IL PRIMO DOLORE

POESIE DI FERNANDO FIORESE TRATTE DAL LIBRO ANCORA INEDITO "IL PRIMO DOLORE"

 

ARTE POETICA

perché so di tutti i libri
solo il silenzio
perché il numero non calcola
l'età che avevamo
quando arrivò la paura
perché lo specchio offre i suoi rovesci
perché immoliamo l'infanzia nella parola

la parola che nulla genera
né si distrugge

 
  CLARISSE A NOVE ANNI

1
bambina è non conoscere
le sponde della donna

2
ramoscelli le bastano
per un giardino. segreto 

3
nel quaderno impara
ad amar la linea

4
prima ancora dell'alfabeto
traspare la parola

5
in riso trasforma la pioggia
quando non è disastro

6
nella scrivania un globo
le insegna le distanze

7
con figure del calendario
pascola la camera per il ballo

8

negli occhi senza risacca
preannuncia Troia distrutta

9
bambina è una donna
che scompone la sua ombra
CONTEMPLAZIONE DEL FIGLIO

a Nando

e sono mie queste mani
- o lo sono state
prima di immolare
il primo quaderno

sto in questo sguardo
nei gesti dinoccolati
nella paura degli insetti sto
- o sono stato
quando la misura dell'uomo
ancora stupiva

sto nello specchio
antico e fosco
dove non entra
colui che mi oltrepassa
 
  CASA PATERNA

a Cláudia, sorellina

ci sono età che aspettano
in ogni stanza della casa

per essere qui
tante morti abbiamo attraversato
POST-SCRIPTUM

la favola della voce finita
in questa pagina
senza nulla
appena un segno
che il pugnale aveva sognato

 


GLI AMANTI

a Maria das Graças

dalle origini sapevamo
la misura della paura
la cura
di chi contempla il corpo
anteriore al corpo
(Traduzione di Vera Lúcia de Oliveira)


Fernando Fiorese è nato a Minas Gerais, Brasile, nel '63.
Ha pubblicato fino ad ora tre collane di poesia, un saggio sul cinema di Buster Keaton, e diversi altri scritti sparsi nel suo paese, nel Portogallo, in Italia e negli Stati Uniti. 
.




.
TESTI ORIGINALI IN LINGUA PORTOGHESE

.

ARTE POÉTICA

porque de todos os livros sei
apenas o silêncio
porque o número não calcula
a idade que tínhamos
quando o medo chegou
porque o espelho oferece seus avessos
porque imolamos a infância na palavra

a palavra que nada gera
nem se destrói
 
  CLARICE AOS NOVE

1
menina é não saber
as margens da mulher

2
gravetos lhe bastam
para um jardim. secreto

3
no caderno aprende
a enamorar a linha

4
antes mesmo do alfabeto 
transparece a palavra

5
em riso demuda a chuva
quando não o desastre

6
na escrivaninha um globo
leciona suas distâncias

7
com figuras de calendário
apascenta o quarto para o baile

8
nos olhos sem ressaca
prenuncia Tróia conflagrada

9
menina é uma mulher
desmontando a própria sombra
CONTEMPLAÇÃO DO FILHO

a Nando

e são minhas estas mãos
- ou foram
antes de imolar 
o primeiro caderno

estou neste olhar
no desengonço dos gestos
no medo de insetos estou
- ou estava
quando a medida do homem
ainda assombrava

estou no espelho 
antigo e turvo
onde não cabe
este que me ultrapassa
 
  CASA PATERNA

a Cláudia, maninha

há idades esperando
em cada cômodo da casa

para estar aqui
atravessamos muitas mortes
POST-SCRIPTUM

a fábula da fala finda
nesta página
sem nada
apenas um signo
que o punhal sonhara
 
  OS AMANTES

a Maria das Graças

desde as origens sabíamos
a estatura do medo
o esmero
de quem contempla o corpo
anterior ao corpo


       Copertina