Giornalismo
Juan
Gelman
alle
dieci di mattina gli impiegati del ministero di giustizia si misero a urlare
contro l'ingiustizia dei suoi magri salari alle undici furono scoperte certe
manovre delittuose alle dodici il partito democratico e borghese ribadì
di essere democratico e borghese ci fu un concorso nella municipalità il
costo della vita salì si pranzò in generale o in maglietta faccia
a faccia al buon vino la legge organica della polizia non subì grandi
variazioni all'una alle due del pomeriggio all'ombra gloriosa del gran giorno altre
città ricordarono ai suoi fondatori suoi banditi i comuni locali
promossero decisioni discordanti il sud continuò ad essere il sud il
presidente alle quattro accolse il suo decimo magnate del petrolio alle
cinque mi stufai ma alle sei ti vidi dopo tanti anni ti vidi alle sei e fui
turbato come un bambino il passato saliva come il tuo dolce seno ed
erano le sei della dolcezza come un violento oblio adesso hai le lentiggini
sul collo e la tua voce era disinvolta in modo tale che alle sette non eri
più notizia iniziava il crepuscolo la gente usciva dal lavoro il
costo della vita saliva nuove manovre delittuose si scoprivano in lungo
e in largo tutto il paese. (Traduzione di Gregorio Carbonero)
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lingua originale:
Giornalismo
a la mañana a las
diez los empleados de justicia se pusieron a gritar contra la injusticia de
sus magros salarios a las once fueron descubiertas ciertas maniobras delictivas a
las doce el partido demócrata y burgués reiteró ser demócrata
y burgués hubo un concurso en la municipalidad subió la carestía
de la vida se almorzó en general o en camiseta cara a cara al buen vino la
ley orgánica de la policía no sufrió grandes variantes a
la una a las dos de la tarde bajo la gloria del gran día otras ciudades
del país rememoraron a sus fundadores sus bandidos las comunas locales
promovieron contrarias decisiones el sur siguió en el sur el presidente
a las cuatro recibió su décimo magnate petrolero a las cinco
me harté pero a las seis te vi después de tantos años
te vi a las seis y me turbé como un niño el pasado subía
como tus dulces pechos y eran las seis de la dulzura como un violento olvido ahora
hay pecas en tu cuello y tu voz era actual de modo que a las siete ya no eras
noticia empezaba el crepúsculo salía la gente del trabajo subía
la carestía de la vida se descubrían nuevas maniobras delictivas a
lo largo y a lo ancho del país
Juan Gelman è nato nel 1930 a Buenos Aires, Argentina, terzo figlio di
una coppia di immigranti ucraini. Dopo aver abbandonato gli studi universitari,
si è dedicato completamente alla poesia, passando da un mestiere all'altro fino
ad approdare al giornalismo. Nel 1975, a causa della sua militanza, dopo il colpo
di Stato militare è stato costretto ad abbandonare l'Argentina, e si è rifugiato
inizialmente a Roma, dove ha lavorato per l'agenzia di stampa Inter Press Service.
Nel 1976 i militari argentini hanno sequestrato e assassinato barbaramente in
un campo di prigionia suo figlio Marcelo Ariel, ventenne, e la giovane moglie;
la loro figlia, nata nel campo di prigionia, verrà rintracciata soltanto nel 1999.
Da quel momento Gelman è vissuto spostandosi tra Roma, Madrid, Managua, Parigi,
New York e il Messico, lavorando come traduttore per l'Unesco. Nel 1988 ha potuto
finalmente rientrare in Argentina dove ha ricevuto il premio Nacional de Poesia,
la massima onorificenza da parte dello Stato, che gli ha assegnato anche una pensione
vitalizia. Ma ha deciso di risiedere definitivamente in Messico, paese della moglie.
Tra le sue opere, tradotte in molte lingue, si ricordano le più recenti: Composiciones
(1983-1984) (1986), Dibaxu (1983-1985) (1994), Anunciaciones (1988),
Interrupciones I, Libros de Tierra Firme/Ultimo Reino1 (1988), Interrupciones
II, Carta a mi madre (1989), Salarios del impio (1984-1992) (1993),
Incompletamente (1997), Ni el flaco perdón de Dios/Hijos de desaparecidos
(1997), Valer la pena (2001).
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