CINQUE POESIE


Sabrina Bellini


ADONAIS

Partorito con petali violacei
che spiegano agli uomini
una corsa da ciò che muove.
La bocca è il fiore che
nella pompa del corpo si radica.
Una donna ha reso senza tempo
il profumo del tuo dono
e piange le colpe
di un diverso amore.
Posseduta dalla mente fragile,
inquilina, della vita propria
che ti appartiene, è la donna.
- Succhia le primavere terrene
e falle del cielo ancora
nei tuoi giorni di campo! -
Ché la donna ha il suo eterno
nel parto della tua unicità.


EPISODIO DI MORTE

Schiacciata cenere di mozziconi
Ritratte son le ali del sordo.
Febbre di labbra morse
Imprigionate dalle dita.
Sbatte la vermosa paura
La carcassa della rivoluzione.
- Domata! Domata! -
Riecheggia, tornando dai denti,
La persecuzione del sospetto!
E tracce di pelle e di follia
Saran tolte, quando avverrà
Che il tiranno si ravveda,
dal palato e dalla lingua.


NELLE SCARPE

Non si può restare:
calzini pigiati nelle scarpe
l' essere cercati rompe
immagini di disperati bisogni.
Si deve lavare i calzini
Uno alla volta: la veste dei piedi.
Non sono a portata di mano
Oggi non me la sentivo
Devo andare lontano
Qui non posso più restare.
Non so con cosa lavare
Questi calzini dentro le scarpe
Li lascio bende della miseria
Del mio mercurio che vola
ubriaco sui lembi del mio corpo.
Anche lui non ha un posto
Dove buttare il suo incarico.
Improvvisa mi viene l' idea:
metto questo appallottolato dolore
Nelle mie scarpe.


SECRET SHARER

Come le cipolle che mangi con voglia,
gli amori che hai scalciato via,
i capelli che ricrescono,
i sorrisi su quelle follie
che la mia vecchia avrebbe fuggito,
le pugnalate decise ai miei " di nuovo…"!
Oddio! Oddio! Oddio!
Sono in bilico sul mio cornicione!
Sono nel luogo più eccitante
Del mio amore per la solitudine!
Non posso essere un libro aperto
Per te che sei il corpo e l' anima
Della mia riconciliazione
Con le ragioni del mio credere
In un aereoplanino di carta…
Sono la mano che cerca il cuore
Per sentirlo pulsare inascoltato!
Un comune trapianto per affezione:
è giusto, vitale oserei dire, che sia fatto!
Non posso essere, Essere…
Darti indietro tutto il te che mi affidi.
Vedovo del mio cimitero sotto le hortensie
Che potrai solo imparare a cogliere
Quando, distratta, sarò giocata dalla voglia
E dal dolore di tornare a lucidare il sogno
Che mi riportasti incartato
In un pomeriggio d' inverno.


STE'

L' eco impazzita
A sbattere contro porte di mondi
Recitando ritorni
Ora è ferma.
Liberata dal giogo del ripetere
Parola che ha corpo d' inchiostro
Che ride come avesse rubato
Una notte il fuoco agli Dei!
Le mani che adesso hanno carne
Tessono del suono lo spirito
Ecco, adesso è eterna…




Sabrina Bellini è nata a Firenze il 17 Gennaio 1979. Sta per laurearsi in Psicologia Clinica. Ha iniziato a scrivere poesie al liceo e la sua passione è cresciuta negli anni. Le sue letture nel campo spaziano dai preromantici inglesi ai poeti maledetti, soprattutto Rimbaud, e più moderni come Anne Sexton, Sylvia Plath, Garcia Lorca, Pessoa e molti altri ancora. La sua poesia parla del suo mondo interiore, di una continua e necessaria voglia di conoscersi.



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