NON ANCORA
Marina Sassu
Ecco, ora posso guardarlo con la
dovuta attenzione. Mi siedo di fronte a lui. Con affetto,
desiderio, e quasi amore.
Lo accarezzo piano piano.
Ripenso alla prima volta in cui
ne ho sentito parlare. Le prime aspettative di piacere, nate dalle
parole di chi è riuscito a presentarlo in maniera affascinante.
Non importa che altri, prima, lo
abbiano amato. Ora è qui con me, nella sua veste migliore. Con il
suo profumo intatto.
E io sono pronta con tutta me
stessa ad accoglierlo nella mia vita. Il mio tempo sarà per lui,
finché lo vorrà. Le mie mani, la mia mente, il mio corpo.
Quanto durerà questo incontro?
Non lo so. Se si concederà facilmente o si farà scoprire
lentamente: in questo interrogativo risiede il suo fascino. Ed io
adoro, ogni volta, lasciarmi andare in questa corrente, il cui
fluire non mi è dato distinguere fino in fondo. Se sono io che lo
avvolgo, al punto da considerarlo una parte di me, lume che mi
permette di vedere gli angoli bui, difficili o dimenticati, ma
già miei. Oppure, se è lui che, attraverso le sue parole, le sue
narrazioni, le sue suggestioni, si impossessa di me, modellando,
da un blocco di materia viva, una forma rigenerata.
Ma non è solo. Lo segue un
amico, arrivato con lui perché‚ chiamato da Alessandro.
Provo ad osservarlo. Sembra
attraente, fin dal primo sguardo.
Gli vado incontro. In vita ha una
bella fascia rossa.
La prima immagine è così
affascinante! E continuerà ad essere lontano da chi lo ha
chiamato ancora per alcuni giorni.
Visto che sarà mio ospite potrei
provare a intrattenermi con lui.
Le mie mani sarebbero pure, e
lievi i miei movimenti. Solo i miei occhi gli sarebbero rivolti,
lasciando che sia lui ad agire.
La tentazione si fa sentire.
Cedere diventa necessario. E sia!
Lo apro delicatamente. Mi
avvicino, con grazia e rispetto.
Sembra concedersi. Ma il suono
che giunge ai miei pensieri è duro. Mantiene le distanze. Ma io
non sono tipo da indietreggiare di fronte al primo ostacolo. Sono
pochi quelli che mi mettono in fuga.
Mantengo la mia posizione. E lui
fa altrettanto. Mi si rivolge con fermezza, ma non con astio.
Sembra dirmi: - Non è il momento. Tu non mi aspettavi e io sono
qui per caso, lo sai, appartengo a un altro.
E' vero. E' l'unica cosa che
vuole comunicarmi.
Invece, le sue parole, chiare,
non riesco a comprenderle.
Ora la sedia sembra non volermi
più accogliere. Sento le mie mani impotenti. Non riescono ad
opporsi al libro. Questo mi respinge, vuole allontanarmi da lui.
Esige che lo lasci.
Mi ostino a resistere. Ancora,
un'altra riga. Ancora, almeno fino al punto.
Torna all'attacco, con più
vigore di prima. Adesso sa dove colpirmi. Mi prende alle spalle.
Mi ferisce allo stomaco. Mi stringe la testa. E la mia mente non
ce la fa proprio a comprendere le sue parole.
Cosa fa? Le cancella.
Ci riprovo. Le cancella di nuovo.
Sbattuta fuori dalle sue pagine,
sono costretta ad accettare il suo rifiuto.
Non mi appartiene, ora.
Non mi vuole, ora.
Esco sconfitta da questa
battaglia.
Ma gli rendo l'onore che merita.
Ci rincontreremo, su un altro
campo, ad un'altra ora.
Vivo a Roma, dove sono nata 43
anni fa. Ho una figlia di 12 anni, un compagno e lavoro nella
pubblica amministrazione. Sono laureata in Scienze Politiche e ho
un dottorato in storia economica. Presso la scuola di scrittura
"Omero", nel 1998-99, ho seguito un corso di formazione
editoriale e, nel giugno 2000, una full immersion di scrittura
creativa. A aprile 2000 sul sito di “Omero” è apparso un mio
racconto, L'ascoltatore. Da ottobre 2000 collaboro per la
narrativa con la redazione di “Omero” (rubrica Omeriche
Visioni). Hobby: amici, cucina, cinema, viaggi, musica.
Desideri: leggere e scrivere, senza limiti di tempo.
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