NEL
BOULEVARD ACCANTO AL MUNICIPIO
Tomas
Venclova
Non ti ricordo, ma tutto è come allora: contatori,
bruciaticcio, greve odore di cucina, crepe nei marciapiedi e un'armata di passeri, dove
l'ingombrante barocco graffia una nube. Mezzo
secolo ormai che, inopportuno, qui la porta su un universo aprivo fatto
di miserandi avanzi d'infanzia, plastici, cuscini, indigenza e faenze. Fra
dita incuranti frusciava la biancheria. Toccai una pelle rossiccia e floscia,
disamorato, e guardai la tovaglia. I giri delle peonie preannunciavano
quell'orto romito dove
sei ora. Ora altra gente è nei caffË. Per quelli il nostro secolo
è meno d'un minuto. Riluce il boulevard e noi due siamo nel futuro, e
solo manca ciò che non doveva essere.
Tomas Venclova è nato a Klaipėda da, il porto lituano sul mar Baltico,
nel 1937. È, probabilmente anche per le sua vicenda biografica, il poeta
lituano più conosciuto all'estero. Senz'altro il più tradotto. Ha
compiuto gli studi all'università di Vilnius nel 1960 e qui ha lavorato
fino alla metà degli anni Settanta, quando ha ottenuto, con difficoltà
per i contatti avuti col gruppo di Helsinki lituano, il visto per l'emigrazione
e si è trasferito in Occidente. Dal 1977 al 1990 ha vissuto come esule
negli Stati Uniti. Oggi insegna alla Yale University e collabora attivamente a
varie riviste culturali. Verso la fine degli anni Ottanta, i suoi scritti, prima
censurati, hanno ritrovato la strada del ritorno in patria. Una delle voci poetiche
più interessanti nel panorama della poesia europea contemporanea, appartiene
alla costellazione poetica dei Cz. Mi¨osz e dei J. Brodskij (entrambi suoi
traduttori, rispettivamente in polacco e in russo, e a loro volta tradotti da
Venclova in lituano). Raccolte delle poesie di Venclova sono state pubblicate
in traduzione in molte lingue (inglese, russo, polacco, svedese); in italiano
si ricordano Cinquantuno poesie e una lettera (a c. di P. U. Dini, "In
forma di parole", a. 23, n. 1, Bologna 2003) e l'antologia Ventisei poeti
lituani (a c. di P.U.Dini, Bologna, "In forma di parole" 2005),
da cui sono tratte le poesie qui presentate.
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