DICAS  
LEI SARÀ UN VEGGENTE
LA CONNESSIONE HOUSTON-RIAD
L'AMMANCO DI FELICITÀ
L'IMBROGLIO E IL TESTO
VENT'ANNI DOPO
QUESTIONI DELICATE
ESERCITANDOSI A MORIRE
LO SCONOSCIUTO CHE PORTIAMO CON NOI
ATTIVITÀ DI RISCHIO
CON GLI OCCHIALI
IL TERREMOTO CHE ACCADRÀ
L'ARTISTA E LE DONNE
L'AMORE MATERNO

 

LEI SARÀ UN VEGGENTE

In Francia da oltre vent'anni, lo scrittore cinese Dai Sijie ha pubblicato l'anno scorso il suo secondo romanzo, Il complesso di Di, che si è aggiudicato qualche mese fa il premio Femina. Per condannare l'ideologia del suo paese d'origine, Sijie ha fatto ricorso a un valore strettamente occidentale: la psicanalisi freudiana. "Volevo creare questo personaggio: il primo psicanalista cinese", ha detto in un'intervista al sito francese Delirium. All'inizio del libro, Sijie ironizza sul contrasto tra Oriente ed Occidente da questo specifico punto di vista: lo psicanalista Muo, tornato da poco dalla Francia , cercando di spiegare il suo mestiere a una commessa cinese si presenta come "un interprete dei sogni". L'affermazione, strana per la donna, alla fine è da lei tradotta in un'espressione del senso comune: "Allora lei sarà un veggente". E il lettore capisce quanto è difficile il compito che Muo si è assegnato.

LA CONNESSIONE HOUSTON-RIAD

È uscito poco fa negli USA un libro che sarà sicuramente un rinforzo alla tesi che il regista Michael Moore presenta nel suo documentario vincitore a Cannes. Si tratta di Casa Bush, Casa Saud, un saggio che rivela i rapporti segreti tra le due più potenti dinastie del mondo: la famiglia Bush, del Texas, e la famiglia reale dell'Arabia Saudita. Dice l'autore, Craig Cluger: "Il rapporto tra queste due famiglie aiutò ad innescare l'Età del Terrore e ha dato origine alla tragedia dell'11 Settembre". La storia inizia negli anni '70, quando l'élite saudita arriva a Houston e investe fior di petrodollari nell'economia locale. Membri della famiglia Bin Laden erano tra quelli che hanno stabilito contatti più che ravvicinati allora con i membri della famiglia Bush".



L'AMMANCO DI FELICITÀ

Roberto Benigni nella cerimonia di consegna dei David di Donatello 2004:
"Gli artisti sono forse più responsabili dei politici, perché i terroristi vogliono distruggere non l'Occidente, ma l'Oriente, che è una terra e una cultura meravigliosa". E poi: "Quando sono in crisi il cinema, l'arte, la pittura vuol dire che non stiamo bene di salute. Quando c'è un ammanco di felicità, che solo i sogni possono dare, accadono le guerre. Bisogna essere grati a chi ci dà questo apporto di felicità, ed è importante essere qui perché la guerra è proprio il contrario dell'arte, la guerra è stupida e volgare, l'arte è poesia e vola più alta di tutte".


L'IMBROGLIO E IL TESTO

"Si scrive per essere diversi. Chi imbroglia scrivendo, rimane ciò che comunque è." Questa è una delle massime sulla scrittura che Elias Canetti ha presentato nel suo ultimo libro di riflessioni: Un regno di matite.


VENT'ANNI DOPO

Nel romanzo 1984, di George Orwell, sulla facciata della piramide di cemento, sede del Ministero della Verità, erano stampati i tre slogan del Partito: "La guerra è pace - La Libertà è schiavitù - L'ignoranza è forza". Non sembra di evocare qualcosa di molto più attuale?.



QUESTIONI DELICATE

Armance rappresenta l'esordio di Stendhal nel romanzo. Lo pubblica nel 1827, quando già aveva superato i quarant'anni, e fino ad allora aveva scritto soltanto testi sulla musica (o sulla vita di compositori: La vita di Haydn, La vita di Rossini, La vita di Mozart) e altri che, in un modo o nell'altro, parlano dell'Italia. Aveva pubblicato anche Racine e Shakespeare e Dell'amore. Probabilmente derivato da quest'ultimo, Armance è un libro sull'amore, o meglio, sulla sua impossibilità. I protagonisti, come posteriormente quelli di Il rosso e il nero e La certosa di Parma, sono anime nobili, ma in questo primo libro anche molto delicate. Si potrebbe dire che la "delicatezza" è presente in ognuna delle sue pagine.
Stendhal non chiarisce mai la vera causa che rende impossibile la realizzazione dell'amore tra Octave e Armance, dal momento che non sono ostacoli esterni - sociali o economici - a vanificarlo. L'impossibilità deriva piuttosto dalla natura fragile del protagonista. La chiave per la comprensione del "segreto" di questo romanzo di Stehdhal si trova al di fuori di esso: lo si può capire solo a partire da una lettera inviata dal suo autore a Prosper Mérimée molti anni dopo la conclusione. Non lo rivelerò qui, e posso aggiungere che tutte queste vie indirette, e i sotterfugi, fanno parte della "delicatezza" dell'argomento, che nasconde forse quello che al suo tempo era considerato un comportamento inaccettabile.



ESERCITANDOSI A MORIRE

Iosif Brodskij, in Fuga da Bisanzio, scrisse che "un'opera d'arte vorrebbe sempre sopravvivere al suo autore. Si potrebbe dire, parafrasando il filosofo, che scrivere poesia è un modo, anch'esso, di esercitarsi a morire. Ma, a parte la pura necessità linguistica, ciò che spinge a scrivere non è tanto una preoccupazione per la caducità della propria carne quanto l'impulso a salvare certe cose del proprio mondo - della propria civiltà personale, della propria continuità non-semantica. L'arte non è un'esistenza migliore, ma è una esistenza alternativa; non è un tentativo di sfuggire alla realtà, ma il contrario, un tentativo di animarla. È uno spirito che cerca la carne ma trova parole."



LO SCONOSCIUTO CHE PORTIAMO CON NOI

Questo brano poetico, scritto da Marguerite Duras e tradotto per Sagarana riflette la sua visione del senso della scrittura: "Scrivere / Non posso. / Nessuno può. / È necessario dire: non si può. / E si scrive. / È lo sconosciuto che portiamo con noi: scrivere, / è questo ciò che si raggiunge. / Questo o niente."



ATTIVITÀ DI RISCHIO

Margherite Duras sulla letteratura: "Il suo compito è quello di rappresentare l'illecito, deve essere scandalosa: tutte le attività dello spirito, oggi, devono avere a che fare con il rischio".



CON GLI OCCHIALI

Un libro indispensabile: la raccolta di racconti dello scrittore ebreo russo Isaac Bábel L'armata a cavallo, pubblicato con l'aiuto di Massimo Gorkij nel 1916. Si tratta di un classico del racconto moderno, e il tema della guerra è di grande attualità. In tutto il percorso, brutale, che descrive nei dettagli, l'unica parola di condanna la spende contro se stesso, attraverso la battuta di un ufficiale cosacco, che interpreta la sua "pietà" come puro fariseismo: "Voi, individui con gli occhiali, avete tanta pietà di persone come noi quanto un gatto di un topo". È la condanna dell'intellettuale nel contesto crudo della realtà del conflitto. Per affrontarlo forse è meglio seguire il consiglio di un altro russo, Antón Ceckov, che alla fine dell'Ottocento diceva: "Prima di scrivere bisogna essere freddi come il ghiaccio".



IL TERREMOTO CHE ACCADRÀ

In risposta a una domanda di Robert Melançon, Édouard Glissant dice sulla "creolizzazione" del mondo contemporaneo: "Quando vedo in televisione un terremoto da qualche parte, in un altro paese, in quell'istante non soltanto ho coscienza del terremoto, ma vengo quasi impregnato dalla lingua della gente che ha colpito, dal loro modo di vivere, da ciò che è stato perduto, ecc. Penso immediatamente al terremoto che accadrà nel mio paese. Sono impregnato da tutto ciò e per questo spesso dico che lo scrittore contemporaneo, lo scrittore moderno, non è monolingue, anche se non conosce che una sola lingua, perché scrive in presenza di tutte le lingue del mondo."



L'ARTISTA E LE DONNE

Attraverso il suo personaggio, il giovane aspirante scrittore del romanzo Gioventù, Coetzee afferma che "le donne amano gli artisti perché in loro arde una fiamma interiore, una fiamma che li consuma e nel contempo paradossalmente rinnova tutto ciò che tocca."



L'AMORE MATERNO

Romain Gary, scrittore francese del Novecento, ora giustamente rivalutato, ha lasciato diverse sue interviste registrate su pellicola cinematografica. In una di esse, parlando dell'amore materno dei cui eccessi e amorosa oppressione era stato vittima, Gary esprime un commento che può fare le gioia di uno psicanalista: "Non è una bella cosa essere tanto amato mentre si è ancora così giovane, e così presto; questo può creare cattive abitudine. Uno comincia a credere che un tale amore esiste anche da altre parti, che sarà possibile ritrovarlo più tardi. Con l'amore materno, quindi, la vita ti fa una promessa che non potrà mai mantenere. E così dovremo mangiare un piatto freddo per il resto dei nostri giorni. Ti sei imbattuto nella fontana troppo presto, e l'hai bevuta tutta. Quando la sete ritornerà, non ci sarà più nessuna acqua, non ci saranno altro che miraggi."


       Copertina.