DOPOGUERRA


Raffaele Ibba

Quando morirai esecrato
dagli umani restati vivi
contro i troppi uccisi per tua colpa,
non avranno sale i miei occhi,
né sarà squassato il mio cuore,
non cresceranno storie sopra te
né si faranno domande perplesse
i filosofi o gli avvertiti delle cose di dio.
Scorrerà il mondo
come sempre in amari dopoguerra
rinchiusi tra le astute pieghe d’una ragione.

Ma tu
avrai il tuo eterno per pensare
dopo che l’orizzonte ti sfumerà i suoi bordi
avrai un tempo esteso per pensarci
al figlio mostro dei tuoi vigliacchi impulsi.
In fondo la sai già la falsità
del fare ciò che vuoi,
ma la sai da inetto assassino
incapace
che fa ciò che la potenza di un dio
non si consente.
Avrai tutto il tuo eterno per pensarci
a tutti i corpi rifiutati e uccisi,
a quelli stretti con violenza,
al sesso imposto per negar piacere,
alla cortese attenzione dei potenti
come te molati
da bucce di vita rubate ai poveri
strappate a quella fame
mai placata nei ventri.

Avremo tempo per ricordare
pure noi
quando rimarrai soltanto
nell’incessante cantar d’un poeta
i nostri oscuri oblii.


Raffaele Ibba è nato nel 1950 a Cagliari, dove attualmente vive e lavora come insegnante di storia e filosofia nei licei. Si è interessato alla poesia da sempre ma solo dalla fine degli anni novanta il suo impegno è cresciuto fino a diventare coinvolgente l'intera esistenza. La poesia che viene qui pubblicata fa parte di un lavoro intitolato " Il disonore dei canti" che verrà pubblicato entro giugno presso le Edizioni della Meridiana di Firenze.



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