| |||||||
L'AMORE SCRITTO Consolata Lanza Avete presente le discoteche di una volta, con la palla rotante che riflette la luce e i lampi stroboscopici che fissano i corpi in istanti di apparente immobilità? È lo stesso effetto creato da questo smilzo ma sostanziosissimo libro. Ognuno dei quarantaquattro frammenti di cui è composto ritrae una faccia dell'amore, una possibilità di disamore, una coppia intenta a combattere l'eterna battaglia dei sentimenti. E le situazioni sono tante e così esaustive che inevitabilmente, prima o poi, in qualche pezzettino di specchio ci sorprende la nostra stessa immagine, e riconosciamo un attimo che abbiamo sperimentato tanto tempo fa o ieri o forse, chissà, domani; perché mai come in questo campo si sa che de te fabula narratur . L'amore scritto è un libro carico di sensualità. Monteiro Martins è autore molto intelligente, lucido e alieno da qualsiasi sentimentalismo, ma non rinuncia mai a essere carnale, i suoi amori sono incontri di corpi consapevoli e pieni di desiderio, corpi di maschi e femmine che si cercano o che si lasciano, in una geografia sessuale senza zone d'ombra né ambiguità. Ogni racconto è un romanzo in nuce che viene voglia di srotolare, inventandosi un prima e un dopo di quel lampo che ha immobilizzato un gesto, qualche parola, su uno sfondo preciso e chiarissimo. Alcuni si presentano sotto forma di dialogo, una scelta che torna sovente nelle opere dell'autore; altri, malgrado la brevità, hanno una struttura molto complessa, come Pomeriggio a casa che si svolge su tre diversi livelli narrativi, l'attesa appassionata dell'amata da parte del protagonista scrittore, il racconto onirico e crudele della ragazzina che porta un prigioniero al guinzaglio, e la ricostruzione degli ultimi istanti di un ragazzo brasiliano emigrato a Londra, ucciso senza motivo dalla polizia nell'atmosfera di cupo sospetto seguita agli attentati del 2005. I personaggi, soprattutto quelli femminili, hanno sovente l'evidenza di certi schizzi d'autore che con pochi tratti rappresentano tutto quello che c'è da dire su una persona, come la spregiudicata e crudele Janaína, La tigre dai denti a sciabola , l'impulsiva Ilaria di Guerra fredda a Genova , o la “giovane amante” che dipana i suoi ricordi spaventosi e innocenti ne Le galline della Vergine Maria . La parola dell'autore, tersa e precisa come un bulino, si adatta a ognuna delle innumerevoli voci che si alternano come in un canto a cappella. Dare conto di tutti i temi, di tutte le suggestioni, che con generosità un po' folle Monteiro Martins ha riversato in questo libro è impossibile. L'amore scritto si legge bene tutto di seguito, come un romanzo a mosaico, ma acquista maggior sapore a rileggerlo seguendo un proprio itinerario dettato dalla fantasia, dall'umore o dalle domande che ci pone in quel momento la vita. L'AMORE SCRITTO Milva Maria Cappellini Il discorso amoroso, almeno da Barthes in poi, non può essere che frammentario. Anche perché il frammento racchiude sempre, in potenza, un'intera storia; e l'amore è naturaliter narrativo proprio in quanto ha in sé, dall'origine, la qualità del frammento, in quanto contiene, insieme a un progetto di persistenza, anche la perdita e l'abbandono, in quanto custodisce la quiete e il disordine, l'equilibrio e il suo evento perturbatore. Sembra questo il presupposto dell'ultimo libro di Julio Monteiro Martins, L'amore scritto , che offre (in tre parti: Oro , Incenso , Mirra , ossia regalità, divinità, umanità del dono amoroso) una fenomenologia dell'amore e, al tempo stesso, una meditazione sulla parola e sulla scrittura. Può darsi che qualsiasi esperienza possa essere assimilata emblematicamente alla scrittura: ma certo l'amore è tra le più adatte, per il comune carattere esperienziale, procedurale e insieme costantemente autoriflessivo. Lo testimonia, nel volume di Monteiro Martins, Seppuku , storia di amori epistolari, transcontinentali e transculturali, che cercano codici comuni (e tuttavia non possono fare a meno del codice della parola) tra il Brasile e la Calabria, Mishima e il ballo del Pão de Açúcar. L'io-narrante vive insieme il disorientamento della lontananza, la tentazione della metaletteratura e il rischio dell'afasia: «Quando cerco di scrivere qualcosa oltre a lettere come questa, mi viene solo da scrivere sull'impossibilità di scrivere qualcosa». Non è mai semplice il nesso tra scrittura e vita: e se da un lato «una vita non è un intreccio, e ciò che è vero ha buone possibilità di non essere verosimile» ( L'amica ), dall'altro talvolta «le parole non sono all'altezza del miracolo» ( Sulla battigia ). Certo la frequenza del tema della creazione artistica, in questi racconti d'amore (si leggano per sincerarsene Mar dei Sargassi , o Pomeriggio a casa , il testo strutturalmente più complesso della raccolta), non sorprende: amore e creatività sono due parallele celebrazioni della fecondità e due affermazioni del senso intrinseco del reale. Il titolo del libro significa già la connessione di due ambiti: l'amore scritto, la scrittura amorosa. Colui che scrive, come colui che ama, cerca un significato nuovo, che abbia attraversato il disordine e sia sopravvissuto: «C'è un nuovo abisso, fatto di discorsi, tra il mondo e il poeta. Il mondo è caos che si vuole intreccio, è libera associazione di idee che si spaccia per strategia. Il mondo è spinto dal caso. Il poeta è mosso dalla volontà. Sono incompatibili, ma si sono ingarbugliati l'uno nell'altro. Al poeta di fronte al mondo resta il richiamo dell'ordine. L'estetica dell'impotenza di fronte al mostruoso arbitrio dei fatti» (ancora Seppuku ). Rimane, insieme alla meraviglia intatta per la creazione del linguaggio poetico («la più raffinata e complessa metamorfosi, la sintesi più straordinaria che l'essere umano sia in grado di produrre»), la difficoltà di creare in un mondo che propone una paralizzante, «spaventosa materia». Sono infatti molte e davvero spaventose le intrusioni della storia e della cronaca negli amori narrati da Monteiro Martins. In Benessere , il secondo racconto del volume (subito dopo il programmatico All'alba ), si intrecciano cibi gustosi e lontani gemiti provenienti dal Novecento, «dal fondo di quel maledetto secolo, di quel lager generalizzato», sullo sfondo di un presente disgustoso: l'amore gastro-intestinale risulta sedativo, ma non abbastanza da impedire al protagonista l'«improvvisa rivelazione di un panico melmoso, ristagnato, che lasciava uno strascico di nausea». Quello narrato nell' Amore scritto è anche l'amore al tempo della paura: irrompono nelle vite quotidiane le conseguenze tragiche di una post-modernità globalizzata ( Il terrorista, Pomeriggio a casa ); sfumano i residui conflitti ideologici ( Guerra fredda a Genova ); si preannunziano scenari apocalittici in un'Europa «che brucia da un bel po' di tempo a questa parte ormai» ( Marasma a Milano ); si fa più grave il peso del modello occidentale, poiché «quando non c'è più futuro, è il denaro che prende il sopravvento, e cerca di sostituirlo» ( Sentimento ). L'amore, d'altra parte, per natura ossimorico, contiene in sé l'avvertimento della morte. E la morte aleggia in questi racconti, non solo come esperienza storica ( Il soldato ; Ombra e acciaio ), ma anche come intuizione dell'inconsistenza ontologica del reale: «In un decimo di secondo il distinto diventerà l'indistinto. Allora ciò che non esiste non potrà più esistere, e ciò che esiste non potrà più raccapezzarsi» ( L'indistinto ). L'amore, proprio come la morte, mette a contatto con istanti di verità. L'amore dà accesso a zone oscure, ai territori dove nascono le dinamiche complicate del possesso, per cui il lutto del tradimento «può anche accendere la fiamma della passione che, come sappiamo, vive di possessione e di competizione, e può gettare una luce sinistra e magica sull'infedele» ( La morte nel cuore ). Così, nella quotidianità amorosa, oggetti e luoghi possono divenire correlativi oggettivi di inquietanti futuri (la cantina adibita a domestico macello, luogo di turpi operazioni in Il mattatoio ), nella confidenza possono riaffiorare eventi spaventosi come il pasto della scrofa in Le galline della Vergine Maria , che allude a una bestialità pertinente non solo alle bestie e allena alla fuga dal pericolo imminente, «giacché siamo passati a chiamare pace l'attesa vigile dello spavento». Ma l'amore, anche, recupera ai nostri tempi increduli la magia della nominazione ( Il nome smarrito ); celebra la festa dei sensi e degli umori, il riconoscimento del corpo amato come «casa» ( Assorbire in me ); garantisce agnizioni magari tardive ma non meno sconvolgenti ( Liberazione ); cura la solitudine dell'adolescenza, quando «Al buio, isolati da tutti, parliamo una lingua segreta, anche a noi stessi, un balbettare patetico peggio del mutismo» ( L'amica ). L'amore recupera il passato per via onirica e simbolica ( Il richiamo ), l'amore rende percepibile il tempo, che « ti gira e ti rigira così, con gli occhi bendati» ( I boccoli dei cherubini ) e, a un passo dal doloroso atto del rimpiangere, ti ricorda che «Dopotutto, il paesaggio qua intorno è così bello tutto l'anno, c'è ancora il sole a restituirci la vita» e, soprattutto, «c'è il potere evocativo di tutto, a riproporcela infinite volte, e sempre» ( Sunshine Memories ). Nella pratica, l'amore è forse una questione, più che di contraddizioni, di asimmetrie. Spesso le storie d'amore di Monteiro Martins sono, di fatto, apparentemente asimmetriche, relazioni in cui si può fare a meno perfino della presenza dell'altro (la gravidanza della Tigre dai denti a sciabola , l'amplesso di Sulla battigia ). Sono squilibri di età, di condizione sociale e di conoscenza, oppure di provenienza. Ma il dato profondo è che «L'amore vero sconvolge tutto, fa incazzare tutti. La gente accetta di vedere al cinema un'imitazione dell'amore piena di cliché, ma quando lo vedono dal vivo, nella vita reale, diventa qualcosa di insopportabile» ( Rémy e Virginia ). L'amore è scandaloso, trasgressivo, sovversivo. Non consolatorio, semmai salvifico, come nel bellissimo Antenne , asciutta allegoria della vita che scivola inesorabilmente verso il vuoto ma lascia i propri semi amorosi contro la morte. È la vita il vero grande amore, è il mondo, a cui il racconto finale - Uno spettacolo immenso – dedica un'ode struggente in limine mortis : «Oh, mondo, spettacolo immenso. Gli sguardi più belli se ne vanno mentre altri ancor più belli si presentano. Dove ti porteranno, mondo mio, in quale nulla? E poi, come farai senza di me? Chi ti guarderà come ti ho guardato io?». L'AMORE ED ALTRI FUOCHI ARTIFICIALIFranco Foschi Concludendo un libro come questo, il pensiero che immediatamente sale alla ribalta é: ma perché in Italia i libri di racconti sono così poco popolari? Perché gli editori non li vogliono, o ne accettano qualcuno, ogni tanto, solo per rispolverare l'argenteria dimenticata in un cassetto?Essendo la produzione di questi libri tanto scarsa, e spesso così nascosta, è ovvio pensare che, come si suol dire, il mercato non li vuole , i racconti, perché non li conosce. Nella cultura anglosassone, nei paesi dell'est, il racconto ha una dignità altissima: libri di storie brevi non mancano mai negli scaffali delle novità, e spesso compaiono nelle classifiche, per quanto teleguidate ed edulcorate. In Italia, mai. Invece rimaniamo nella convinzione che nel nostro strano paese ci siano scrittori eccezionali, nella forma breve. Solo che li conosciamo perché siamo fortunati, perché siamo curiosi, perché abbiamo facilmente accesso alla produzione della cosiddetta piccola editoria... Non saremo mai, noi soldati del minuscolo esercito dei lettori (e scrittori) della piccola editoria, tanti: peccato per quelli che non possono sapere, e perdere tanti piccoli gioielli di lettura, come L'amore scritto del grande scrittore brasiliano Julio Monteiro Martins. “Frammenti di narrativa e brevi racconti sulle più svariate forme in cui si presenta l'amore” recita il sottotitolo del suo libro. Che raccoglie in effetti un gran numero di racconti (sono infatti 44), alcuni ‘normali', altri brevi ed altri ancora brevissimi. Ci si inoltra in un gran bosco sia soleggiato che oscuro, leggendo di come uomini e donne si arrovellano in questo tortuoso destino di amare, tra brevi felicità, estemporanee passioni, consolidate fedeltà, improvvise pulsioni. Monteiro Martins sceglie uno stile variegato, coloratissimo, per la sua bisogna: i racconti sono del mondo , dell'Italia, del suo amato Brasile, ma anche di qualsiasi non-luogo esemplare e decisivo per descrivere una passione. Compresi i luoghi della mente, esplorati con un acume che lascia a bocca aperta. Lo stile dunque, di un'eleganza e bellezza nella semplicità che stupisce in uno scrittore straniero che scrive in italiano, ci porta ad esplorare più forme espressive: dalla osservazione di costume (“Non cercano altri uomini, si lasciano semplicemente trovare. Le ragazze non si vedono come cacciatrici, ma come esche”) a quella più politicizzata (“Siamo passati a chiamare pace l'attesa vigile dello spavento”), alla breve nota di psicologia, spesso raccontata come un piccolo saggio (“A un certo punto dello sviluppo psicologico, spesso subito dopo l'adolescenza, uno scopre la sua profonda, irrimediabile, essenziale solitudine. Siamo stati abbandonati per sempre, e non possiamo nemmeno comunicare l'abbandono a chicchessia. Siamo chiusi all'interno di un guscio d'uovo il cui spessore ignoriamo. Al buio, isolati da tutti, parliamo una lingua segreta, anche a noi stessi, un balbettare patetico peggio del mutismo”). Rilevante è anche il piacere della divagazione e della citazione, qui forse meno presente che nei libri precedenti, e che ricorda i bei romanzi del primo Kundera, soprattutto Il libro del riso e dell'oblio. Il tutto, in maniera del tutto naturale, estremamente funzionale ad appassionarci alla passione. Sì, perché poi ci sono le storie: strambe, normali, vertiginose, pacate, solidali o di odio, felici o infelici, nostalgiche o irose... Sono tante, le storie, e proprio per questo non tutte possono essere alla stessa altezza (i migliori: l'impressionante Seppuku , o Pomeriggio a casa , dove vengono intrecciate con grande perizia tre storie): ma l'effetto di questa lettura è un effetto, come dire?, un effetto ciliegia, un effetto patatina fritta, un effetto arachide, un effetto insomma che coarta alla lettura, che fa dire ancora una, poi ancora una sola, poi l'ultima e basta, e poi ancora una... Chi legge comprende che questo è un gran complimento, non è facile trovare un libro che ti lega così a fondo a sé, che ti impone con gli strumenti della fascinazione di non posarlo mai sul comodino, e di combattere il sonno o la stanchezza, o gli impegni... Non perdete dunque la rarità di uno scrittore come Monteiro Martins, che meriterebbe forse più visibili palcoscenici, e grazie comunque all'editore Besa, così attento alla scrittura degli stranieri d'Italia, per avercelo regalato. Il libro si può ordinare in qualsiasi libreria, l'editore ha una buona distribuzione nazionale. Per saperne di più, www.besaeditrice.it L'AMORE SCRITTO Raffaele Taddeo Più che le varie storie che illustrano una vasta geografia della fenomenologia dell'amore, ciò che sorprende del testo di Julio Monteiro Martins è la struttura narrativa, che – simile alle precedenti raccolte ma in qualche modo differente, supera completamente la modalità del racconto breve ed attinge ad un modo del tutto nuovo nel tratteggiare personaggi e situazioni. Analizzando l'opera dello scrittore di origine brasiliana avevo affermato, in accordo con quanto già rilevato da Armando Gnisci, i racconti di Monteiro Martins erano come “fotografie” che coglievano la realtà in un istante e la fissavano in un'immagine significativa. Mi sembra che in questi racconti ci sia qualcosa di diverso. Più che istantanee fotografiche forse è possibile parlare di pennellate, di tratti pittorici che suggeriscono qualcosa che poi il lettore, dall'elemento “iconografico”, dall'abbozzo dello scritto, come in questo caso, ha facoltà, desiderio, curiosità di immaginare, riempire, compiere. I tratti a volte sono appena accennati, altre volte sono più marcati, ma la definizione dei fatti, dei personaggi richiede la compartecipazione del lettore che man mano riscopre in sé quegli elementi poliedricamente proposti dal narratore. Il libro è diviso in tre sezioni intitolate rispettivamente: “oro”, “incenso” e “mirra”. Sono i tre doni che i Magi evangelici portarono al neonato Gesù. Sono i doni per la epifania, la manifestazione della divinità di Gesù. Nel testo di Julio Monteiro Martins dovrebbero essere i doni per lo svelamento della fenomenologia dell'amore. Un racconto fra i più significativi è “La tigre dai denti a sciabola”. Nella storia avviene un rovesciamento delle solite situazioni amorose e specialmente del rapporto uomo-donna. Intanto l'iniziativa è della donna, ma forse questo è già un fatto abbastanza scontato. Sono piuttosto i ruoli sociali maschio-femmina che in questo racconto vengono completamente sovvertiti. Lei è un trafficante di droga con tutte le astuzie e le aderenze tipiche dei boss, lui è un artista che si è rifugiato in un angolo di terra sperduta, ritirandosi dalla vita stressante della città. Ma non c'è solo questa inversione di ruolo. Anche sul piano prettamente sessuale, – là dove la ricerca di una soddisfazione momentanea è tipica dell'uomo, mentre la donna di norma ricerca la stabilità e la durevolezza degli affetti – abbiamo una completa inversione delle parti. È il percorso che sta facendo la società, ove la femmina nella sua emancipazione acquista le caratteristiche finora proprie del maschio. Anche la gravidanza annunziata è vista sotto l'aspetto di un suo uso strumentale, perché la femmina si serve del rapporto per soddisfare la sua esigenza di maternità indipendentemente da ogni legame affettivo e stabile con l'uomo che gli ha fornito il seme. La geografia dell'amore – descritto e rappresentato nei racconti dello scrittore brasiliano – è ampia e va da quello episodico a quello sognato e vissuto come tale. Il racconto, “Sulla battigia”, prende in esame l'amore travolgente fra un anziano professore ed una sua studentessa. La passione amorosa investe a tal punto l'animo del docente che questi preferisce sacrificare tutto, la moglie, il rispetto dei figli, l'affetto dei nipoti così importante per lui. È certo consapevole di bruciare tutta la vita passata ed anche dei rischi che corre continuando la relazione con una ragazza giovanissima che in qualsiasi momento potrebbe stancarsi di lui. La celebrazione dell'amore totale al di là dei possibili pericoli, al di là della vita stessa è tema centrale di questa novella. L'andamento narrativo non si declina in facili romanticismi per cui la storia risulta una credibile vicenda dei nostri tempi. L'AMORE SCRITTO Bartolomeo di Monaco Dopo il romanzo “ Madrelingua” , uscito sempre presso Besa nel 2005, lo scrittore brasiliano, ormai radicato a Lucca da anni, torna al racconto con questa raccolta nella quale fa la sua comparsa l'eros. Monteiro non abbandona tuttavia i suoi temi più cari che, quando emergono dal racconto (si veda “ Pomeriggio a casa”) , lo fanno sempre con la rabbia di chi si sente impotente a modificare le cose di questo mondo, “ costretti come siamo a rinunciare alle nostre conquiste di libertà, risultato di tanti decenni di riflessioni e di lotte, per ritornare a paure e a istinti ancestrali, orrori tipici dell'Età delle tenebre” . Si legga anche: “ La vecchia nave è naufragata da tempo, e ha portato tutte le voci con sé verso il fondo.” che conclude il breve racconto “ Un giorno arriverà”. Il ballo del Pão de Açúcar, descritto nel racconto “ Seppuku” , dove si sciolgono legacci e inibizioni e si scatenano al massimo livello le passioni degli uomini, è la risposta più efficace al futuro di morte che ci aspetta. È il “ Paradiso Subito” . Quella di Monteiro è, infatti, una società marcia, e allo stesso tempo dolente, capace di avvertire comunque la china sulla quale sta scivolando senza alcuna speranza: “ siamo passati a chiamare pace l'attesa vigile dello spavento.”; “vivere è dividere numeri primi tra loro. ” Forse è nel recupero di una specie di bestialità dell'eros che si può cercare di dare un senso più nobile alla vita, attraverso l'affermazione dell'uomo e della donna “ come spiriti eterni, al di sopra delle circostanze, al largo della Storia, al margine del pensiero.” L'eros fa, dunque, la sua comparsa decisa, risoluta, nella narrativa di questo autore, per il quale sembra che non ci sia altra strada che questa e Monteiro vi indugia con forza in alcuni dei suoi racconti, imprimendo al sesso un significato liberatorio e catartico. Succede così che, mentre taluni racconti ci immergono nella realtà della disoccupazione, del terrorismo, della malattia, dell'ingratitudine, della guerra, dell'immigrazione, del razzismo, altri tentano di segnare una nuova strada che ci guidi verso una realtà diversa, in cui il rapporto tra gli esseri umani si emendi di ogni zavorra per tornare ad essere l'originario rapporto tra un uomo e una donna. La raccolta è divisa in tre parti, dai nomi che in qualche modo richiamano una religiosità adorante, quale può essere quella nei confronti dell'eros: Oro, Incenso, Mirra. L'autore si è, dunque, messo in cammino alla ricerca di un Dio che tutto redima e purifichi. Uno dei racconti si distingue per la nitidezza della scrittura e soprattutto per un ritmo che riesce ad attagliarsi perfettamente al personaggio principale, una donna di affari, implicata anche nel contrabbando di droga, Janaína. Si fa viva con il vecchio amante, Hugo, dopo sedici anni che non si vedono. Janaína ricompare perché ha visto in una foto le terracotte create da Hugo e pensa che là dove vive, nel Mato Grosso, si possano vendere bene, ma nello stesso tempo è venuta anche – senza che l'uomo lo sospetti minimamente – per avere un figlio da lui. Il racconto è intitolato: “ La tigre dai denti a sciabola”. Un altro bel racconto, “ La Battigia”, rimette al centro il sesso, come possessione destinata ad unire un uomo e una donna per sempre. Il sesso, cioè, è il legame forte, più ancora del sogno o del pensiero, che, travalicando i confini della realtà, può congiungere due entità diverse, una corporea e l'altra spirituale, facendole sentire di nuovo vive. Ossia, il sesso può compiere il miracolo di restituire un corpo immateriale ma sensibile a chi non è più con noi. Mentre, al contrario, “ La morte del cuore” mostra le incomprensioni e i tradimenti della coppia, dove la donna è dipinta come colei che vi sta assumendo un ruolo dominante. È uno sguardo sul presente che viene proposto al lettore per una riflessione. Sono quasi tutti racconti a tema che, nel loro dispiegarsi, marcano i mali della società moderna. La società è incapace di dare equilibrio ai valori di umanità, solidarietà, giustizia, rispetto, amore, che dovrebbero reggerla. Per colpa di essa, tutto è sbilenco, e non vi è niente che agevoli i rapporti tra gli esseri umani. Accompagna i racconti, inoltre, una dolente malinconia, come se nella mente dell'autore, nello stesso tempo in cui evidenzia il male, si stesse prefigurando la felicità possibile che la società ha precluso. Quella felicità così delicatamente rappresentata nel breve racconto: “ Il richiamo”. Monteiro
è uno scrittore migrante. La sua esperienza in Italia è ormai longeva,
ha potuto assorbire le bellezze e le brutture del nostro Paese e dei suoi abitanti,
tutte le sfumature dei sentimenti e dei colori (è esemplare il racconto
“ Guerra fredda a Genova”) , ma la sua scrittura produce qualcosa in
più rispetto ad uno scrittore italiano: essa fonde insieme scenari e emozioni
che appartengono a due civiltà diverse e lontane e quella migrazione produce,
in realtà, una affascinante letteratura nuova con “ uno spiraglio di
lirismo campestre, di profonda memoria paesana, della nostalgia di una campagna
stellata e orchestrata da rospi, grilli e civette che tutti i brasiliani conservano
dentro.” Monteiro compone alcuni di questi racconti, taluni già sottolineati
(ma si veda anche “ Sunshine memories”), come scrittore non affatto
in formazione in una Terra e in una lingua di cui debba ancora appropriarsi, bensì
come scrittore che ha compiuto la sua parabola migrante per assumere quella di
un artista ispirato da una creatività nuova. Non senza sofferenza e dolore,
tuttavia, come traspare dal racconto finale “ Uno spettacolo immenso” :
“ Dove ti porteranno, mondo mio, in quale nulla?” 44 MODI DI SCRIVERE L'AMORE Sara Favilla Dalla
feconda penna di Julio Monteiro Martins quarantaquattro modi di declinare la parola
amore, quarantaquattro riflessioni narrate e confidate al lettore con passione,
spirito di osservazione e grande sapienza letteraria, in perfetto stile Monteiro
Martins. Il saperle quel difetto non è riuscito a prevalere sulla sua immagine. Lei era bellissima, e c'era un'inspiegabile armonia tra quella mancanza fisica e il resto del suo corpo. Ma come era possibile, se io ho sempre dato tanto valore ai denti nella composizione della bellezza di una donna? "Il terrorista" in cui il pregiudizio razziale e culturale provoca la totale distruzione di una famiglia di immigrati a causa di una paranoia collettiva, di una isteria ideologica anti-islamica che infesta l'Europa moderna, innescando altresì la scintilla di un nuovo amore: -
Ma cos'hai fatto? Sai benissimo che non ho mai conosciuto nessun terrorista in
vita mia, e che non ne so proprio niente, io. "La gattara", un racconto fatto solo di dialoghi, in cui una donna si prende cura delle persone a cui tiene proprio come fa la gattara con i gatti randagi: in realtà su un secondo livello di lettura ci accorgiamo che lei dona, sì (soprattutto lavoretti precari, piccole fonti di reddito supplementare per i suoi protetti) ma soprattutto prende da questi uomini (sempre artisti un po' sfigati, o in un momento di insuccesso e oblio) il senso della propria esistenza, la costruzione della propria identità. È l'essenza dello spirito del "mecenate", uno spirito antico, classico aiutandole a emergere nella professione e infondendo loro fiducia, ottimismo e calore umano: -
Vuoi scrivere dei dialoghi per uno spettacolo? È una sorta di musical sugli
immigrati in Italia. Una sorta di West Side Story nostrano. Molto
interessante e sicuramente degna di attenzione è l'elaboratissima struttura
narrativa che funge da telaio ideale in cui si articola il mosaico dei vari episodi.
La macrosuddivisione in tre sezioni - Oro, Incenso e Mirra - rimanda immediatamente
e naturalmente all'idea biblica del dono, e sicuramente questo è uno degli
aspetti fondanti. Ma c'è molto di più: è una tripartizione
che concerne tanto la forma quanto i contenuti, in un originalissimo andamento
triadico. [...]
Il cerchio della luna piena contrastava con i rettangoli che mi circondavano,
come se io fossi stato prigioniero della tela di un Mondrian arteriosclerotico
e povero, al quale avessero concesso solamente un unico tono di colore sulla tavolozza. Sono
tre strutture formalmente speculari, ma l'unicità è data dai contenuti:
in Oro è forte il senso della preziosità e del sentimento
amoroso e sensuale; in Incenso prevale invece il senso della memoria e
del misticismo, mentre in Mirra abbiamo la tristezza, il sentimento della
fine, della morte. L'AMORE SCRITTO Karin Metref Il titolo dell'ultimo libro dello scrittore brasiliano residente in Italia Julio Monteiro Martins, L'amore scritto , può lasciar a pensare che si tratti di un libro all'acqua di rosa. Io che non sono proprio un amatore di libri sentimentali, mi sono chiesto: Potrò ingoiare 44 storie d'amore così d'un colpo e sopravvivere? Ma mano a mano che si entra nel libro di Monteiro Martins, "ingoiando" i racconti uno dopo l'altro come ciliegie, si lasciano indietro i dubbi. L'amore scritto non è un libro all'acqua di rosa, è un viaggio intorno al tema dell'amore. 44 storie quarantaquattro angolazioni diverse per guardare lo stesso sentimento. Quando ho cominciato a capire la cosa, ho preso una matita e ho cominciato a scarabocchiare alla fine di ogni racconto l'aggettivo che mi ha ispirato: amore pensiero, amore goloso poi amore indigestione, amore volante, amore testamento, amore harakiri, amore attesa, amore mercato, amore scoperta, amore caos, profumo d'amore, amore terrorista, amore inseparabile, amore volatile... così fino all'ultimo Il libro è diviso in tre parti ognuna di 14 o 15 racconti. Oro, Mirra e Incenso. La scelta dei titoli è carica di simbologia mistica. Ma non sono riuscito a trovare il nesso tra il titolo di ogni parte e i racconti raccolti in essa. Certo che la simbologia mistico religiosa non è proprio il mio forte. Di amore si parla nel libro ma non sempre (anzi raramente) di amore tutto rosa e fiori. C'è come una cura particolare ad allontanarsi dai soliti binari degli stereotipi sull'amore. Una voglia di stupire, scioccare anche un po' certe volte. Come un fotografo creativo Monteiro Martins cerca angolazioni poco usuali, giochi di luci e di ombre… Ma paradossalmente non c'è una ricerca frenetica del bizzarro. I personaggi raccontati ne “L'amore scritto" non sono estravaganti, diversi, strani… sono per lo piu' persone “normali” o almeno di quelle che sono considerate tali. Se si legge il libro sull'autobus o in metropolitana, alzando gli occhi si è quasi sicuri di trovare sedute o in piedi vicino a noi persone che potrebbero aver vissuto una delle storie raccontate nel libro. La gente è normale, qualche volta banale, le storie sono di quelle che accadono tutti i giorni da una parte o l'altra del pianeta. A parte qualche differenza di età o di classe o ambiente sociale le relazioni descritte sono di tipo "convenzionale", quasi. Il sentimento osservato è universale, su di esso sono stati spesi fiumi di inchiostro... Ma allora cosa c'è di nuovo. È qui che entra in gioco l'arte e il mestiere del fotografo-scrittore: scegliere il sottofondo, la luce, la posizione e la distanza necessaria per rendere speciale ogni soggetto ripreso. L'amore scritto, 44 fotografie fuori dal comune di 44 soggetti tutto sommato banali. Mostra da visitare assolutamente. | |||||||