FLASHES TERMINALI
Marinora
Federighi
Era
durante quelle ore notturne, quando il silenzio si dilatava dentro
di lui, ovattandogli i sensi, che Giorgio veniva salito dai suoi
spettri. Lasciò cadere lo sguardo sfocato verso la porta
socchiusa. Una tenue luce filtrava dalla fessura. Si sforzò
di percepire un cenno di vita. Niente.Probabilmente anche gli
infermieri stavano dormendo, approfittando del turno di notte.
Li conosceva bene, ormai. Guai ad avere bisogno, certi momenti.
Spesso tratteneva le sue necessità fisiologiche fino al
mattino. Una vera tortura, ma niente se paragonata all'umiliazione
di sentirsi trattato come un povero vecchio incontinente. Sospirò.
Ormai avrebbe dovuto soffrire ancora per poco. Sapeva bene che
la sua vita era giunta al termine. Tutto era diventato sottile
come un filo di seta, anche i suoi pensieri. Di colpo si spezzavano
e lui non ricordava più dove aveva cercato di recarsi.
Si trovava in una sorta di delirio e percepiva vaghe connessioni
tra follia, normalità, illusione. La consapevolezza della
fine era l'unica idea chiara che lo spingeva a indagare la sua
vita. La scandagliava con pazienza, attendeva fiducioso che qualche
ricordo importante emergesse all'improvviso. Ma come un pescatore
in riva ad un lago avvelenato, attendeva invano. Non riusciva
a comprendere perché la sua esistenza gli sembrava inconsistente.
Cose era rimasto? Gli spezzoni che gli giungevano erano un martellare
incalzante di ritmi sempre uguali. Lavoro-casa, lavoro-bar, moglie-due
figli. Dov'erano adesso? Possibile che fossero cresciuti senza
che lui se ne rendesse conto? Li intravedeva come rari flashes
che glieli restituivano sotto forma di foto d'album. Piatti, Non
avevano voce, né pensieri. Forse non erano mai esistiti
e la stessa vita era stata un'illusione. Nient'altro che un gioco
virtuale. Non poteva essere altrimenti.
All'improvviso percepì un'esplosione in mezzo al petto,
dove si era aperto il cratere di un vulcano. Stille di lava incandescente
fluivano. Cercò di chiedere aiuto, ma le parole rotolarono,
mute, sul pavimento.
Marinora Del Signore Federighi
è nata a Pisa, dove ha svolto il suo corso di studi. È
in possesso di un Diploma Universitario rilasciato dalla Facoltà
di Farmacia dell'Università di Pisa. Da circa 30 anni vive
a Lucca. È stata VicePresidente dell'associazione Culturale
"Cesare Viviani" di Lucca.
Precedente Successivo
SPAZIO
SAGARANA
Copertina
|