Vedo dure campate di pietra Alberto
Pellegatta
Vedo dure campate di pietra da
questo schermo d'ingegno. Sono le due direzioni del corpo, elaborate e
eventuali. Salivano da una curva a dieci metri dall'acqua, ferme all'albero
vincolato e ultramorto. I circuiti di siepi, il grande salone del mondo
e la veranda, il posto delle seghe nella torre. Negli
anni sessanta è stata una casa di cura, un posto imbiancato nel verde, un
acquario tiepido. I mobili non so, sono spariti; le palafitte nel lago, per
difendersi e resistere, a noi non sono servite. Ciò che rimane scende
nel parco e nei vincoli condominiali, insieme ai miei gattopardi.
Alberto
Pellegatta è nato a Milano nel 1978. Si è laureato in Filosofia
all'Università degli Studi di Milano. Nel 1999 ha ottenuto una borsa di
studio presso l'Università di Barcellona (Spagna). Sue poesie sono state
pubblicate su riviste (Lo Specchio della Stampa, Le nostre ragioni, Il ramo d'oro,
Pordenonelegge, Nuovi Argomenti, La clessidra ecc.) e inserite nell'antologia
di Mario Santagostini I poeti di vent'anni (Stampa, Varese 2000). È
autore della raccolta in versi Mattinata larga (Lietocolle, Faloppio 2002).
Ha vinto il Premio Nazionale di Poesia Città di Meda 2002 e il Premio Amici
di Milano 2002. È stato antologizzato per Mondadori nella Nuovissima
poesia italiana a cura di Cucchi e Riccardi. Recentemente ha vinto il Premio
biennale Cetonaverde Poesia. Traduce dallo spagnolo e scrive d'arte. Collabora
come critico a Gazzetta di Parma, Almanacco dello Specchio, Nuovi Argomenti,
Caffè Michelangiolo, La Provincia e Almanacco del Ramo d'oro.
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