Finibusterrae

Vittorio Bodini


Vorrei essere fieno sul finire del giorno
portato alla deriva
fra campi di tabacco e ulivi, su un carro
che arriva in un paese dopo il tramonto
in un'aria di gomma scura.
Angeli pterodattili sorvolano
quello stretto cunicolo in cui il giorno
vacilla: è un'ora
che è peggio solo morire, e sola luce
è accesa in piazza una sala da barba.
Il fanale d'un camion,
scopa d'apocalisse, va scoprendo
crolli di donne in fuga
nel vano delle porte e tornerà
il bianco per un attimo a brillare
della calce, regina arsa e concreta
in questi umili luoghi dove termini, Italia, in poca rissa
d'acque ai piedi d'un faro.
E' qui che i salentini dopo morti
fanno ritorno
col cappello in testa.




Vittorio Bodini è nato a nel 1914 a Bari, ma di famiglia e formazione leccese, e morto nel 1970 a Roma. E' considerato tra i maggiori interpreti e traduttori italiani della letteratura spagnola (Lorca, Cervantes, Salinas, Rafael Alberti, Quevedo). Fondamentali sono ancora oggi i suoi studi: I poeti surrealisti spagnoli (Torino 1963) e sul Barocco di Gòngora (Roma 1964). Ma è stato anche e soprattutto un poeta, che ha attraversato tutte le avventure artistiche del Novecento europeo. Il testo pubblicato è incluso in Poesie (Besa, Lecce 1996).


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