Strappo
Ubax Cristina Ali Farah
Nel gruppo di donne.
Sono di madre europea,
questo mi distingue.
Un'adolescente snodata.
Sulla sabbia, in mezzo alle coetanee,
cado giù in spaccata.
Attenta che ti strappi!
Goccerai sangue. Ceeb.
Non troverò marito.
Non sono pura, chiusa, bella.
Quelle piccole labbra pendenti,
sono brutte. Caado.
Xiran così orgogliosa,
al centro di tutti.
Le gambe immobili,
un fiore sul pube,
un abito largo.
Sarò mai presa anch'io dai venti?
Aliti insani che risalendo le viscere
Mi penetreranno i pensieri?
Insetti prenderanno la mia mente?
Un segno sul mio corpo,
mi scompenserà?
Ci laviamo con le altre donne.
I miei figli sono i loro figli.
Voglio tenere insieme tutti i pezzi.
Indossare l'abito con le altre.
Senza di loro, vecchie ed adolescenti,
storpie e bellissime, bianche e nere,
io non esisto.
Sono donna finché loro esistono.
Ubax Cristina Ali Farah è nata a Verona nel 1973 da padre somalo e madre italiana.
È vissuta a Mogadiscio dal 1976 al 1991, quando è stata costretta a fuggire a causa della guerra civile scoppiata nel paese. Si è trasferita per alcuni anni a Pècs, in Ungheria, e in seguito a Verona. Dal 1997 vive stabilmente a Roma, dove si è laureata in Lettere presso l'Università La Sapienza e si è occupata della raccolta di storie orali di donne migranti.
È redattrice dell'Agenzia Migranews, delle riviste di letteratura della migrazione "El Ghibli" e "Caffè", e collabora a "Nigrizia" e "Passaporto". Ha pubblicato racconti e poesie nelle riviste "Nuovi Argomenti", "Quaderni del 900", "Pagine", "Sagarana", "El Ghibli", "Caffè", e in diverse antologie.
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