QUATTRO POESIE
Selima Hill
PER
FAVORE POSSO AVERE UN UOMO
Per
favore posso avere un uomo coi calzoni di velluto a coste.
Per favore posso avere un uomo
che sappia il nome di 100 rose diverse;
che non si scocci se i miei conigli distratti
vanno e vengono
come fossero padroni loro,
che mi faccia un curry cremoso con fragrante cedronella,
che cammini come Belmondo in A Bout de Souffle;
che attacchi tutte le mie amate cartoline -
spedite da posti esotici
dove lui non s'aspetta di venire con me,
ma ci verrebbe se glielo chiedessi, cosa che farò -
sul muro della sua camera, e solo quelle,
a cominciare da Ivy, il Famoso Maiale Che Si Tuffa,
di lui in azione ne ho comprate dieci;
che parli anche come Belmondo, con labbra morbide
e sigillate come boccioli di peonia
ricoperti di cioccolata (cioccolata fusa);
che sa che montare ostinato sopra di me come un piumone
imbottito di libri della biblioteca e sacchetti per la spesa
è troppo facile: per favore posso avere un uomo
che non sia disposto a questo.
Che non sia disposto neppure a dire che sono "carina".
Che, quando esco dal bagno trotterellando
con gli squittii di un maialino appena strofinato
che non vorrebbe altro che una scorpacciata
di affetto e indisciplina e non complicazione,
apra le braccia come un trogolo perché io mi ci ficchi.
RITRATTO DEL MIO EX MARITO COME UN RECINTO PER POLLI
I
recinti per polli sono la mia idea di paradiso.
Nessuno si accorge se crolla tutto;
e i polli dal cervello di gallina vagano in su e in giù
deponendo le uova nei posti sbagliati
e correndo sopra il cibo.
Ma chi se ne importa?
Ogni volta che infilzano un vermetto
sanno che il mondo è fatto per loro diletto;
perché cosa c'è di più comodo e incantevole
che scivolare dietro una sfilza di campanule
sguazzare nella polvere calda e soffice come piuma di tortora
prima di tornare a un nido tranquillo?
Se solo avessi avuto il buonsenso, Signore,
di trasformare mio marito in un recinto per polli,
tutta questa storia angosciante
non sarebbe mai successa.
RITRATTO DEL MIO EX MARITO IN FORMA DI VALIGIA
Ascoltami,
Signore, lo so che vuoi aiutarmi,
ma me la daresti una valigia, piuttosto?
Una di quelle piccole un po' ammaccate
tutta coperta di vecchie etichette,
e con quegli scomparti interni con l'elastico
per metterci gli occhiali da sub, le collane, il succo di ribes;
una che aspetta alla porta con aria ansiosa e carina
e che ti devi portar dietro
tutte le volte che vai via;
che andrebbe dappertutto e che farebbe di tutto;
e che sia rosea ed estiva, Signore,
come un semifreddo.
Certo, Signore, lo so che vuoi aiutarmi,
ma tu non hai mai avuto a che fare con un ex marito, vero?
Quindi non puoi sapere che cosa vuol dire.
Inverno, Signore.
Ho bisogno di qualcosa che posso tenere in mano.
E non posso dare la mano a una nevicata, vero?
E certo non sarebbe difficile per uno come te,
trovarmi una valigetta da portare in giro.
E vorrei che avesse due piccole chiavi.
E ne vorrei una che sia buona davvero
e che mi ami per sempre.
IL MONTONE
Armeggia
con le chiavi sotto la pioggia
e io lo seguo come un agnellino.
La casa è fumosa come una bisca.
Andiamo dritti nella sua stanza.
Sdraiata
sul letto lo guardo
spogliarsi. La giacca arancione da baseball,
che viene dall'Ontario,
cade sul pavimento - c'è la scritta THE RAMS (1),
in
feltro, arcuata contro la schiena possente.
Si sfila i camperos lunghi
al polpaccio, i Levis neri e umidi,
e si sistema il pacco bello gonfio e modellato:
sta
davanti a me con solo i calzini -
bianchi come quelli della comunione,
margheritine, fiordineve.
John Wayne che guarda dal muro
accando
a uno scaffale pieno di pistole.
Beh, dice, che te ne pare?
Riesco solo a pensare a mia nonna,
a come scuoteva la testa
quando
stavo vicino al suo letto la domenica,
fiera nel mio vestitino buono profumato
di sapone, e diceva Ah,
che belli i tuoi calzini di cotone!
(Traduzione di Andrea Sirotti)
L'originale in Inglese:
PLEASE CAN I HAVE A MAN
Please
can I have a man who wears corduroy.
Please can I have a man
who knows the names of 100 different roses;
who doesn't mind my absent-minded rabbits
wandering in and out
as if they own the place,
who makes me creamy curries from fresh lemon-grass,
who walks like Belmondo in A Bout de Souffle;
who sticks all my carefully-selected postcards -
sent from exotic cities
he doesn't expect to come with me to,
but would if I asked, which I will do -
with nobody else's, up on his bedroom wall,
starting with Ivy, the Famous Diving Pig,
whose picture, in action, I bought ten copies of;
who talks like Belmondo too, with lips as smooth
and tightly-packed as chocolate-coated
(melting chocolate) peony buds;
who knows that piling himself stubbornly on top of me
like a duvet stuffed with library books and shopping-bags
is all too easy: please can I have a man
who is not prepared to do that.
Who is not prepared to say I'm 'pretty' either.
Who, when I come trotting in from the bathroom
like a squealing freshly-scrubbed piglet
that likes nothing better than a binge
of being affectionate and undisciplined and uncomplicated,
opens his arms like a trough for me to dive into.
PORTRAIT OF MY EX-HUSBAND AS A CHICKEN-RUN
Chicken-runs
are my idea of heaven.
Nobody minds if the place is falling apart;
and the pea-brained chickens wander up and down
leaving their eggs in all the wrong places
and trampling on their dinner
but who cares?
Every time they stab a little bug
they know the world was made for their delight;
for what could be more charming and convenient
than slipping behind a trail of Morning Glory
to bathe in dust as warm and soft as turtle-doves
before retiring to a quiet nest?
If only You had had the sense, O Lord,
to turn my husband into a chicken-run,
this whole distressing affair
would never have happened.
PORTRAIT OF MY EX-HUSBAND AS A SUITCASE
Listen,
Lord, I know you want to help,
but please can I have a little suitcase instead,
the sort of little, rather battered suitcase
that's got old labels all over it,
and little elasticated pouches round the inside
for swimming-goggles, necklaces, blackcurrant-juice;
that waits by the door looking so expectant and adorable
you have to take it with you
every time you go out,
that'll go anywhere and do anything;
that's as pink and summery, Lord,
as a summer pudding.
Look, O Lord, I know You're trying to help,
but You've never had to deal with an ex-husband, have You,
so You don't know what it's actually like, do You?
Winter, Lord.
I need something I can hold.
And I can't hold hands with a fall of snow, can I?
And it can't be hard for someone like You, surely,
to get me a little suitcase to carry around.
And I want it to have two tiny keys, please.
And I want a really good one
that will love me for ever.
RAM
He
jangles his keys in the rain
and I follow like a lamb.
His house is as smoky as a dive.
We go straight downstairs to his room.
I
lie on his bed and watch him
undress. His orange baseball jacket,
all the way from Ontario,
drops to the floor - THE RAMS, in felt,
arched
across the hunky back.
He unzips his calf-length
Star-walkers, his damp black Levi's,
and adjusts his loaded modelling-pouch:
he
stands before me in his socks -
as white as bridesmaids,
little daisies, driven snow.
John Wayne watches from the wall
beside
a shelf-ful of pistols.
Well, he says, d'you like it?
All I can think of is Granny,
how she used to shake her head
when
I stood by her bed on Sundays,
so proud in my soap-smelling
special frock, and say Ah,
Bless your little cotton socks!
(Queste
poesie sono state tratte dalle collane: Trembling
Hearts In the Bodies Of Dogs,
New
and Selected Poems,
Bloodaxe
Books,
1994, HILL's
Bunny (Bloodaxe), 2002 e dalla rivista Poetry
Review,
Volume 91, Number 2, Summer 2001, e tradotte in Italiano da Andrea
Sirotti).
NOTE
(1) Letteralmente "I Montoni", squadra di baseball canadese.
Selima Hill
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