Daniel dopo aver ordinato un altro cocktail, "ho passato la settimana a cercare ragazze per Molotov… lo conosci Molotov, no? Te l'ho presentato, il tipo che sta facendo pratica nello studio di Barreto…"
"Sì, mi pare" dice Paolo trattenendo uno sbadiglio.
"Ogni sera gli ho trovato una ragazza diversa, ma niente, quando s'impunta… non gli andava una botta e via, c'era la sua tipa che lo chiamava due volte al giorno, così alla fine ci ho pensato io… mica potevano tornare in spiaggia senza cercare di ricordarsi chi si erano fatte!" Paolo ha sentito mille volte storie di vacanze, di soprannomi, di ragazze vogliose. Ancora non riesce a capire perché chi le racconta è convinto che le proprie vacanze e i soprannomi degli amici siano tanto speciali, così tanto da tenere una persona inchiodata al discorso per più di cinque minuti. E poi Molotov che razza di soprannome è? Che senso ha per un ragazzo straborghese che passa le giornate in tribunale a sonnecchiare tra un'udienza e l'altra? Un soprannome del genere per una persona del genere fa venire la depressione agli ultras.
Paolo chiede a Daniel se ha un soprannome.
"No, a me basta il cognome."
Non capisce perché Daniel sorride compiaciuto. È un cognome, niente di più.

Quando una delle ragazze giovani si alza e va in bagno gli uomini trattengono il respiro. Il pub si ferma e non esistono che quelle gambe. Mara fissa un ragazzo in compagnia di un amico per secondi interminabili. Si tocca i fianchi e sorride, le sue labbra si schiudono, ma solo a lei sembrano rose rosse.
Paolo, per educazione, sorride di rimando. La ragazza è splendida ma lui cerca qualcosa da guardare dietro il bancone: la cameriera, le etichette dei liquori, la spina della birra, qualsiasi cosa pur di farle cambiare preda. Vorrebbe addirittura chiedere a Daniel di ricominciare a parlare.
Mara fa una smorfia e digrigna i denti, poi si calma. È sicura che quel ragazzo non sarebbe mai andato al night senza la certezza di finire a letto. E lei a letto ci vuole finire il meno possibile.
Se dovesse scegliere di pagare, Paolo preferirebbe le donne di strada: con loro basta sapere il prezzo. Non ha soldi da spendere in champagne. Si promette che domani telefonerà a Elena: non si sa mai che il feeling possa tornare in superficie.


Thomas Ruberto, classe 1975, vive a Livigno in provincia di Sondrio. Laureato in Giurisprudenza, lavora come giornalista per un periodico locale e per il web. Alcuni suoi racconti sono apparsi nella rivista letteraria on line Fam-Frenulo a mano e nell'antologia Sirene-Le Voci del Mare (Terre di Mezzo Editore, 2004). Sta scrivendo il suo primo romanzo.


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