Caro
lettore,
sono
perfettamente consapevole che purtroppo molte delle opere e degli
autori citati in questo articolo non sono mai stati tradotti in
italiano oppure risultano oggi introvabili. Ma ho voluto pubblicarlo
comunque, perché la breve esistenza di Mário Faustino
è un esempio raro e compiuto di militanza letteraria. Quello
che Faustino ha rappresentato per la letteratura del suo paese,
e quello che ha permesso che la letteratura rappresentasse per
lui, costituiscono un esempio importante per la contemporanea
letteratura europea .
Julio
Monteiro Martins
L'ORA
DEL POETA MILITANTE
Norma
Couri
Mário Faustino (nella foto) è stato l'angelo e il
terrore dei poeti brasiliani della fine degli anni '50, quando
dirigeva la pagina Poesia-Experiência del Suplemento
Dominical del Jornal do
Brasil. È difficile immaginare oggi la dimensione della
scossa causata da qualcosa che riguardava semplicemente la poesia.
Ma, tra il 1956 e il 1959, Mário ha lanciato poeti minori,
demolito i grandi, e quando veniva bollato come "impietoso",
citava Pound: "La pietà ha ucciso la mia linfa."
E' stato uno dei grandi poeti della sua generazione. Criticava
chi aveva fretta e pubblicava troppo. Del 1955 è il suo
unico libro: L'uomo e la sua ora.
È morto sulle Ande, a Cerro de las Cruces, vicino a Lima,
nel disastro di un Boeing in volo verso gli Stati Uniti, dove
si stava trasferendo. Ha lasciato fino ad oggi il suo marchio
come agitatore culturale e germinatore, incantando chiunque lo
abbia conosciuto. E chi non ha goduto di questa opportunità
tra breve avrà la sua occasione. Sta infatti per uscire
una riedizione commentata de L'uomo e la sua ora, arricchito
da altre poesie, solo un assaggio di ciò che verrà
pubblicato in seguito, degli altri quattro volumi: uno di critica
della poesia brasiliana, De Anchieta aos Concretos, un
altro di critica della poesia straniera, attraverso il quale Mário
ha iniziato molti poeti, Artesanatos de poesia, oltre a
Roteiro Poético, la via sacra dei giovani, e É
Preciso Conhecer (Bisogna conoscere), con le traduzioni dei
migliori poeti del mondo. L'organizzazione, la revisione e la
ricerca sono state curate dalla professoressa della Unicamp, Maria
Eugênia Boaventura, che fruga lo spoglio di Mário
da cinque anni. Maria Eugênia pensa di preparare anche un
volume di critica del cinema, una biografia fotografica e la corrispondenza
completa dell'autore. Ma prima vuole presentare Mário come
un intellettuale indispensabile, e solo in un secondo momento
delineare la figura appassionata che assumeva apertamente già
a quel tempo la sua omosessualità.
Mário arrivò dal povero Stato di Piauí all'età
di 26 anni, e subito assunse la direzione della pagina culturale
più letta di Rio de Janeiro, nel più influente quotidiano
della capitale culturale del Paese. Questo primo libro porta un
commento dell'amico Benedito Nunes, che lo ha conosciuto a Belém.
Racconta che Mário spesso interrompeva il lavoro per l'urgenza
di andarsene: "Ora devo finire una poesia, devo proprio tornare
a casa". Benedito Nunes sottolinea il rapporto intimo esistente
in lui tra il trasporto dionisiaco e la morte, è stato
l'armonia dei contrasti e l'accordo della sua vita tragica, ciò
che ha segnato le sue poesie.
Nella critica, era diretto. Si lamentava della "mancanza
di rigore, di autocritica...dell'assenza di una critica letteraria
dinamica, intelligente e onesta...nelle riviste e nei supplementi
letterari, sempre la stessa cantilena...". I suoi auspici
per l'anno 1958: "Spero che si ponga fine alla critica amichevole,
spero che i nostri editori riempiano vuoti come quello lasciato
da uno scrittore d' avanguardia come Osvald de Andrade. Spero
che non si intorbidiscano le acque. Spero che il café society
letterario non sostituisca gli scrittori di professione."
In Brasile ha pubblicato ABC of reading (Abc della lettura),
di Ezra Pound, classificando gli autori in inventori, maestri,
diluitori, bravi scrittori, scrittori di belle-lettres
e promotori di mode. Quando cominciava in questo modo, i lettori
lo sapevano, colpiva duro. Ha messo Cassiano Ricardo tra i diluitori,
ossia: "Uomini che sono arrivati dopo le prime due specie
di scrittori - maestri e inventori - e che non hanno potuto fare
il lavoro altrettanto bene".
Minimizzava: "Certi lettori troveranno strani i miei modi.
Bisogna ricordare però che non scriviamo su papiri dell'eternità,
ma sulla volgare carta di un giornale vivo". Chiamava Cecília
Meirelles "il miglior poeta del suo sesso in lingua portoghese,
e anche di tutta l'America latina". Ma in seguito: "La
Signora Meirelles pubblica troppo. Il meglio che potrebbe fare
in favore della sua gloria sarebbe preservare il Romanceiro
completo, mettere insieme un'antologia con le sue 50 migliori
poesie (Mare assoluto sarebbe il contributo più
alto) e bruciare tutto il resto... Perché mai la Signora
Meirelles pubblica tanto?"
Nemmeno a Drummond ha risparmiato l'acciaio della sua critica.
Lo classificava tra i maestri e gli inventori, ma lo accusava
di "non lottare apertamente contro i nemici della nostra
poesia: la facilità, le false glorie, una caotica scala
di valori, alla quale lui stesso contribuisce a volte, firmando
elogi pubblici a poeti che lui stesso sa benissino, o dovrebbe
saperlo, essere molto lontani dal meritare tali elogi".
Ha criticato anche "la bassa qualità degli altri prodotti
della catena di montaggio della fabbrica Drummond", le crônicas,
per esempio. Reynaldo Jardim, coraggioso editore del Suplemento
Dominical del Jornal do Brasil, nel quale la pagina
di Mário veniva inserita, racconta che Drummond raschiò
un'intera parete con una lama da rasoio per sfogare la sua rabbia
dopo aver letto la critica di Faustino ad uno dei suoi libri.
Ha incensato la poesia concreta: "E' il grande momento poetico
del Brasile". È diventato intimo amico di Haroldo
e Augusto de Campos, stroncando però la Generazione del
'45 con una citazione di Pound: "Ils n'existent pas: leur
ambience leur confère une existence" (non esistono:
è il loro ambiente a conferire loro un'esistenza).
Del libro di Paulo Mendes Campos, O Domingo Azul do Mar
(La domenica azzurra del mare) non è rimasto proprio
nulla: "Questo non è linguaggio poetico... è
prosa in versi... è crônica alla Rubem Braga".
Lo accusa di imitare in una poesia "senza alcun successo,
il flusso metaforico di Jorge de Lima. E come lo presenta il Signor
Mendes Campos? Molto male. Sorprendentemente male, come un esordiente,
e non come un poeta maturo, esperto, che scrive poesie già
da circa vent'anni".
Anche di Jorge de Lima, che apprezzava, non nascondeva i difetti.
"È più importante tentare un salto di due metri
di altezza, anche facendo cadere la sbarra, che preparare e realizzare
un impeccabile salto di un metro e mezzo. Meglio sbagliarsi ed
essere fertile che azzeccare ed essere sterile. Jorge ha provato
molti salti. Quasi sempre difficili. Ha fallito nella maggior
parte dei casi, ma è riuscito in molti altri, alcuni spettacolari".
Chiedeva: "Per favore, giovani poeti brasiliani, non trasformate
la poesia in una sorta di divano da psicanalista. La poesia richiede
un altro uso per se stessa". Nel lodare il libro di un esordiente,
Ruy Costa Duarte, come "un libro materialmente bello",
domanda: "ma il Signor Ruy Costa Duarte era già pronto
per pubblicare? Nella mia opinione... non doveva proprio."
Come T. S. Elliot, valutava la poesia di un determinato momento
storico più dal lavoro dei poeti minori che dai contributi
di tre o quattro grandi. Cacá Diegues ha cominciato a pubblicare
poesia nelle sue pagine, come José Lino Grünewald
e Ivo Barroso. Nel definire un "importante poeta minore"
avvisa: "Bisogna conoscere meglio questo Américo Facó",
nonostante due paragrafi più avanti indietreggi: "Questo
libro nel suo insieme non è granché. In esso l'importante
- in un paese di rarissimi libri di poesia interessanti - sono
i momenti in cui il poeta riesce."
Leggere Mário Faustino ci rende nostalgici dei costruttori
di opinioni, che fanno sì che una pagina di giornale diventi
una lettura obbligatoria. Erudito e sicuro, agglutinatore carismatico,
sempre scomodo, a volte scriveva sotto lo pseudonimo di Terza
Trota, condiviso con il poeta Ferreira Gullar.
Questo primo libro è dedicato alla memoria di scrittori
e amici di Mário Faustino, come Paulo Francis, José
Geraldo Barreto Borges, (fratello del regista Luís Carlos
Barreto), José Lino Grünewald, e il fondatore del
movimento gay Lampião, Francisco Bittencourt. Nel
testo di apertura Maria Eugênia Boaventura definisce Mario
come "un militante della poesia". E dice che l'animato
palco di dibattiti, allestito tra il 23 Settembre 1956 e l'11
Gennaio 1959, ha spazzato via la letargia della poesia, della
critica e del giornalismo letterario brasiliano. E ha contribuito
a ridurre il "cattivo dilettantismo", la pedanteria,
i modelli saturi dell'Europa, i "vaghi reporter letterari"
e la noia.
Mário Faustino nella rilettura di classici e moderni ha
imposto una riflessione teorica. Senza voler impartire consigli
ne ha comunque lasciati molti: "Stimato poeta, scrivi di
più! Leggi molto, pensa molto, partecipa molto, cerca di
fare della poesia uno strumento di autorealizazzione, di autoaffermazione,
di creazione, di donazione, di comunicazione, e non di autoconsolazione".
E lo ha fatto anche nella sua poesia: "Un mondo dove il muoversi
/ sia un atto gratuito / un mondo dove la parola / sia ornamento
inutile ma senza prezzo / e esatto, inoffensivo". Avrebbe
oggi 72 anni. Ha lasciato tutta una generazione stordita. Dopo
questa serie di libri, forse ne lascerà anche un'altra.
(Traduzione di Julio Monteiro Martins)
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