NON SIAMO TUTTI PAZZI
ANCHE NOI?
Leonardo Boff
Dopo la tragedia dell'11 Settembre certamente tutti si sono chiesti
tra l'indignato ed il perplesso: cos'è dopo tutto l'essere
umano? Com'è possibile tanta barbarie da parte dei terroristi?
Persino da un dottore in ingegneria, formatosi in un'esigente
università tedesca? Sarebbero tutti dementi, questi? Per
non disperare abbiamo bisogno di restare lucidi. A stento, anche
dinanzi alla reazione scandalizzata della ragione analitica, urge
ammettere che l'essere umano, ipercomplesso, appare come sapiens
sapiens e contemporaneamente come demens demens. Ossia,
siamo discendenti del sapiens arcaico, in cui comparve per la
prima volta l' intelligenza riflessa 200.000 anni fa e del
sapiens sapiens, già capace di parlare, socializzare
e lavorare 40.000 anni fa. Portatori di affetti, attenzioni, intelligenza,
creatività, arte, poesia ed estasi, abbiamo occupato tutto
il pianeta, abbiamo cominciato ad espanderci nel sistema solare
e per mezzo di una navicella spaziale ne siamo già usciti,
imboccando la via dell'infinito.
La cultura illuminista gli ha eretto un arco di trionfo. Ha esaltato
al massimo la sapienza umana. La storia, tuttavia, disfà
continuamente quest'immagine magnificatrice. Rivela in ogni momento
la sua parte di demenza, di crudeltà, di massacri, di stermini
di massa. Si è rivelato il satana della Terra. Soltanto
nel XX° secolo sono stati uccisi in guerra circa 200 milioni
di persone. La violenza umana supera quella di qualsiasi altra
specie, inclusi i tirannosauri. Configura un disordine originario.
"L' homo sapiens è homo demens",
sostiene con insistenza Edgar Morin, uno dei più bravi
nel farci accettare la contraddizione umana.
Ma ci costa molto accettare che siamo l'unità dei contrari,
pieni di tenerezza e gonfi di arroganza. Più della filosofia
sono state le religioni a trattare di questa condizione umana.
Sant' Agostino, che ha coniato l'espressione "peccato originale",
ripete molte volte che "Ogni uomo è Cristo, ogni uomo
è Adamo" o nell'espressione preferita di Lutero "Siamo
insieme giusti e peccatori". Queste espressioni non devono
essere intese in senso morale bensì ontologico, ovvero
esprimono la situazione reale ed oggettiva dell'essere umano come
essere contraddittorio.
Come concepire in lui l'unità di queste contraddizioni
che provocano uno shock esistenziale ed una sensazione di totale
assurdità come l'11 Settembre? A prescindere dalle classiche
riflessioni filosofiche e religiose, riteniamo che il contributo
delle scienze della terra potrà portarci un po' di chiarezza
ma a patto di cominciare a pensare in termini cosmologici e biologici,
cosa che la coscienza collettiva non ha ancora assimilato pienamente.
Tutto nell'universo e nella vita è fatto di disordine e
di ordine, di caos e di armonia cosmica, del diabolico e del simbolico.
In verità, veniamo tutti da un incommensurabile disordine
iniziale. Un boom eccezionale la cui eco può essere
ancora identificata dopo 15 miliardi di anni (la cosiddetta radiazione
di fondo). L'evoluzione si dà nello sforzo di creare ordine
nel disordine e a partire dal disordine. Il processo evolutivo
dimostra che il caos originario non si rivela caotico bensì
altamente generativo. Dà origine alla complessità
che è la forma in cui il caos viene addomesticato e trasformato
in un fattore di dinamismo costruttore di nuovi ordini, in grado
di fare del disordine (della spazzatura) fonte di vita (le strutture
dissipatorie di Ilya Prigogine).
Il fatto innegabile è che la presenza del caos in noi ci
rende esseri aggressivi e pazzi che nessuna psicoanalisi riesce
a guarire. Questo fatto si impone contro tutti i tentativi di
delucidazione poiché appartiene semplicemente alla nostra
realtà di esseri razionali. La vita è il risultato
dell'auto-organizzazione della materia e la vita umana esprime
l'alto grado di complessità raggiunto dalla catena vitale
della quale siamo un anello tra tanti altri. Ogni cellula, per
superficiale che sia, porta in sé tutte le informazioni
che costituiscono la vita, la cui struttura basica è comune
a tutti gli esseri viventi. Il novantanove per cento dei geni
dello scimpanzé è comune alla specie homo sapiens
demens. Ma quell'1% fa tutta la differenza. Gli scimpanzé
sono esseri sociali ma mangiano essi stessi le loro prede. L'essere
umano, al contrario, porta le sue prede in luoghi determinati
e le ripartisce in comunione con i suoi simili. Siamo esseri cooperativi
carichi di affetto e di voglia di comunione. Qui risiede l' humanitas
dell'essere umano. Ancora non siamo nati totalmente, siamo sulla
strada della nostra vera differenza, della nostra vera identità.
Man mano che condividiamo tutto ciò che siamo ed abbiamo,
inauguriamo il regno umano e lasciamo emergere il sapiens sapiens.
Il nostro disordine interiore è un'eredità del processo
cosmogonico e biologico, la persistenza della condizione di scimpanzé
dentro di noi. Ma abbiamo la possibilità di imporre limiti
alla pazzia usando la nostra sapienza, ordita di cura, amore,
solidarietà a partire dal basso, compassione, razionalità
e perdono.
Ciò che è accaduto l'11 Settembre è stata
un'irruzione della pazzia originaria che ci terrorizza. Ma essa
ci appartiene. Accoglierla umilmente è una precondizione
per il suo controllo attraverso il processo di civilizzazione,
la ragione e tutte le energie umanitarie dell'homo sapiens
e cooperator. Il caos che è scoppiato negli Stati
Uniti mostrerà, come ha sempre mostrato nell' evoluzione,
la sua capacità generativa. Molto probabilmente farà
sorgere nell'umanità un nuovo stato di coscienza che ci
avverte: o ci prendiamo cura gli uni degli altri, così
da sopravvivere nella stessa Casa Comune oppure andremo tutti
incontro al peggio. Tocca a noi decidere che futuro vogliamo;
chi conosce la storia della vita trae da essa una lezione costruttiva:
dopo ogni grande catastrofe la vita è sbocciata come non
aveva mai fatto prima. Adesso questo ci aspettiamo, non sarà
diverso. Rifioriremo più conviviali, con maggior senso
di coinvolgimento degli altri, più venerazione per la natura,
più accoglienza verso le varie tribù e più
apertura alla fonte di tutti gli esseri.
(Traduzione
di Julio Monteiro Martins insieme ai suoi studenti dell'Università
di Pisa: Chiara, Cristiano Rochetta, Eugenia Ciccarelli, Gherardo
Giannarelli, Katia Quaglierini, Lisa Giuliani, Mariapia Caruso,
Monica Lupetti e Nina)
Leonardo
Boff è teologo e scrittore.
..
Precedente Successivo
Copertina.
|