VISCERE
Jacqueline Spaccini
Da
qualche parte, io so che tu sei me.
Io nata al Nord e tu nel Sud,
tu uomo, io donna,
quel che ci lega non è poesia, né mito.
È
quella rabbia dentro che rabbia non è :
ma l’inquietudine di ritrovarci e di non amarci
se noi stessi avessimo dovuto scegliere noi stessi.
Perché l’amore degli altri ce lo siamo sudato
e sempre cerchiamo conferme
che nessuno può davvero tenere a quel bimbo
che nel cuore siamo rimasti.
Sulle pagine di un quaderno ci rincorremmo,
quando tutto era innocente e bello,
quando la vita non era in gioco
e dolce era perderci nell’anima dell’altro.
Io cemento e tu terra,
tu radici profonde ed io solo aeree,
io intuitiva e tu logico,
tu grave ed io leggera,
io ti amo e tu mi ami.
Ma
il nostro amore non è fatto
di testa, né di cuore o di sesso.
Sorge dalle viscere implodendo
della sua stessa violenza.
È
un amore fatto di umore.
(Amore-tumore, pensi tu.
Amore-tremore, dico io) ;
un terremoto, in definitiva.
Questo solo chiedo alla vita :
non sia tu l’amara deriva.
Jacqueline
Spaccini. È nata
a Villerupt (Nancy, Francia) in un piovoso e intenso aprile
del millenovecentocinquattotto. Crescendo, ha sviluppato
tutto l’amore possibile per gli altri e per la cultura,
quella che è anche dentro un fiore, un sorriso e nello
sguardo profondo di una persona (con una passione-debolezza
smodata, però, per i dizionari). S’è laureata
e dottorata, collezionando i titoli come i libri. Ha scritto
articoli, saggi, novelle e poesie (sorprendendosi talvolta
di vederli pubblicati). Per il suo carattere indipendente – insomma,
di gatto randagio – è riuscita a litigare con
le persone che le avrebbero garantito una – come si
dice ? – decorosa carriera. Così, da brava anima « imperfetta »,
come l’ha qualificata un giorno Predrag Matvejevic,
per mantenersi, di mestiere fa la professoressa di francese,
sperando di non fare troppi danni negli animi dei suoi allievi
e continuando a chiedersi : Who am I ?
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