La frontiera
José Manuel Fajardo
Su
questo antico tratto d'acqua, fra il campo verde e il pino che copre l'orizzonte e
quella siepe che cresce smodata, correva nel passato la frontiera. Era una
linea rossa sulle carte e tra gli uomini un filo di paura. I merli la varcavano
incoscienti con quella gioia sciocca degli uccelli. Le rane che giocando
si fingevano alghe nel canale cambiavano paese come pelle i serpenti e
gracidavano nella stessa lingua ostinata e rauca di ogni notte di luna fin
da quando la luna ha nelle rane i suoi più rozzi poeti. Ma
gli uomini, ah, soltanto gli uomini, sempre estranei al mondo e accecati dal
brillio mortale delle chimere, si arrestavano incantati qui davanti. E
dal cielo le oche migratrici che vedevano solo nuvole fra le nuvole si domandavano: Di
che strana materia è fatta la frontiera?
(Getxo, 1999)
In
lingua originale: La
frontera
Sobre
este antiguo trazo de agua, entre esa campa verde y pina que oculta el horizonte y
aquel seto que crece sin mesura, discurría antaño la frontera. Era
una línea roja en los mapas y un hilo de miedo entre los hombres. Los
mirlos la cruzaban inconscientes con esa alegría tonta de los pájaros. Las
ranas que jugabam a ser verdín en el regato cambiaban de país
como de piel las serpientes y croaban en la misma lengua obstinada y ronca de
todas las noches de luna desde que la Luna tiene en las ranas a sus más
toscos poetas.
Peró
los hombres, ay, sólo los hombres, tan ajenos al mundo y sempre cegados por
el brillo mortal de las quimeras, se detenían hechizados ante ella. Y,
desde el cielo, las viajeras ocas que no veían sino nubes en las nubes se
preguntaban: ¿De qué estraña materia está hecha
la frontera?
(Getxo, 1999)
(Tratta da Poesia
senza patria, Guanda editrice, Parma, 2003. Traduzione di Ilide Carmignani.)
José Maunuel Fajardo, nato nel 1957 a Granada, ha passato la maggior parte
della sua vita a Madrid. Ha pubblicato anche i romanzi Lettera dalla fine del
mondo, Al di là dei mari e Una bellezza convulsa.
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