HILDETE

Rubem Fonseca



“È stata picchiata dai genitori quando era ancora in fasce, molestata sessualmente a otto anni, mendicante a tredici, prostituta a quattordici, incinta a quindici anni – una dottoressa compassionevole le procurò l’aborto clandestinamente, ragazza madre a diciotto anni, picchiata e sfruttata dagli uomini con cui ha vissuto, riuscendo comunque a superare tutto. Questa sei tu, Hildete, trasmetterai questo messaggio a milioni di persone: ho toccato il fondo, ho passato le peggiori sofferenze, ma ho voltato pagina e il mio esempio può esser seguito da tutti.”
“Mi vergogno a dire così. È una bugia, signor Alex.”
“Ti faremo diventare una persona famosa. E ricca.”
“Non sono mai stata stuprata.”
“Ti serve questa immagine. Non te ne pentirai. Qual è il problema di esser stata stuprata? La gente vede con simpatia, direi quasi con ammirazione, una donna stuprata.”
“Mendicante…”
“Se ti da fastidio lo leviamo, lo sostituiamo con «ha sofferto la fame».”
“Prostituta…è troppo.”
“Hildete, Zé è un esperto di immagine, sa cosa sta facendo, niente di tutto questo ti sminuirà, cioè, la persona che eri e che sarai. Ti farà migliore. Un essere umano che supera la sofferenza, la disgrazia, gli orrori che tu, tra virgolette, hai affrontato e volta pagina, acquisisce una grande autorità morale. Togliamo la mendicante ma tutto il resto rimane, riconosco che esser mendicante indica una mancanza totale di dignità. Ma prostituta ha delle connotazioni preziose, stimola l’immaginazione. Le grandi eroine della letteratura, dell’opera lirica, del cinema, della Storia, erano tutte meretrici.”
“Le chiamavano cortigiane, etere, sacerdotesse dell’amore.”
“È il più antico dei mestieri. In tutti i paesi civilizzati e colti, questa attività esiste ed è considerata legittima.”
“Hai appena sentito l’opinione di due donne, Hildete.”
“Via la mendicante? Sei tu che comandi, Alex ma, secondo quanto avevamo deciso, lei doveva essere pure mendicante.”
“L’ultima parola è la mia, Zé, il mendicante non ha brio, dignità, anima. Sarebbe meglio ladra, ma lei non sarà nemmeno quello, i ladri solo al cinema e anche lì bisogna vedere…Mi pare che Hildete sia stanca, chiudiamo qui. Domani ne riparliamo.”
“Io non sono stanca”.
“Ma noi dobbiamo discutere gli altri argomenti urgenti della scaletta, cose che non ti riguardano. Non parlare del nostro progetto con nessuno. Nemmeno con tua madre.”
“Signor Alex, si è già scordato che io non ho padre né madre?”
“Non me lo sono dimenticato. Madre è una metafora. Madre include miglior amica, fidanzato, confessore, psichiatra, capito?”
“Non ho niente di tutto questo.”
“Quel che voglio dire è che non lo deve sapere nessuno. Nemmeno le altre persone di qui. Solamente noi quattro, riuniti in questa sala, sappiamo quel che stiamo preparando. Oltre te, chiaro. E... chiamami Alex, come fanno tutti.”
“Va bene…Alex. Ti telefono per fissare un nuovo appuntamento?”

“Chiamo io. Domani ti trasferirai in un posto molto confortevole che abbiamo preparato, tutto ammobiliato, con tv, video, tutto. Nel frattempo, evita di uscire spesso di casa, riceverai il cibo dei migliori ristoranti, stai tranquilla. Forse una delle ragazze verrà ad abitare con te.”
“Non importa.”
“È per farti compagnia. Ciao Hildete. Telefono io.”
“Chiudi la porta a chiave, Zé.”
“Penso che sia perfetta sotto molti punti di vista. Non ha famiglia – e questo può essere il suo asset più importante, è bella, è donna, nemmeno…”
“Poteva solo essere donna, Lili.”
“Perché? Anche un uomo poteva esser passato per tutto questo. Eccetto rimanere incinta, chiaro.”
“ Lascia che Lili continui, Selma.”
“ Stavo dicendo che Hildete è perfetta perché non ha famiglia, è bella, è donna, né bianca né nera, quella cosa nordestina…”
“ Che cosa nordestina? Che vorresti dire con questo?”
“ Selma, sto parlando di biotipo.”
“ Sì…biotipo di che?”
“ Io so che è biótipo.”
“ Tu hai parlato di biotipo, come se fosse una parola parossitona, con l’accento tonico nella penultima sillaba. Ti hanno sentita tutti.”
“ Il dizionario ammette tutte e due le forme. Quella cosa dell’uso popolare…”
“ Zé, è per questo che la lingua portoghese sta diventando una merda. Per via dell’uso popolare…”
“ Oggi si è svegliata con le palle girate.”
“ Non mi provocare, Lili.”
“ Hai iniziato te, correggendomi.”
“ Ragazze, ragazze…”
“ Qual è la cosa nordestina di cui parlavi?”
“ Lili voleva dire una ricca composizione etnica. Qualcosa di tipicamente brasiliano.”
“ Grazie, Alex, era proprio quello che volevo dire. Contenta, Selma? Non stavo parlando male dei bahiani. Tu sei di Bahia, vero?”
“ Per piacere, non cambiamo discorso.”
“ Insomma, la nostra ragazza ha le qualità necessarie, è intelligente, likable, bella, probabilmente riuscirà anche a imparare la parte: picchiata in casa fin da piccola, forse nella culla addirittura – si può ricordare di questo episodio in una seduta analitica, creeremo la testimonianza dello head shrinker, so che Zé sta considerando la possibilità –, stuprata a otto anni con squisita ferocia – dal padre, sarebbe l’ideale – bambina affamata, una di quelle mendicanti che chiedono l’elemosina vagando per le strade – ah già…la mendicante non la fa più –, prostituta a quindici anni, ragazza madre, sposata a diciotto, aggredita quotidianamente dal marito e dagli altri uomini che ha avuto. Domando, visto che siamo già in una brainstorm: perché non troviamo qualcun altro a cui siano successe queste cose? Non dovrebbe essere difficile.”
“ La produzione ha cercato. Ne abbiamo trovate due o tre, soltanto carine, la nostra protagonista dev’essere molto bella, ed erano tutte degli stracci, alcolizzate, malate, brutte, sdentate.”
“ Un dentista la sistemerebbe e potrebbe dire che i suoi bei denti erano posticci, quelli veri furono spaccati dalle botte del marito, o un altro delinquente che avremo creato per stuprarla. Avrebbe impatto, punch, siete d’accordo?”
“ Ma, Lili, le donne che la produzione ha scovato erano, a parte il resto, troppo stupide, e per questo non c’è dentista che tenga.”
“ E poi non erano passate per tutte le disgrazie che appiccicheremo a Hildete. Erano state soltanto stuprate e ne toccavano dai loro uomini.”
“ Hai ragione, Zé, dovevano anche mentire. Tutti mentono, ma non tutti sanno mentire.”
“ Spero che Hildete impari a mentire nel modo in cui abbiamo bisogno.”
“ Glielo insegneremo. Se c’è una cosa che la donna impara a fare è mentire. E non c’è bisogno d’essere intelligente.”
“ Te lo sai bene quello che stai dicendo…”
“ Smetti di sfottere, Selma?”
“ La lingua portoghese sta diventando una merda anche per la mania di certe persone di usare parole straniere invece delle espressioni corrispondenti della nostra lingua.”
“ C’è brainstorm in portoghese? E come sarebbe?”
“È una parola idiota che indica un procedimento utilizzato con lo scopo di trovare la soluzione di un problema attraverso una serie di idee. Socrate ci ha dato una parola migliore inclusa nella lingua portoghese, ma tu nemmeno sai chi era Socrate.”
“ Vi ho chiesto, per piacere, di smettere di litigare.”
“Se ti scopi un’altra volta quella vacca della Selma, io vi sputtano tutti quanti.”
“ Che sta bisbigliando Lili, Alex?”
“ Ha detto che non vuole litigare con te, Selma.”
“ Oggi la riunione è molto movimentata. Ragazzi, abbiamo un progetto che avrà successo e stiamo a perder tempo a tirarci delle stupide frecciatine.”
“ Hai ragione, Zé.”
“ Hildete rappresenterà questa verità – la persona è quello che la sofferenza fa di essa. Tutti gli esseri umani soffrono. Ma se tu superi gli infortuni e le umiliazioni che hai subito, se cancelli i segni delle bastardate che hai fatto, se vinci le debolezze che ti obbligavano ad arrenderti, se ti scrolli di dosso la merda che hai incontrato lungo la strada, tu diventerai una persona forte, redenta e degna. Una persona buona e bella.”
“Sembra un consiglio di auto-aiuto: come liberarsi dalle cicatrici della vita e dalle pene dell’inferno.”
“ Allora non mi sono spiegata bene, Alex. Chiaro che non useremo quello che io ho detto in modo esplicito, sarà una cosa più subliminale. La vita è proprio un inferno, ma se esiste l’inferno, anche il paradiso può esistere. Hildete, dirà, insomma, come tu stesso hai suggerito, io sono la sofferenza che ho vissuto e sono anche la pagina che ho girato. Il tono sarà confessionale, non avrà vergogna ad aprire il cuore, le persone si vogliono confessare, la Chiesa cattolica inventò questo trucco migliaia di anni fa e funziona ancora oggi. I fottuti si identificheranno con Hildete, diranno, sto nella merda fottuto, ma posso cambiare pagina anche io. La nostra idea avrà un seducente effetto catartico. Il miglior Aristotele.”
“Zé, è tempo che tu ti liberi di questi filosofismi che hai imparato nel seminario. Meno male ti hanno buttato fuori.”
“ Guarda che succede a dar perle ai porci.”
“ Ve l’ho chiesto per piacere, ragazze. Lasciate che Zé finisca il suo discorso.”
“ Come stavo dicendo, abbiamo bisogno di una cosa mistica, va di moda, ma non può essere Gesù, Gesù è già inflazionato, aggiungiamo anche Buddha, Krishna, Confucio, angeli e arcangeli, oxalà e olorum, meditazione trascendentale e tutte quelle furbate indiane. Hildete deve piacere a tutti.”
“ Buddha, Confucio, Olorum? Zé, ho paura che la tua ricetta confonda le idee.”
“ Ma, Alex, non può essere solo Gesù. Gesù ha rotto le palle.”
“ Ma fa ancora ascolti.”
“ E oggi Hildete cos’è? Una beata bigotta che si dedica alla carità?”
“ Beata no, di puttane che son diventate beate c’è già pieno, non funziona più. Timorata di Dio sì, caritatevole anche. Gesù ci può stare, con discrezione, questa cosa della Redenzione, della Salvezza che Cristo offrì quand’era sulla croce e nella quale credono milioni di persone. Della macumba non c’è bisogno. Ma oltre alle redenzioni necessarie lei deve aver vinto nella vita, raggiunto una qualche forma di successo, e il successo ha sempre implicazioni mondane, materialiste, che dobbiamo trattare con tatto e intelligenza. Zé, butta giù un profilo intellettuale, mistico, filantropico, vittorioso, sociale, morale, tutti quegli ingredienti che infileremo in Hildete, ma vacci piano con la cosa mistica, non siamo mica una Chiesa! Fondamentalmente il punto è: come è riuscita ad uscire dalla merda, dal fondo del pozzo, avendo successo nella vita, e diventando un esempio, un modello pieno di virtù, da imitare. I suoi consigli saranno oro colato, tutti li vorranno ascoltare, tutte le volte che apparirà. Dobbiamo farla provare molto. Lili, definisci le caratteristiche fisiche ideali, se è necessario metterle le lenti, tingere i capelli, rifare il naso, il seno, il culo o un'altra parte, facciamolo. Dobbiamo cambiare il suo aspetto affinché nessuno la riconosca.”
“ E chi andrà ad abitare con lei, vigilando, insegnandole l’ABC?”
“ Qualche volontaria? Nessuno si offre? Sceglierò una di voi due, siete entrambe capaci di allenarla. Io darò un orientamento di base. Chi indicherò non si potrà tirare indietro, Capito?”
“ Lo sapevo che tanto toccava a una di noi due!”
“ Sapete che non può essere nessun altro, cazzo.”
“ Mi sono dimenticata una cosa. Dobbiamo ammazzarle il figlio.”
“ A che età?”
“ Il bambino dovrà avere una malattia terribile, già grandicello, entrando e uscendo dall’ospedale, e lei al suo capezzale a soffrire.”
“ Figlio di uno stupro?”
“È una buona idea.”
“ Penso che sarebbe meglio trovare un ghost per scrivere la sua autobiografia e pubblicare il libro. Lo fanno negli States.”
“ Ottimo suggerimento, Lili.”
“ Ci avevo già pensato io all’autobiografia, te ne avevo parlato, Alex. Te lo sei scordato?”
“ OK, Selma, tu ti occupi della autobiografia. Quello che lo scriverà dev’essere affidabile. Molto. Se apre il becco, siamo fottuti.”
“ Basta pagare bene perché non parli. Io lo so come son fatti questi scrittori.”
“ Non può essere nessuno di quei cretini famosi.”
“ Chi si occuperà dei mass media?”
“A questo ci penseremo dopo, lo show sarà già iniziato, il cast della produzione se ne occuperà. È la routine.”
“Dobbiamo anche cambiarle il nome. Hildete non va.”
“OK, pensa a un nome.”
“Angelica?”
“Domani porta dei suggerimenti, voglio più di un nome.”
“Dobbiamo anche procurarle una nuova identità, certificati, etc.”
“Mettiti d’accordo con Zé.”
“Chi convincerà Hildete a accettare tutto lo schema? Mi sembra un po’ riluttante.”
“Me ne occupo io.”
“Non sarebbe meglio Zé?” “No, spetta a me. Siamo in sintonia. So come interagire con lei. Dopotutto, sono io che l’ho scoperta.”
“Figlio di puttana. Vuoi vedere che se la sta già facendo?”
“Che state bofonchiando voi due? Facciamola finita con questi battibecchi, parlate alle spalle, frecciatine, rivalità, non è professionale, siamo tutti nella stessa squadra. Domani, alle quindici, qui. Voglio una relazione breve ma densa di tutti su quello che ho chiesto. So che la fretta è nemica della perfezione, ma chi dorme, nel nostro ambiente, non piglia pesci. A domani, ragazze, alle quindici.”



(Tratto dalla raccolta Pequenas Criaturas, casa editrice Campo das Letras, 2002, Lisbona; traduzione di Julio Monteiro Martins insieme ai suoi studenti dell’Università di Pisa: Alessandra Pescaglini, Chiara Zucconi, Lorenzo Tamburini, Marco Merlini, Cristiano Rocchetta, Leonora Milani, Monica Lupetti)



Rubem Fonseca è considerato il più grande narratore vivente del Brasile.




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