LA ROSA DI GERICO
Predrag
Matvejevic
Girai
per la Palestina in cerca della pianta che nel Talmud è
detta samtra. Non riuscii a trovarla, ma non la dimentico affatto.
Si tratta probabilmente di una pianta molto rara. I vecchi rabbini
dicono che non è scomparsa. In essa si può soltanto
credere.
Volevo trovare pure la "Rosa di Gerico", dagli Arabi
detta zahrat ariha. E' quasi sempre nascosta. Il sole la secca,
il vento la fa sparire. Il deserto la espone al sole e al vento
salvandola dall'uno e dall'altro. La rosa di Gerico si trasforma
in una briciola simile a un insetto morto; e così, a
dispetto di tutto, riesce a sopravvivere. Talvolta vive per
una decina d'anni.
I Beduini la riconoscono fra i granellini di sabbia, la estraggono
e la conservano. Senza di loro non l'avrei vista mai.
Quando finalmente viene a trovarsi in vicinanza dell'acqua,
si disseta e si gonfia. Diventa allora turgida e piena, simile
alle nascoste pudende di una nera bellezza africana.
La rosa di Gerico e il suo vagabondare dimostrano che il nomadismo
sta nella stessa natura. Non è una chimera del Mediterraneo.
(Traduzione di Giacomo Scotti)
Predrag
Matvejevic è nato nel 1932 a Mostar (Bosnia-Erzegovina),
da madre croata e padre russo. E' stato docente di Letteratura
Francese all'Università di Zagabria e di Letterature comparate
alla Sorbona di Parigi. È emigrato all'inizio della guerra
nella ex-Jugoslavia scegliendo una posizione "tra asilo ed
esilio": è vissuto dal 1991 al 1994 in Francia, e
dal 1994 lavora in Italia, dove il Governo gli ha concesso la
cittadinanza "per meriti culturali". ed è attualmente
professore ordinario di Slavistica, nominato "per chiara
fama", presso l'Università La Sapienza di Roma,.
Tra i suoi libri, tradotti in varie lingue, si ricordano i più
famosi: Epistolario dell'altra Europa (1992), in difesa
dei diritti dell'uomo e, in particolare, degli intellettuali dissidenti
di numerosi paesi dell'Est perseguitati dal potere (Sacharov,
Havel, Kundera, Mandelstam, Brodskij, ecc.). Per queste "lettere
aperte", scritte in nome di "un socialismo dal volto
umano", in maniera di un Herzen o di un Gogol del ventesimo
secolo, è stato attaccato dalle istituzioni ufficiali e
proclamato lui stesso "dissidente"; Breviario Mediterraneo
(1989, poi Mediterraneo. Un nuovo Breviario, 1991) ricostruisce
in modo narrativo la storia del Mediterraneo e dei paesi che vi
si affacciano: considerato dalla critica come un "saggio
poetico", un "poema in prosa", un "diario
di bordo" o un "romanzo sui luoghi", una "gaia
scienza" secondo lo stesso autore, questo libro è
tradotto in una ventina di lingue. E poi: Sarajevo (1995),
Ex Jugoslavia. Diario di una guerra (1995, con prologo
di Czeslav Milosz e epilogo di Josif Brodskij), Mondo Ex -
Confessioni (1996), Tra asilo ed esilio (1998), Il
Mediterraneo e l'Europa - lezioni al College de France (1998),
I signori della guerra (1999), Isolario mediterraneo
(2000).
Matvejevic è presidente del Comitato Internazionale della
Fondazione Laboratorio Mediterraneo, vice presidente dell'Associazione
mondiale degli scrittori P.E.N. Club e membro fondatore dell'Associazione
Sarajevo a Parigi e a Roma.
Tra i vari altri riconoscimenti internazionali (come il "Premio
Europeo", Ginevra 1992, e il "Prix du meilleur livre
étranger", Parigi 1993), il Governo Francese gli ha
consegnato la Légion d'honneur.
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