Io e il mio demone
Matteo
Mezzanotte
Passo il tempo gettando noccioline a quel demone seduto di fronte a me, come un bambino allo zoo davanti al recinto degli elefanti...
A volte le nascondo, per dispetto, apposta, fino a quando non s'arrabbia e strilla. Le sue grida sono fitte e penetrano dolorosamente nelle orecchie: lavagne prima graffiate e poi spezzate, ossa fatte stridere le une con le altre. Insopportabile... Ma non cedo... non cederei, almeno se fosse per me. Perché il demone s'infuria e m'infilza, mi squarta con le sue unghie nere, mi alza verso il cielo e mi fa ricadere, facendomi provare quello che vuol davvero dire, cadere.
Mi ha rubato le ali. Mi ha sorpreso di notte, mentre dormivo. Con una pietra appuntita mi ha lacerato le scapole, scavandomi la schiena. Ha inciso segni strani, seguito percorsi che lui solo sapeva e mi ha strappato con forza le mie belle ali bianche. "Così potrai rimanere qui a giocare con me per sempre!" ha detto, avvicinando il suo volto al mio, con un sorriso infantile mille volte più spaventoso e angosciante di un pozzo senza fondo.
Stronzo!
Voglio andarmene da qua ma non so come fare.
Incremento l'intenzionalità ma non trovo accettazione...ecco a cosa mi servono gli studi, le conoscenza: a niente! Una chiave di sapone per aprire un cancello d'acqua.
Cammino sulla spiaggia cercando i miei giorni tra i sassi levigati dal mare. Con il demone che mi svolazza sopra la testa e mi chiede in continuazione: "Cosa fai? Cosa fai? Giochiamo?".
Chissà se troverò anche una speranza. Una via di fuga per un mondo incapace di volare da cercarsi in un mondo altrettanto incapace di volare.
Matteo Mezzanotte ha 26 anni. Nato a Ravenna, viene adottato dalla Toscana a otto anni.
Frequenta il liceo scientifico e si laurea in Lingue e Letterature Straniere a Pisa. Ha fatto il Master della Scuola Sagarana, a Lucca, nel periodo 2003/04.
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