Barcellona

Cristina Annino

 

Tre piani di viso solo
attico; così sbaglia l'architetto imbecille. Mette
scale al posto di ciglia. Oh, baby, non esce bene
Barcellona dal forno.

Tripode la sabbia di Gaudì. Le prende la faccia
il cielo per spazzatura, richiude lo sportello.
Traducila, dico, fallo: ti chiede
appena di scrivere. Ma capita che uno sia
stanco. Che in breve odi i versi, l'architettura, il
sesso, e la sola
forma conti; ci metta dentro succo di pomodoro e
altro. Se uno è stanco non regge il colpo delle campane,
ad esempio. Quel BENG!

Allora, Trini: Un poeta ha più
sensazione del fallimento. Rube nelle case poi torna
a casa sua. caro anzi bello anzi sa che se perde
la freschezza è fregato. Mai
si fa attendere a un appuntamento. Resta
sulla terra
mani e piedi mentre volano gli asini, e ogni
cosa gli sembra un'intima profondità come burro che
pesta con un camion. Vero
anzi grande anzi capo tribù. Oh, baby, nella
sera duchessa solo il vino mi vien fuori ed è
stretta, più d'un fucile, la mia
testa di genio.





Cristina Annino è nata ad Arezzo e vive a Roma. Del 1968 è la sua prima raccolta poetica, Non lo dire, non posso crederci (Tèchne, Firenze), dopo la quale ha pubblicato Ritratto di un amico paziente (Gabrieli, Roma 1977), Boiter (romanzo, Forum, Forlì 1979), Il cane dei miracoli (Bastoni, Foggia 1980), L'Udito Cronico (in Nuovi Poeti italiani n.3, Einaudi, Torino 1984), La casa del Loco (Ed.Libertarias, Madrid 1987), Madrid (Corpo 10, Milano 1987), Toda la ciudad al tèlefono (Ed. Arrayàn, Siviglia 1987), Gemello carnivoro (Faenza 2001), Macrolotto (Prato 2002, in collaborazione col pittore Ronaldo Fiesoli).
Numerose le antologie con Garzanti, Einaudi, e le collaborazioni con riviste italiane ed estere.




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