UN GIGANTESCO CAMBIAMENTO
Un'intervista e un breve testo di Noam Chomsky
Noam Chomsky
La
società americana difficilmente sarà la stessa dopo
l'undici Settembre. Secondo lei cosa cambierà nel pensiero
della gente?
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Gli attentati hanno costituito uno spartiacque per gli Usa e per
l'Occidente in generale. Se ripercorriamo la storia americana,
ci accorgiamo che questa è la prima volta in 200 anni,
dalla guerra del 1812, che il territorio nazionale viene attaccato.
Potremmo parlare di Pearl Harbour, ma ricordiamo che i due luoghi
attaccati a quell'epoca, le isole Hawaii e le Filippine, erano
colonie e non territorio nazionale. È dunque il primo attacco
al territorio e per questo assistiamo ad un grande cambiamento.
Lo stesso vale per l'Europa e per l'Occidente in generale. L'Europa
è passata per guerre sanguinose, ma sono state guerre interne.
Il Sud - quel che oggi chiamiamo Terzo mondo, le colonie - non
ha mai attaccato l'Europa, ma è stato attaccato da essa
per centinaia di anni. E' quindi la prima volta che la storia
prende un'altra direzione: le grandi potenze guerriere sono le
vittime, non più i perpetratori. È un cambiamento
gigantesco.
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E in che modo, secondo lei, questo cambiamento si è manifestato
durante le ultime settimane?
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Basta osservare la reazione degli USA e in particolare la reazione
in Europa che ha assunto una posizione riflessiva considerando
l'episodio come qualcosa senza precedenti, qualcosa di mai successo,
ecc. Questa è la verità per l'Occidente. Ma non
è vero per il resto del mondo. Questa è stata la
norma per il resto del mondo per molto tempo. Ma la cultura imperiale
è profondamente radicata e per la gente è molto
difficile capire. Sì, questo episodio è un marchio
e rappresenta anche un grande cambiamento. Il New York Times,
in un recente articolo, ha detto che da ora in poi o si collaborerà
con gli Stati Uniti o saremo distrutti. Questo non ha precedenti
storici.
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Che genere di reazione possiamo sperare dagli USA?
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Azioni di tipo violento. Queste saranno realizzate con cognizione
di causa, perché certamente sanno che persone come Osama
Bin Laden desiderano simili reazioni per sfruttarle e radunare
appoggi.
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E come rispondere ad un nemico poco convenzionale come Bin Laden?
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L'ultima volta che le autorità americane hanno deciso di
attaccare Osama Bin Laden, hanno bombardato una fabbrica di prodotti
farmaceutici in Sudan che non c'entrava nulla. Sono morte migliaia
di persone, ma non si saprà mai di sicuro, perché
il Sudan ha voluto un'inchiesta e gli USA l'hanno bloccata. Non
ho alcun dubbio sul fatto che loro, dopotutto, attaccheranno dove
vorranno.
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Cosa c'è dietro gli attentati a New York e a Washington:
odio per gli USA, religione, sentimento anti-occidentale?
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Supponiamo, forse correttamente, che gli attacchi siano stati
opera di un gruppo vicino a Osama Bin Laden, i cosiddetti afgani
che non sono necessariamente dell'Afganistan, compreso lo stesso
Bin Laden che è dell'Arabia Saudita. Sono persone reclutate
per la guerra nell'Afganistan contro i russi, armati e allenati
dagli USA. I servizi di intelligence del Pakistan reclutavano
gli elementi più violenti che riuscivano a trovare e questi
erano gli integralisti islamici del Medio Oriente. Oggi possiamo
avere un'idea precisa di ciò che vogliono. Osama Bin Laden
è stato intervistato qualche volta dal giornalista britannico
Robert Fisk, da decenni il più eminente corrispondente
del Medio Oriente. Lui lascia intendere chiaramente ciò
che vuole. E ciò che lui vuole, secondo le sue stesse parole,
è liberare i paesi islamici dagli aggressori stranieri
- prima i russi dall'Afganistan e poi gli americani dall'Arabia
Saudita, l'Egitto, la Giordania ed altri per instaurare lì
quella che loro considerano la forma corretta di regime islamico.
Questa sembra essere la loro più grande preoccupazione.
A causa di ciò, ora, persone come Bin Laden pregano affinché
ci sia un attacco massivo, così che loro possano reclutare
più gente. In quella regione c'è un enorme risentimento
per la politica degli USA, in primo luogo, e della Gran Bretagna.
Un gran numero di persone ha sofferto molto a causa loro.
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Nella guerra fredda, era comunismo contro capitalismo. C'è
il rischio di una nuova polarizzazione, ora, tra Occidente e Mondo
Islamico?
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Non è totalmente vero ciò che ha detto sulla guerra
fredda. Prendiamo un paese come il Brasile. Quando c'è
stato il colpo militare in Brasile, è stato veramente contro
il comunismo? È chiaro che no. E lo stesso vale per quasi
tutti gli avvenimenti riconducibili alla guerra fredda. I conflitti
di quell'epoca vivevano nello scenario della guerra fredda. Questo
tipo di accadimenti precedono la guerra fredda, attraversano la
guerra fredda e continuano dopo la guerra fredda. Guarda il caso
del Medio Oriente. Subito dopo il collasso dell'Unione Sovietica
il Governo di George Bush in un messaggio al Congresso sul budget
militare, nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino, ha intrapreso
un'analisi mondiale e ha fatto riferimento al Medio Oriente. Disse:
dobbiamo mantenere la maggior parte delle nostre forze di intervento
nel Medio Oriente, e ha chiarito che i russi non erano i veri
responsabili della minaccia. La qual cosa era ben vera. Dunque
hanno finto rivalità nei quarant'anni precedenti ma era
solo un pretesto. Bush è stato franco, e per sua fortuna
i media hanno taciuto riguardo a ciò .
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C'è il rischio di disseminazione di un sentimento anti-islamico
negli USA e negli altri paesi occidentali?
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Non anti-islam. Parlare di opposizione all'Islam è estremamente
ingannevole. Osserviamo i fatti. Il più grande paese islamico
del mondo è l'Indonesia che è un forte alleato degli
Usa. Lo è sempre stato. Quando c'è stato il colpo
militare in Indonesia nel 1965, estremamente sanguinoso, gli USA
lo hanno appoggiato, così come hanno appoggiato il colpo
in Brasile nel 1964, e essenzialmente per le stesse ragioni. All'infuori
del Taliban nell'Afganistan, il più radicale stato islamico
al mondo è l'Arabia Saudita, un cliente degli USA. Negli
anni '80 i cosiddetti afgani, Osama Bin Laden ed altri, reclutati,
armati e allenati dalla Cia, erano fondamentalisti islamici. Oppure
guarda ciò che è successo negli anni '80 quando
gli Usa combatterono una guerra nell'America Centrale: uno dei
nemici più grandi è stata la Chiesa cattolica. Basta
guardare la storia e gli shock tra le civiltà. Nei Balcani,
per esempio, gli Usa hanno preso i musulmani della Bosnia come
loro clienti. E lottavano contro i cristiani ortodossi.
Cosa è in ballo adesso?
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Quello che è successo è nuovo solo in scala, ma
non è la prima volta che accade. Venti anni fa, nel 1983,
l'esercito degli USA, di gran lunga la forza militare più
potente al mondo, è stato cacciato via dal Libano da un
terrorista suicida. Quando un uomo-bomba si è lanciato
contro una base militare americana, ammazzando parecchi soldati,
gli Usa si sono ritirati. I terroristi suicidi sono incontrollabili.
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Allora, come le forze armate saranno in grado di trattare con
questo tipo di nemico?
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Non ci riescono, così come non ci sono riusciti in Libano.
Questi sono problemi che dovranno essere risolti affrontando le
questioni che portano a simili situazioni. Esse crescono a partire
da qualcosa. Non si tratta qua di giustificare il crimine, ma
esse nascono da qualcosa. Non sorgono dal nulla. Vengono da un'enorme
reazione di ostilità riguardo alle politiche degli Usa
e della Gran Bretagna per quella regione. Prendi per esempio l'Iraq.
Non si può sapere quante persone sono morte a causa delle
sanzioni. Circa due anni fa, la segretaria di Stato Madeleine
Albright, di fronte al numero di mezzo milione di bambini morti
disse " Ebbene, questo è un prezzo alto, ma siamo
disposti a pagarlo ". Immagini cosa hanno sentito le persone
della regione. Pensi ai territori occupati. Le persone in Occidente
possono decidere di non prestare più attenzione, ma le
persone che si trovano lì, nella regione, sanno benissimo
chi è il responsabile. Elicotteri, aerei militari e missili
attaccano bersagli civili nei territori occupati. Sono elicotteri,
aerei e missili americani - e loro lo sanno.
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Lei intravede il rischio di una scalata di violenza: una reazione
seguita da una contro reazione e così via?
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E' molto probabile. Conosciamo questo tipo di dinamica, anche
se in scala minore. Nell'Irlanda del nord, per esempio, i due
lati vogliono uccidere come rappresaglia all'ultimo attacco inflitto.
Sappiamo come succede. E' una scalata di violenza.
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Questo tipo di terrore si può spargere per l'Europa?
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Senza alcun dubbio. Se gli europei collaboreranno con gli Usa
senz'altro accadrà.
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E che tipo di guerra lei crede che dovremo affrontare?
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Probabilmente il tipo di guerra che abbiamo visto per la prima
volta in Occidente l'11 Settembre scorso, ma che è molto
familiare al Terzo mondo, nel quale è stato così
per secoli.
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E che tipo di armi possono essere impiegate contro un nemico difficilmente
identificabile?
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Useranno la tecnologia. Ciò che gli Usa stanno facendo
ora è ciò che chiamano la rivoluzione nella tecnologia
militare. La guerra dei Balcani è stata un esempio di ciò
e anche la guerra contro l'Iraq. E' una guerra nella quale si
attacca da una grande distanza e con una forza massiccia.
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La super potenza che spende miliardi di dollari in difesa e fa
piani addirittura di costruire uno scudo anti-missile nello spazio,
portando la corsa agli armamenti alle galassie, si è mostrata
molto vulnerabile...
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Lo scudo antimissile non è destinato alla difesa. Si ricordi
di questo. Tutti gli apparati militari offensivi della storia
sono sempre stati mascherati come difensivi. Uno riesce a vendere
qualcosa come fosse una difesa, ma non riesce a vendere come attacco.
Questo è un programma di militarizzazione dello spazio
e il comando militare dello spazio è molto franco riguardo
a ciò. Ci sono documenti che spiegano molto chiaramente
quello che stanno facendo. Vogliono la militarizzazione dello
spazio per proteggere i loro interessi commerciali e i loro investimenti.
Questo aumenterà la disuguaglianza tra quelli che hanno
e quelli che non hanno e porterà più confronti.
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Dall'11 Settembre gli Americani sentono che non sono più
sicuri nella propria casa. Che conseguenze possono derivare da
questo sentimento di vulnerabilità?
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Gli Americani si sentono vulnerabili per la prima volta in 200
anni e ciò accresce il loro sentimento nazionalista.
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E cosa lei personalmente vorrebbe che cambiasse a partire di oggi
nella mentalità della società americana?
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Ciò che spero è che al posto dei sentimenti di vendetta
(sapendo che questo porterà più violenza), le persone
riconsiderino la situazione chiedendosi cosa ci sia dietro le
quinte e cosa possiamo fare per migliorare. E' l'unica forma di
protezione. Ma con il paese entrato in un frenesia nazionalista
è addirittura difficile pensare alla propria sicurezza.
(Questa intervista, realizzata da Gabriela Máximo, è
stata recentemente pubblicata sul Jornal do Brasil, di
Rio de Janeiro. )
SULLE
ESPLOSIONI
Noam
Chomsky
Gli attacchi terroristici sono enormi atrocità. In una
scala che forse non raggiungerà il livello di molte altre,
come per esempio i bombardamenti ordinati da Clinton nel Sudan
senza alcun credibile pretesto, con i quali ha distrutto metà
delle industrie farmaceutiche del paese e ha ammazzato un numero
sconosciuto di persone (nessuno sa quanto, perché gli Usa
hanno arrestato le inchieste nelle Nazioni Unite e nessuno si
preoccupa di portarle a fondo). Questo per non parlare di altri
casi molto peggiori, che facilmente vengono alla mente. Ma sul
fatto che abbiamo nuovamente assistito ad un crimine orrendo non
c'è alcun dubbio. Le vittime principali, come sempre accade,
erano lavoratori, gli addetti alle pulizie, segretarie, pompieri
ecc. E molto probabilmente diventerà un terribile colpo
anche per i palestinesi e altre popolazioni povere e oppresse.
Probabilmente tutto ciò porterà a controlli di sicurezza
molto più severi, con possibili ramificazioni che danneggeranno
i diritti civili e la libertà interna.
Gli eventi rivelano drammaticamente l'ottusità del progetto
dello "scudo spaziale". Come da molto tempo appare ovvio,
ed è stato segnalato da numerosi studiosi strateghi, se
qualcuno vuole causare danni ingenti agli USA, compresa l'eliminazione
di intere masse umane, è altamente improbabile che lanci
un attacco missilistico, che porterebbe solo alla distruzione
dei loro stessi missili. Ci sono innumerevoli modi più
facili e praticamente incontrollabili. Ma gli eventi recenti saranno
certamente sfruttati per pubblicizzare questi sistemi e dunque
per avviarne la costruzione. Il concetto di "difesa"
è solo una copertura trasparente per oscurare i piani di
militarizzazione dello spazio, e con un buon servizio di relazioni
pubbliche anche gli argomenti più deboli avranno il loro
peso tra un pubblico intimorito.
In sintesi, questo crimine è stato un regalo fatto alla
estrema destra sciovinista, quella che spera ardentemente di usare
la forza per il controllo dei propri domini. Per non parlare di
tutto ciò che le azioni future potranno innescare - altri
attacchi uguali a quello e anche peggiori. Le prospettive di fronte
a noi sono ancora più sinistre di quelle che sembravano
prima delle ultime atrocità.
Quanto a decidere su come reagire, dobbiamo prendere una posizione.
Noi possiamo esprimere un sgomento giustificato, possiamo cercare
di capire il motivo che ha portato a questi delitti, ed attuare
un vero sforzo per entrare dentro la mente dei suoi probabili
responsabili. Se optiamo per questa ipotesi, la cosa migliore
è riflettere sulle parole di Robert Fisk , la cui conoscenza
diretta e la cui forte intuizione nella politica della regione,
è incomparabile, dopo tanti anni di analisi e resoconti.
Descrivendo "la ferocia e la crudeltà spaventosa delle
masse oppresse e umiliate", lui ha scritto che "non
si tratta propriamente di una guerra della democrazia contro il
terrorismo come vorranno far credere alla gente nei prossimi giorni,
piuttosto di missili americani che distruggono le case dei palestinesi
e di elicotteri che sparano missili su un'ambulanza libanese nel
1996 e di mortai che cadono su un villaggio chiamato Qana e di
milizie libanesi pagate e appoggiate dagli alleati americani israeliani
che stuprano e assassinano nel corso dei loro assalti nei campi
di rifugiati." E ancora di più. Ripeto, abbiamo una
scelta: possiamo cercare di capire, o rifiutarci a farlo, contribuendo
in questo modo a far sì che avvenimenti ben peggiori ci
attendano in futuro.
Noam Chomsky, professore del Massachussetts
Institute of Technology ( MIT), è oggi il più importante
pensatore dissidente dello establishment politico americano. In
passato ha gettato luce su gran parte delle verità occulte
relative alla guerra del Vietnam.
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