PURA QUIETE RITRAE
Ermanno
Guantini
ne
dican lieti quasi,
piano e amor, a farne
irreale sembianza:
ne torcano in cavilli
archi, circolo ne fan
ressa; amor e rocca.
ne sperperano in solchi
in necessità in occhi
venati: accorti
in toni, falsati dal lancio
irrequieti a darsi
astrarsi stretti
a darsi, incisi
d'unica pioggia
senza saperne che
che
forse artifici o tralci
forse assenti: forti
farsi radere di dubbi
insinuare a tratti
cangiare, inganni
compìre, calare
distretti sviare; fare
sì far, tra il sistro
capolino in vie
di facciate senza
rintocchi, mutevoli
artefici collimando
timidi impasti
evenienti
da ombre in arti
dissidenti; complici
attenti, costretti
relitti
che ottobre rima
che ottobre rida
in sollievo e creanze
incerti: eccoli accorti
arditi, in balìe
perduti in pietanze
spersi
nell’adunanza
certi del picco, lieti
che ci sia, micidiale
sensatezza
a scendere meridiana
una natura, salto
originale: vena
diramata, maniera
e gocce; tocco
sorgente, vertigine
e cocci, nivea nausea
in crini di cristallo:
cordigliera, traluce
vana roma inautentica
rasa museale, sfila
in frette curve, incupa;
lasciali male dire
lasciali convertire:
trattenerne
esiti reflui
in schermi in marmi
in tecniche venature
esitare come
in intarsi tra aperte
pareti: atti, diversi
soffrire senza prodigi
e squarci di bui
in buio
dove leggere smerci
dove tendersi varchi
divelti ; orienti
formule disfarsi
e solari ritrarsi
rifarsi
è amore:
sia
e amore salmastro
levandosi fasto
in formule d'umori
in obiti, echi: fregi
dove scagli il cielo
nuove trame, intarsi
altri rosa altre rupi,
violi vortici di nubi:
ridano, piano iridano
irredimibili
in ripidi tremiti. limpidi
s'urtino s’ordino
cartesi
in volo, di celso
creature, cartigli
si cerchino: sieri
maniere e ora
ad ora senza remedi
irradino, rifiocano
in martìri salgemmi.
s' arcuino in manie rami
elettrici, resi nembi
dalle remore
che emana settembre,
coinvolti
o già persi
convissuti: o lumi
delle vetrate precise
o riverenze, luci
battimani malie
e contrattempi, scenari:
inautentica resa
in contrassalto, viva contesa
roma, al vostro giuoco,
cerchi
archi chiose, cardini
di chiostre: in sospesi
freme allùce roma
splendida e diramino
fuochi
dai bùi: vòlti
intimati, rapidi scorci
lisci dilettanti
nelle riffe del preludio:
affetti,
voluti nella notte
a termine. inauditi
nell’ androne decente
di luce, siate
e essendo
che oscene scaglie
trattenerne
voluti
i delta di osse
i comma di carni,
stremare
donare per dono
essere fibra impiglio
cortesia, nòtare
i vetri fondali
alla cerca di squarci
in carceri, foci:
di pelle oro, fasciàmi
rari farsi in rivoli
d'assenza, sommessi
in cerchie di fiumi
in cerca continua
continua perdura
pura
quiete di mura,
pura quiete riappare
respiro rivà
tuttavia
ritrae.
Ermanno
Guantini,
30 anni, laureato in lettere moderne all’Università di
Pisa. Redattore di Pseudolo e Poiein. Ha pubblicato
l’e-book Poesie Buone su Vico
Acitillo 124, Poetry wave. Ha pubblicato sulla rivista
di letteratura comparata Semicerchio, n.23,
Antropologia del sonetto, nella sezione inediti
italiani. rif: www.pseudolo.it www.loso.it/Poiein
http://www.loffredo.it/waves/led/indice.htm#5
www.unisi.it/semicerchio/sc23.htm
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