PRESAGIO

Darcy Ribeiro


Ecco il presagio, il nero presagio,
A parlarmi in silenzio di dolori da soffrire
Più dolenti di tutti i dolori già sofferti.
Il dolore, forse, di non sentire dolore mai più.

Non solo i dolori della carne. Non solo.
Né saranno dolori maggiori, estenuanti.
Sono dolori della mia anima che bela tremante.
Dolori che prima di dolere mi dolgono già qua e ora.

Di cosa in questa vita posso ancora dolermi?
Non mi fanno già male tutti i miei dolori?
E la ruota del dolore, per caso, si fermerà un giorno?
Per quale uomo vivo essa, stanca, si è fermata?

Questo timore presago che mi assale
Sarà quello di perdere l'ultimo, estremo, bene che ho.
La vita annidiata nel mio corpo,
Con il prodigio di godere e di soffrire.

Cos'è che temo, io che niente temo?
La solitudine, forse, di un'eternità futile e inutile?
Ma che! Ciò che mi annienta è il terrore
Di non essere più, di non stare mai più qua.

Tutti voi a vivere, figli di puttana. Solo io no.


(Traduzione di Julio Monteiro Martins)




TESTO IN LINGUA ORIGINALE


PRESSÁGIO




O presságio aí está, negro presságio,
A falar-me, silente, de dores por doer
Mais doidas che todas as dores já doidas.
A dor, talvez, de nunca mais doer.

Não são dores da carne. Não só.
Nen serão dores maiores, estertórias,
São dores da alma minha, balindo, tremula,
Dores que antes de doer, já me doem aqui, agora.

Que resta nesta vida por doer-me?
Já não dói minhas dores todas?
E a roda da dor, acaso, pára um dia?
Em que homem vivo, cansada, ela parou?

Este temor pressago que me assalta
É o de perder o último, derradeiro, bem que tenho
A vida aninhada no meu corpo.
Com o prodígio de gozar e de sofrer.

Que é o que temo, eu que nada temo?
A solidão, talvez, de uma eternidade futil, inútil?
Qual! O que me arrasa é o terror pânico
De não mais ser, nem estar, jamais aí.

Vocês todos vivendo, seus filhos da puta. Só eu não.



Darcy Ribeiro, grande antropologo brasiliano, creatore dell'Universitŕ di Brasília, pedagogo e ideologo dell'America Latina, che a suo avviso sarebbe dovuta divenire la "Patria Grande", ha cominciato a scrivere poesia alla fine della sua vita - č morto nel 1997. "Presagio" č una poesia in cui l'autore tratta dalla sua stessa morte imminente.



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