LA ZANZARIERA

Sri Dao Ruang




Malai aveva una quarantina d'anni. Aveva vissuto precedentemente con il marito, un buono a nulla che andava sempre in giro a giocare d'azzardo. Dopo essersi separata si era fatta strada come lavoratrice nelle costruzioni. Il lavoro fruttava abbastanza denaro per pagare l'affitto di una stanza piccola e disadorna che condivideva con la sua unica figlia. Né la madre né la figlia avevano mai avuto cose graziose, ma l'arrivo del "genero" sulla scena annunziò un netto miglioramento: traslocarono dalla loro stanzetta piccola in una più spaziosa. La figlia diventava più bella, acquisiva in portamento perché ora aveva cose carine da indossare. E per quanto riguardava Malai, poté abbandonare il suo lavoro come trasportatrice di cemento e farsi carico della responsabilità di badare ai nipoti aiutando sua figlia nelle faccende domestiche. Malai si sentiva più felice e abbastanza contenta di quello che le stava riservando la vita; avrebbe vissuto con sua figlia e accudito i bambini per il genero. Cosa avrebbe potuto volere di più alla sua età? Aveva due cari nipotini, Tum di sette anni e Tù di tre. E, cosa più importante, non doveva più preoccuparsi di come sbarcare il lunario perché ora aveva un tetto stabile sopra la testa. La sera poteva rilassarsi guardando la televisione che il genero aveva comprato.
Benché Malai non fosse particolarmente bella, lunghi anni di fatica le avevano impedito di ingrassare e, nonostante la gravidanza, aveva mantenuto la linea. Quando cominciò a vivere sotto lo stesso tetto con il genero, Malai corresse le sue vecchie abitudini ed indossò un reggiseno.
Il marito di sua figlia era un uomo ben vestito dalla carnagione glabra e scura. Non era molto socievole e tendeva ad essere alquanto mediocre. Era di due o tre anni più giovane di Malai e lavorava per una compagnia che ricercava acqua di falda. Il lavoro talvolta implicava che lui dovesse passare la notte lontano da casa, a seconda di quanto lontano fosse il posto di lavoro o di quanto velocemente dovesse essere portato a termine. Tuttavia, aveva gran cura di sua moglie e dei suoi figli.
Non era Malai, ma sua figlia Lamdu'an che aveva cominciato a mettere su qualche chilo. Non aveva mai dovuto lavorare duro perché aveva vissuto con sua madre finché non era diventata abbastanza adulta da sposarsi. Lamdu'an aveva appena compiuto venticinque anni ed aveva due bambini. Nonostante la sua faccia apparisse abbastanza giovane lasciava visibile la fenditura nel suo corpetto largo di cotone che indossava sempre. Dopo aver delegato tutto il lavoro di casa a sua madre, usciva per andare a giocare a carte portando il bambino più piccolo sull'anca. Ogni volta che suo marito tornava dal lavoro trovava in casa più spesso la suocera che la moglie. Malai dovette avvisare Lamdu'an di interessarsi di più a suo marito e le disse che doveva farsi trovare in casa quando lui rientrava di notte, ma Lamdu'an ritornava sempre alla sua tana del gioco. Alla fine ciò causò dei problemi.


Benché non fosse molto tardi Malai aveva montato la sua zanzariera nella stanza accanto alla cucina e lei, con i suoi nipoti, era già andata a letto. I litigiosi sniffatori di colla che avevano in affitto la stanza della porta accanto non impedivano di solito a Malai di addormentarsi. Ma questa volta, per quanto ci provasse, non riusciva proprio a prendere sonno. Non riusciva a non pensare e a non agitarsi per i nipoti, che giacevano entrambi addormentati al suo fianco. Malai si mise a sedere nel letto accanto ai bambini e, alla luce, intravide gocce di lacrime scendere giù per le loro guance: "Certo, deve essere accaduto qualcosa..."
L'ansia la rendeva malinconica e depressa. Non riusciva a trovare una via d'uscita. Si dispiaceva per i nipoti e per il genero che non era ancora ritornato a casa. Sapeva che la sua giovane moglie aveva una relazione con un sergente dell'esercito? Forse lui credeva che la rabbia della moglie si sarebbe placata e che sarebbe ritornata la normalità, proprio come era sempre stato in passato. Ma Malai sapeva che questa volta la situazione era diversa e che le cose non sarebbero migliorate. Da molti mesi, ormai, Lamdu'an si era lamentata di quanto fosse stanca di suo marito. Si lagnava con sarcasmo del fatto che lui era troppo vecchio, se lui non le avesse consentito di giocare a carte si sarebbe trovata un nuovo marito e sarebbe andata a vivere con lui nel peccato. Dopo tutto, perché prendersi il fastidio di risposarsi?
- Mamma, sono ancora giovane. Ho ancora un futuro. Non vedo perché dovrei preoccuparmi. Pensavo che tu dicessi che gli uomini più anziani facessero fare alle loro mogli quello che vogliono...
Malai sapeva fin troppo bene che, se non fosse stato per il litigio di Lamdu'an con l'uomo della porta accanto con cui si incontrava, lei sarebbe scappata con lui. Fu solo a causa di quel litigio che Lamdu'an aveva dato retta ai consigli di sua madre. Ogni volta che la figlia e il genero litigavano, Malai sapeva bene che la maggior parte della colpa ricadeva su Lamdu'an. Lei non prendeva apertamente le parti del genero, osservava soltanto ciò che accadeva. Ma, nel profondo del suo cuore, attribuiva la colpa a sua figlia. Ogni volta che Lamdu'an aveva bisogno di più soldi per giocare, lei andava ad impegnare il ferro da stiro o vendeva uno dei suoi braccialetti. Quando andava a giocare a carte, usava persino il denaro dei propri figli. I suoi orecchini d'oro li aveva impegnati in una lotteria locale, avrebbe impegnato persino il televisore se non fosse stato per il deciso rifiuto di Malai. Una volta, quando il marito di Lamdu'an era tornato a casa e non aveva trovato la moglie, era andata a cercarla al circolo delle carte. Finirono per avere una grossa lite in cui Lamdu'an gli urlò contro come una matta, accusandolo di disonestà.
Erano passati due giorni da quando Malai aveva appreso, con forte imbarazzo, che circolava la diceria secondo cui lei dormiva con il genero. Non riusciva a guardare in faccia i suoi vicini. Naturalmente non era vero, benché il fatto non fosse interamente privo di fondamenti... Quando Lamdu'an aveva raccolto le sue cose ed era andata via, aveva preso con sé la grande zanzariera che era stata data loro come regalo di nozze lasciando il resto della famiglia con una sola rete da dividere, quella di Malai. Di notte Malai doveva spostarsi nella stanza del genero e montare la sua rete lì. Quando lui arrivava a casa era molto tardi e si sentiva depresso e abbattuto. E oltretutto, era ubriaco. Si arrampicava sotto la rete, tirava verso di sé i suoi figli e, per l'effetto dell'alcol, prendeva sonno immediatamente. Malai stava già dormendo al bordo della rete.
La diceria secondo cui lei dormiva con il genero si era sparsa perché un giorno Lamdu'an aveva incontrato per caso i figli per strada e aveva chiesto loro con chi dormissero, sotto quale rete ed in quale letto. I bambini avevano risposto che dormivano con la nonnina e che anche il padre dormiva con loro.
Così Lamdu'an andò in giro raccontando a tutti di quanto fosse stata colpita dall'intera faccenda.
- Se volete sapere qualcosa, allora venite qui e ve lo dirò. Nella mia vecchia casa, mia madre e suo genero dormono sotto la stessa zanzariera.
Malai comprendeva fin troppo bene quanto fosse arrabbiata Lamdu'an. Se lei non si fosse trovata un nuovo uomo sarebbe certamente andata a dare una lezione a sua madre. Comunque, le dicerie funzionavano meglio di qualunque altra cosa, qualcuno gradiva la storia, qualcuno era disgustato, altri semplicemente non ci credevano.
Una notte Malai aveva deciso che quando fosse arrivato a casa il genero, lei sarebbe andata a dormire nella camera accanto alla cucina, come aveva sempre fatto nel passato. Aveva già comprato qualche insetticida contro le zanzare.
Sua nipote era stesa e mormorava appena nel sonno:
- Babbo, babbo, dove è andata mamma?
Malai prese la piccola tra le sue braccia mentre le lacrime le riempivano gli occhi. Che fatto malvagio era venuto a tormentarle? Una volta aveva amato ed allevato sua figlia, dispiacendosi per lei che non aveva un padre. Ma ora, la forza del suo attaccamento alla figlia non era neanche lontanamente paragonabile a quella che lei provava nei confronti dei nipoti. Cosa sarebbe successo se loro padre un domani se ne fosse andato e si fosse risposato? Sarebbero stati trattati male dalla loro matrigna? Lamdu'an era una madre veramente malvagia per non aver portato con sé i bambini. Malai non era preoccupata per sé. Se non c'era nessuno ad aver cura di lei, era ancora abbastanza forte da cercare un lavoro come cameriera in casa di qualcuno. E per quanto riguarda gli sceneggiati in televisione, avrebbe potuto smettere di guardarli.
Si era fatto più freddo. Malai risistemava la coperta attorno ai nipotini ogni volta che si rigiravano. Andò a prendere una camicia con le maniche lunghe e la mise su quello che indossava prima di ritornare a sedersi, perfettamente sveglia, sotto la zanzariera. Se fa così freddo qui, allora fa anche più freddo in provincia, pensò Malai ricordando la sua infanzia vissuta con i genitori nella propria casa sulla loro terra. Ricordava come i manghi ed i sadao maturavano pressappoco nello stesso periodo. Adesso era la stagione in cui i piccoli gamberetti nelle acque fresche cominciavano a mostrare gli occhietti neri. E se si passava una mezza nottata in barca, si potevano pescare abbastanza pesciolini da riempire un grosso secchio di salsa di pesce. Se sua madre avesse avuto meno figli, forse Malai non sarebbe dovuta andare in cerca di lavoro in città, quando era ancora una ragazza. Ora, benché le sarebbe veramente piaciuto ritornare a casa in campagna, non le era rimasto nulla. Tutti i fratelli e le sorelle si erano spostati per trovare un lavoro in città, ora non era rimasto nessuno.


Un rumore giunse da fuori. Era il genero che tornava a casa. Non ci fu bisogno che la puzza del whisky si spandesse oltre la rete per farle comprendere che lui era ubriaco. Cadde rotolando per terra mentre si piegava per togliersi le scarpe, afferrò le sue mutande e si andò a cambiare d'abito fuori dalla stanza da letto. Malai diede un'altra occhiata ai nipoti per assicurarsi che la coperta fosse a posto. Decise di uscire per andare a dormire nella sua camera una volta che il genero fosse rientrato.
- Non c'è bisogno. Andrò io a dormire fuori - disse lui.
- Non preoccuparti. Ho già comprato un po' di insetticida contro le zanzare - obiettò Malai.
- Ho l'impressione che dovrò mandare i ragazzi a vivere con mia madre in campagna - disse. E suo malgrado aggiunse qualcosa sulla zanzariera. Ma Malai non afferrò quello che aveva mormorato il genero a proposito della zanzariera. Era troppo spaventata per quello che sarebbe accaduto ai nipoti. Era talmente preoccupata per loro che le sembrava fossero figli suoi.
- Per quale ragione al mondo? Hanno cominciato la scuola qui, dovrebbero restare qui. La loro nonna in provincia è vecchia. Per lei sarebbe un altro fastidio e poi non c'è nessun valido motivo.
Lui non disse nulla, né si rabbuiò o fece obiezioni. Nei suoi confronti Malai era di solito molto accorta nel comportamento. Dal momento che loro erano soltanto parenti acquisiti, lei non osava proporsi come "madre". Lui, d'altro canto, si sarebbe sentito in imbarazzo, dato che non era molto più giovane di lei. Ogniqualvolta parlavano l'una con l'altro evitavano sempre pronomi che potessero marcare la relazione madre-figlio.
- Ho sentito che Lamdu'an è andata a vivere con un altro uomo - disse lui, sprofondando al fianco della zanzariera. Dalla sua voce pareva che stesse parlando di una faccenda ordinaria, comune. Sebbene fosse ubriaco, aveva ancora il controllo di sé.
- Questo è quanto si dice. Ma non lo so per certo - rispose lei con una certa riluttanza. Era steso di fianco alla zanzariera e, poggiandosi sulle braccia ripiegate sul cuscino, fissò il soffitto come se qualcosa avesse attirato il suo interesse.
Malai esitava. Non era sicura se avrebbe dovuto dormire con lui sotto la stessa rete o andare a dormire nell'altra stanza senza zanzariera. Se lui fosse rimasto steso accanto alla rete, con tutte le zanzare a ronzargli intorno, allora avrebbe dovuto permettergli di entrare a dormire con loro.
- Non alzarti - disse lui, - Rimani dove sei. Tù si sveglia sempre di notte, piangerà ancora per sua madre. Non posso badare a lei. Accenderò io stesso la spirale -. Era come se leggesse il pensiero della suocera. Malai gli passò il cuscino e la coperta ed andò a prendere quella sua dalla stanza di fianco alla cucina. Dopo tornò a letto al fianco dei nipotini.
Intorno tutto era silenzioso. Il silenzio fu scosso da un inatteso verso di cuculo. Inatteso perché dietro le case non era rimasta più molta terra selvaggia, dove poteva trovarsi un cuculo. Malai non riusciva ad addormentassi. Giaceva lì sul suo lato con gli occhi bene aperti. Il genero si schiarì la gola poche volte prima di rimanere silenzioso. Nella luce fioca di una lampadina elettrica, lasciata accesa per la notte, lei credette di vedere il genero rigirarsi si di sé ed affondare la faccia nelle proprie mani. Lui non era interessato né al cuscino né alla coperta e né tantomeno dava segni di volersi alzare per prendere l'insetticida. Aveva quasi voglia di andarlo a prendere per lui e lo avrebbe fatto se non avesse sentito qualcosa - un pianto sommesso. Respirava calmo, inspirava e espirava attraverso la bocca, come se avesse il naso chiuso. E di tanto in tanto colpiva una zanzara.
Malai si sentiva a disagio, anche se lei era sotto la rete. Difatti, se avesse steso la rete il più possibile, sarebbe diventata adatta a che ci dormissero quattro persone strette assieme. Dopo tutto, non sarebbe stata la prima volta che dormivano a questo modo. Purtroppo i bambini erano piccoli e lei si era distesa sul suo lato, attaccata al muro, per dare più spazio a loro e al genero. Ricordò lo scandalo che aveva creato e si sentì completamente confusa su quello che avrebbe dovuto fare. Suo genero stava ancora piangendo sommessamente e alla fine lei decise di alzarsi per allungare la zanzariera in modo da coprirlo. Ma arrivava appena a metà. Trattenendo il respiro, Malai tirò il genero per le spalle dentro la rete.
- Vieni dentro. Ti stanno pizzicando fino alla morte lì fuori.
Lui alzò la testa.
- Lamdu'an non sembra molto preoccupata per i ragazzi.
Sembrava che non avesse più forza. Si avvicinò e affondò la sua faccia nel grembo di Malai, mentre le lacrime gli riempivano gli occhi. La testa girava e benché avesse bevuto per affogare il dolore, il cuore palpitava ancora in ansia.
Era come se la terra avesse smesso di girare. Le lacrime cominciarono a riempire gli occhi di Malai, mentre lui le ispirava un misto tra pietà e desiderio. Toccò piano le spalle del genero e furono attratti come lo sono un uomo ed una donna. Le dicerie del giorno prima, che avevano ingigantito la realtà, erano vagamente tra i suoi ricordi ed ora, tutto d'un tratto, sembravano essersi avverate, come se tutto fosse stato predestinato.
In quel momento, all'improvviso, Malai trasalì per la sorpresa.
- Nonna! - gridò la nipotina più piccola. - Quello è papà -. In quell'istante la piccola schizzò fuori dalla stessa zanzariera...




(Questo racconto è stato tratto da "L'amato difetto e altri racconti", Besa editrice, Lecce, 1998, traduzione di Giuseppe Striccoli e Anna Simone)


Sri Dao Ruang è nata nel dicembre del 1943 nella provincia di Phitsanulok, Thailandia Centrale, da una famiglia poverissima, e viene avviata comunque presto alla lettura dal padre ferroviere. Emigra a Bangkok dove fa i lavori più umili per sopravvivere. Questo periodo sarà molto importante per la sua produzione letteraria successiva. L'incontro con Suchart Savatsi, suo futuro marito e noto editore tailandese, la spinge a riprendere la lettura e la scrittura divenendo in breve una famosa scrittrice acclamata per l'originalità e il vissuto delle proprie storie. Vincitrice di vari premi letterari, le sue opere sono state tradotte in diverse lingue e sono attualmente oggetto di studio in varie università inglesi e americane..
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