SOTTO UN FAZZOLETTO DI CIELO

Debora Codecasa

Nell’incrocio di due vie, in una periferia molto periferia, poche, piccole umide case, per molta gente e troppi bambini.
Nella strada sfrattata da casa insieme ai miei compagni formavamo una mandria selvaggia, con il bisogno di correre, la curiosità di scoprire, esplorare, sperimentare, senza orari né divieti, dovevi stare fuori dalle palle il più possibile.
Cavalcando la mia bicicletta, annusavo l’asfalto che finiva in fondo alla via dove il campo del contadino era l’Australia, la fabbrica di vetro abbandonata sulla via parallela alla nostra era l’america, tutto il mio mondo era lì, gli orizzonti si toccavano e potevi toccarli. In questo rettangolo di vita ho costruito zattere in legno, con bombole di cherosene vuote, per attraversare il canale ultimo confine, le ho viste affondare, galleggiare, arrivare.
Ho fatto le guerre con zolle di terra nelle trincee di fondamenta che avrebbero ospitato altre case, scuole per altra gente.
Ho assaporato le sere d’estate senza luna, inghiottendo due cieli; uno di stelle e, il campo intorno a me illuminato di lucciole, ho tormentato formiche, catturato lucertole, torturato grilli, derubato api del loro alveare, ho spiato nidi, amputato cavallette, raccolto pipistrelli, curato rondini, schiacciato pulci, incendiato zecche. Ho visto partorire gatte e cani accoppiarsi.
Qui sono stata un piccolo capo indiano, un ladro di lupini, un costruttore di rifugi, un becchino seppellendo passerotti e sbirciando morti.
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Debora Codecasa nata nel 1969 a Viareggio dove vive con Zara la "cana", Beppe il gatto nel quartiere Varignano a contatto con le realtà sociali dell’ambiente periferico. Diplomata in campo artistico, dopo aver frequentato un corso di formazione, inizia a lavorare come operatore presso la casa famiglia Kairos, che ospita alcuni ex degenti dell’O.P. di Maggiano chiuso nel 1999. Dal 1997 fa parte della redazione del giornale Menotre dell’Associazione ‘L’Uovo di Colombo’, grazie al quale esprime il suo amore per la narrativa, scrivendo racconti legati anche alla sua attività professionale, collaborando inoltre all’impostazione grafica della rivista.


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