C'E'


Anna Vezzoni



C'è una striscia di spiaggia, giù in Puglia, una mattina d'estate. C'è un nastro di plastica giallo che recinta una zona, cartelli vietano l'ingresso. Ci sono uomini in divisa, neri sotto il sole già caldo, che camminano intorno, cercando. Ci sono due bare di metallo grigio, sacchi di plastica, uomini in borghese con mascherine sulla bocca. Ci sono due corpi sulla sabbia. Una donna, un bambino. Vestiti. Straccati dalle onde, come gatti affogati. La donna ha capelli lunghi appiccicati sul viso. Il bambino avrà forse sei anni.
"Cinesi" dice un uomo in camicia, sventolandosi con i fogli del verbale da compilare. Il collega annuisce. "Un carico stanotte. Ma gli altri dove cazzo saranno?"
Ci sono, cinquanta metri più in là, altri corpi, che si abbronzano al sole sfogliando riviste, ascoltando musica con le cuffie, mangiando gelati. Hanno la pelle lucida di creme, occhiali scuri, denti bianchi.
Ci sono pochi curiosi vicino al nastro di plastica gialla. Muovono le mani e le bocche. C'è un giornalista col microfono, insieme ad un cameramen. Si avvicina ai curiosi.
"Non si può andare avanti così. Ora anche i cinesi: Lo vede che bisogna sparare agli scafisti?"
E' un uomo di mezza età, ha preso il microfono tra le mani, guarda dritto in macchina. Poi c'è una donna giovane, carina, con orecchini e collana etnica.
"Veniamo qui con le famiglie per stare tranquilli e guardi cosa ci tocca vedere! Io lì ieri c'ero a giocare coi bambini. Non si possono vedere certe cose!"
Ci sono due bare metalliche che lasciano la spiaggia. Tra qualche ora non ci sarà più il nastro di plastica gialla. C'è il mare.




Anna Vezzoni è nata e vive a Pietrasanta (Lucca). Laureata in Lettere classiche, insegna Italiano e Latino in un Liceo Scientifico. Ha pubblicato recentemente un libro di racconti, intitolato "Anime d'ali strappate".. 



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