Notturno oppresso

Carlos Drummond de Andrade

 


L'acqua cade nella cassa con una forza,
con un dolore! La casa non dorme, è stupefatta.
Permangono i mobili incarcerati
nella loro povera materia, ma l'acqua si diparte,

L'acqua protesta. L'intera notte essa bagna
con il suo pianto feroce, col suo gridio.
E sui nostri corpi si fa voluminoso
un lago nero di non so quale infuso.

Ma non è paura d'una morte d'affogato,
l'orrore dell'acqua che picchia i nostri specchi
e raggiunge gli scrigni, i libri, arriva alla gola.
È il sentimento d'una cosa selvaggia

sinistra, irreparabile, lamentevole.
Oh! precipitiamoci nello spesso fiume
che abbatté l'ultima parete
tra le scarpe, croci, e i pesci ciechi del tempo.

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(Traduzione di Giuseppe Ungaretti)


Carlos Drummond de Andrade


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