LA SCRITTURA SUI MURI DEL GIARDINO

Thea Laitef

 

In quei lontani marzi,
prima che ci arrivasse il vigliacco
scrivemmo sul Tigri i nostri corpi,
nell'estate di quegli anni
prima che ci arrivasse il vigliacco
con le mine dei signori
cercammo nella terra piena
di segreti i funghi,
in quei lontani marzi sentimmo
di Lenin, conoscemmo le pietre
nel deserto portammo le nostre tende,
la terra di dio invasa dagli insetti
gli uomini di dio giravano impazziti
la scrittura scompariva sui muri dei castelli,
in quei lontani marzi era felice il vento
il rinnovamento della nostra vita,
sempre avanti guardavamo, milioni
di voci per il felice domani gridavano,
prima che ci arrivasse il vigliacco
le piazze delle scuole
erano occupate dai manifestanti
in quei marzi con i rossi suoni,
il nostro piccolo mondo si cambiava
mentre le tracce del vigliacco uscivano sui muri,
improvvisamente scompariva il nuovo
prima che arrivasse il vigliacco
altri vigliacchi si ritiravano
la paura girava per la città,
gli zingari non sono più allegri,
prima che arrivasse il vigliacco
i segreti andavano nascosti
l'allegria si spegneva.



Thea Laitef
è nato nel 1953 a Samare, Iraq, ed è morto a Roma nel 1994. Nel suo paese ha pubblicato racconti e poesie sui giornali dell'opposizione e ha collaborato con "Al Karmil", mensile di cultura in lingua araba edito a Cipro. Esule in Italia nel 1978 come profugo politico, è vissuto a lungo a Roma, dove ha lavorato dal 1983 al 1987 come corrispondente del quotidiano del Kuwait "Al Watan", occupandosi di letteratura italiana contemporanea. Ha tradotto in arabo Il sogno di una cosa di Pier Paolo Pasolini, Dialoghi con Leucò e una raccolta di poesie di Cesare Pavese, articoli scelti da Letteratura e vita nazionale di Antonio Gramsci, una scelta di poesie di Salvatore Quasimodo. In Italia suoi racconti e poesie sono usciti sulle riviste "Versicolori", "Tracce", "Linea d'ombra", "Kùma" e nel Quaderno Mediorientale I della collana "Cittadini della poesia" (Loggia dei Lanzi ed. 1999). Ha pubblicato articoli sul quotidiano "Il Manifesto", e il romanzo Lontano da Bagdad (Sensibili alle foglie ed. 1994).

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