LA LETTERATURA IBRIDA NEL MELTING POT AMERICANO

Glauco Ortolano


La letteratura ibrida negli Stati Uniti è forse una delle più peculiari al mondo. Oltre ad essere scritta "da fuori verso dentro" - ovvero da uno scrittore di madre lingua diversa nella lingua più importante del paese, il caso più comune in questo tipo di letteratura - è anche costituita da scritture che vanno "da dentro verso fuori" e "da un lato verso l'altro" all'interno dei cosiddetti language pockets dispersi nel territorio. Con l'espressione "da dentro verso fuori" mi riferisco al tipo di scrittura di un autore la cui lingua materna è l'inglese ma che preferisce, negli stessi Stati Uniti, scrivere in un altro idioma. Con "da un lato verso l'altro" faccio riferimento a quegli autori la cui madrelingua non é la lingua più importante (l'inglese, nel caso specifico), ma che nonostante ciò preferiscono utilizzare una lingua che non è né la loro, né tanto meno l'inglese.
Appartengo ad un'associazione di scrittori iberoamericani che risiedono, per la maggior parte, negli Stati Uniti. Scrittori che scrivono tanto in spagnolo quanto in portoghese, ma spesso anche in inglese per una questione di sopravvivenza, come nel mio caso. I miei racconti e romanzi trovano meno difficoltà ad essere pubblicati in portoghese - tanto in Brasile quanto nelle riviste letterarie statunitensi - e questo accade naturalmente per una questione di offerta e domanda all'interno del mercato editoriale. Nel caso della poesia, la cosa cambia radicalmente poiché il Brasile possiede un mercato molto ristretto, che negli Stati Uniti (in portoghese) diventa praticamente nullo. Perciò, per ragioni di sopravvivenza letteraria, in poesia ho deciso di passare all'inglese . E come me molti altri scrittori residenti negli Stati Uniti, la cui lingua materna è altra rispetto all'inglese, e hanno scelto di scrivere esclusivamente in questa lingua, a volte con l'affiancamento della materna stessa.
I motivi per cui questi scrittori scelgono l' inglese sono svariati. Oltre alla questione del mercato editoriale, di fondamentale importanza per chiunque voglia vedere la propria opera pubblicata, esiste ancora quella della cultura linguistica d'appartenenza che predomina nell'ambiente in cui tali scrittori vivono. Nel mio caso particolare, ad esempio, per esser sempre vissuto nella American mainstream, ho percepito a poco a poco che anche il mio portoghese - che ha continuato a maturare durante i miei anni di residenza negli USA - non era più totalmente "brasiliano". Credo oggi di parlare e scrivere un portoghese colmo di anglicismi e di idiosincrasie. Quindi, per me, scrivere in un portoghese "americanizzato" o in un'inglese "portoghesizzato" non fa grande differenza.
Ho messo "americanizzato" tra virgolette perché non sempre questo termine significa che una lingua straniera parlata negli USA debba essere necessariamente piena di anglicismi. Con una concentrazione di più di trenta milioni di persone che si esprimono in spagnolo, gli Stati Uniti sono diventati la terza popolazione di lingua ispanica di tutto l'emisfero occidentale. Per uno scrittore brasiliano, il mercato in questa lingua all'interno degli USA può essere ancora più attraente di quello in inglese. A causa della sua somiglianza col portoghese, infatti, sarebbe forse più facile per uno scrittore brasiliano tradurre in spagnolo piuttosto che non in inglese la propria verità letteraria . Nel mio caso non è avvenuto, ma conosco altri scrittori brasiliani che vivono in comunità con una grande concentrazione di ispanici che hanno adottato lo spagnolo come lingua letteraria.
L'inglese è invece la lingua scelta dai tanti autori cinesi emigrati negli Stati Uniti, com'è decisamente il caso del poeta Yun Wang, che si esprime esclusivamente in questo idioma. Mentre la poetessa americana Carolyne Wright, proveniente da una famiglia di origine anglosassone, preferisce, oltre che in inglese, esprimersi anche in spagnolo, o addirittura in portoghese, come possiamo verificare in varie poesie della sua raccolta Seasons of Mangoes e Brainfire, per la quale si è aggiudicata il National Book Award. Altri scrittori "stranieri" residenti negli Stati Uniti scelgono invece di scrivere "da un lato verso l'altro", ossia, in lingue differenti dalle proprie, ma non in inglese. È il caso di alcuni scrittori nativi del New Mexico, la cui lingua materna è il navajo, ma che preferiscono utilizzare lo spagnolo; altri, della Louisiana, per trasmettere la loro letteratura hanno scelto il francese . Sono soltanto i pochi esempi che mi vengono in mente in questo momento. Ma potremmo trovarne innumerevoli altri, soprattutto nelle grandi concentrazioni di lingue orientali di città come Los Angeles, San Francisco e New York. Tutta questa diversità culturale fa degli Stati Uniti non solo un melting pot di razze ma anche letterario.
Voglio concludere questo breve saggio con una mia poesia dedicata al poeta cubano Roberto Fernandez Retamar, direttore della casa editrice Casa de las Americas dell' Havana, in occasione della Conferenza di Puterbaugh, realizzata nell'Università dell'Oklahoma nella primavera del 2002. L'ho scelta perché traduce bene la realtà della poesia da me composta in questo paese, ossia, scritta attraverso lo sguardo di un brasiliano, in inglese ma con qualche pizzico di spagnolo:


FRAGMENTS

When I first encountered you
I saw a distinguished walking paradox
A Caliban under Prospero's clothing
With a touch of Blake, perhaps?
But I like paradoxes
That has always been my problem.

Although you and I respect Jefferson
For amalgamating in the most Latin fashion
You did not share his expansionist views
And that has become your problem.
A problem so great, it provoked you
To cry it out loud:
"Jefferson, you can keep your views
But please keep your hands off my Hispaniola".
"Farewell Yale!
Hello Castro!"
No, not Castro, that bloody tyrant!
But Fidel who is the man I love.

You also loved Jefferson
But he left you without an option
Forcing you to take the road less traveled by
Which has surely made all the difference.
Frost?
Yes, but of course!
After all it was the cold war
Remember when you and Adelaida
Witnessed the missiles coming into the island?
Remember all the letters crossing,
The crosswords,
The crossed fingers that preceded what could have been the end of humanity?
What is done is done!
History is the politics of the past.
You have kept Hispaniola intact
No ugly man will ever be allowed to sit at her table
And Martí would certainly be proud of you.

But the time has now come
When you must return to the fold
Like your friend Octavio Paz returned once
To his beloved Mexico he despised so much
At times.
Memories are only fragments
But the most memorable moments
We have shared
On this April-fresh Oklahoma air
Will remain for a long time as a topic of discussion
Para los normales.





Glauco Ortolano scrive poesie, racconti, saggi, romanzi ed è traduttore e professore. È nato nella città di Americana, in Brasile, ma risiede già da quasi vent'anni negli Stati Uniti. Lavora come Editore Associato per la rivista World Literature Today e insegna lingua portoghese e letteratura brasiliana all'Università dell'Oklahoma. È l'autore del romanzo Domingos Vera Cruz, della collana di racconti Sonhalidade e della raccolta di poesie Divinosou. È membro dell'Asociación Iberoamericana de Escritores dal 1996.



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