TELEGRAMMA,
LINEA DI CADUTA
Bozidar
Stanisic
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Se
questo crescente formalismo non verrà equilibrato dall'umanesimo,
cioè dall'uomo, cioè dalla sofferenza umana,
dalla poesia, dai patimenti, in questo nuovo Sahara io morirò,
io e le mie opere.
Del resto, non solo io.
(Witold Gombrowitcz) |
quattro luglio 1996
stop mattina stop sembra stop
importante anche questa data stop fino a poco fa la pioggia
cadeva stop vera pioggia stop niente affatto falsificata stop
l'unico impero rimasto stop la radio ripete stop
oggi festeggia qualcosa stop dal tetto in giardino caduti stop
sulla dura terra dei passeri stop risultato della caduta
tre morti uno sopravvissuto stop immaturi tutti
stop glabri sani ancora stop sia i morti sia quello vivo stop
il vivo si è fatto sentire stop subito stop così
lo abbiamo
trovato stop cip cip stop mezzogiorno stop guardo
CNN news stop vieni qui dice mio figlio stop
a me dici che la TV rincretinisce stop il passero più
non apre il becco stop non salveremo più
gli uccelli stop questa è l'ennesima volta stop
le nostre azioni di salvataggio falliscono stop perché
stop l'uccellino davvero non apre il becco stop
ha bisogno della madre stop punto di domanda stop ha bisogno
del nido stop le nostre mani non sono nido
stop forse sono fredde stop chissà stop
forse anche questo l'ha ucciso la linea di caduta stop dico
così stop o non conosciamo i componenti della saliva
della madre dell'uccellino stop dicono
sono importanti anche i granelli di sabbia stop contengono calcio
stop
forse non sappiamo stop tutto sul tratto digestivo degli altri
stop
per noi è importante la nostra digestione stop
forse stop quello che cade assorbe in sé qualcosa del freddo
del mondo stop forse esso uccide più presto di
un freddo più vicino e più noto stop non so
sto solo parlando stop estate davvero stop l'estate stop
confonde le idee stop l'estate e il pensiero del freddo stop
il becco aperto dell'uccello morto becca il vuoto
stop è solo apparenza stop è solo lo stile della
morte
aviaria stop basta discorsi irrilevanti stop stancano non stop
stop stop stop
pensare occorre
stop freddamente stop cose
serie stop chi non si inserisce in un contesto serio
si distenda accanto a quel muto becco stop
consiglio due punti prima bisogna fermare il respiro stop
stop ecco un nuovo problema CNN stop
vacche pazze stop accusate di anormalità
stop gli sta bene stop uscite dall'ordine costituito stop
per la mammella le tirano sempre stop spesso le picchiano anche
stop una volta all'anno le portano all'inseminazione stop per
inciso anche
a un grammo di felicità stop impazzite stop uscite dal
cerchio
stop non hanno più saputo trovare la strada del buon vecchio
cerchio
stop stop
chi pagherà
questo telegramma stop
così lungo stop inutile stop
senza destinatario stop come andrà al mercato
delle parole stop come andrà incontro al tempo stop
troviamo un indirizzo stop almeno
sia pure anche sbagliato stop venderlo in borsa stop
sarebbe conveniente stop o a un museo di non-comunicazione
stop ancor meglio
post scriptum senza
punti di domanda stop i punti di domanda
costano stop splendente momentaneità stop
mostraci la porta stop non dire nulla
stop non è necessario stop io ho visto la morte
degli attributi stop la nudità degli oggetti i verbi mi
tormentano stop
mi dissero che le candele fino all'alba non ardono stop
non so stop occorre accendere qualcosa che illumini stop
cosa importa anche se ancora non è notte
stop se non abbiamo dimenticato come osservare la fiamma stop
dire alla fiamma stop qualcosa stop che un alito d'amore abbia
stop o di oblio stop la scelta è facile stop
andiamo al mare stop ammutoliamo davanti al mare stop
solo per un attimo stop solo per un attimo stop e diciamo
acqua conchiglia pesce barca stop nube e mano
stop
restiamo fino al
crepuscolo stop ascoltiamo stop
come la marea risciacqua la sabbia e le rocce stop
pensiamo stop qualunque cosa stop antiche àncore
affondate stop anfore irrecuperate
stop sogni di seppie stop perché ci tremano le dita
talvolta
stop perché
stop
sorriso stop gratuito
stop
alla fine stop con una manciata di spuma di mare
Bozidar Stanisic è nato a Visoko (Bosnia) nel 1956. Già
professore di lettere a Maglaj, località a nord di Sarajevo,
dal 1992 vive con la sua famiglia a Zugliano, in Friuli. Oltre ad
offrire il suo attivo contributo letterario, pubblicistico ed educativo
a diverse iniziative di pace e non violenza per i diritti civili
dei rifugiati e degli stranieri, Stanisic ha sempre collaborato
alle inizative culturali dell'Associazione - Centro di accoglienza
"E. Balducci", con cui ha pubblicato le raccolte poetiche Primavera a Zugliano (1994), Non-poesie (1995) e Metamorfosi
di finestre (1998). Diverse di queste liriche sono state incluse
nel Quaderno Balcanico I della collana Cittadini della
poesia, diretta da Mia Lecomte (Loggia de' Lanzi ed. 1998) e
in Conflitti - Poesie delle molte guerre, a cura di Idolina
Landolfi, (Avagliano ed. 2001). In prosa, oltre a numerosi contributi
letterari e saggistici in riviste e quotidiani, ha pubblicato le
raccolte di racconti I buchi neri di Sarajevo (Trieste 1993),
uno dei quali è stato inserito nel Dizionario di un paese
che scompare, a cura di Nicole Janigro (Roma 1994), Tre racconti (Associazione - Centro di accoglienza "E. Balducci ed. 2002)
e Bon voyage ( nuova dimensione ed.2003); ed è presente
con un racconto in Provincia pagana, Storie dell'estremo Nord-Est
- un'antologia di fine millenio, a cura di Gianni Spizzo (Trieste
1999).
Alcuni dei suoi lavori sono tradotti in sloveno, francese e albanese.
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