GIAGUARO

 

Tomaso Pieragnolo

 

 

Il netto giaguaro nel suo cuore notturno
incrocia il liquido sentiero che percorro,
dove ombre da sempre innecessarie
aumentano mucose lontananze.
I suoi occhi di fenditura gialla,
di strapiombo incendiato nel silenzio,
di giungla cupa dove la luce non giunge,
mi guardano freddi senza vedermi,
mi trapassano come fitte nere
inchiodandomi all’aria che si addensa;
così ci annusiamo appiattendo
la nuda miscela dei corpi,
la distanza insoluta che protegge,
l’attonita resa dei nervi
che cattura l’ordine occulto
dell’acqua e della sete.
Sostiamo immobili, trattenuti nel fango
dalle nostre paure parallele,
dal puro istinto che conserva
il colore del mimetismo;
la pioggia che vive cadendo
ci sferza e ci svapora contro,
fluisce nei fiumi segreti
di questa selva visionaria,
obliqua la nostra fermezza
di momentanei minerali.
Lo squarcio nel cielo ferroso
fissa il tempo in metà inaccessibili;
ma il lampo nero non attende
l’esito del caso o della notte,
infila come una freccia perduta
il verde gocciolante che conquista
foglia dopo foglia la mia assenza.
Ma perdurerà l’ombra tesa delle selve
nel tuo netto cuore notturno,
o silenzioso, slegando mattini.



Tommaso Pieragnolo è nato a Padova nel 1965. Studioso e traduttore di poeti latinoamericani, vive tra Italia e Costarica. Ha pubblicato le raccolte di versi Il silenzio del cuore (1985), La lunga notte (1987), Lettere lungo la strada (2002, Edizioni del Leone) e L’oceano e altri giorni (2005, Edizioni del Leone), da dove è stata tratta questa poesia.



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