LA LAVAGNA DEL SABATO -
11 ottobre 2003
COME TANTI CAVALLI
Giovanni
Choukhadarian
Pubblicato
in Brasile nel 2001, “Come tanti cavalli” (“Eles
eram muito cavalos”), ha vinto il premio Machado de Assis,
quanto dire la più importante riconoscenza letteraria
del suo paese. L’esito ha sorpreso per primo Luiz Ruffato,
il suo autore, che in una delle sue rare interviste aveva dichiarato: “Ero
nato per fare l’operaio”. In realtà il romanzo,
che giunge ora in Italia nella vertiginosa traduzione di Patrizia
Di Malta, si inserisce a pieno titolo in una categoria coniata
con grande fortuna da Franco Moretti, quella delle opere-mondo.
E’ d’altronde l’obiettivo esplicito di Ruffato
che racconta scompigliando le strutture del romanzo non già per
il gusto della provocazione ma perché, è ancora
una sua dichiarazione, “quello che mi affascina è la
traiettoria dell’essere umano nel tempo e nello spazio,
la sua complessità e i suoi limiti”. Tempo della
narrazione e tempo del racconto sono continuamente giustapposti,
la narrazione è insieme intra ed extradiegetica, la
sovrapposizione delle voci crea una polifonia che rifiuta le
regole da Conservatorio.
Che cosa succede a San Paolo il 9 maggio 2000? Niente di particolare,
risponderebbe uno qualsiasi degli abitanti della sterminata metropoli.
Solo milioni di persone, che come tanti cavalli, portano avanti
la dura vita della città tentacolare.
Se c’è un protagonista, è la città di
San Paolo, la più grande metropoli del Sud America, e
una della più popolate del mondo, colta nel suo tratto
insieme più superficiale e più profondo: quello
del caos. Dice d’altronde ancora Ruffato: “Il compito
dello scrittore è confondere e confondersi”. Come
ogni composizione plurivocale, anche “Come tanti cavalli” rivela
una scelta politica chiara. Il tourbillon incessante di personaggi
e storie riguarda la gente comune, quelli che si incontrano per
strada e ai quali neppure si fa caso. Patrizia Di Malta, traduttrice
e grande esperta della nuova letteratura brasiliana, restituisce
il caleidoscopico collage di Ruffato usando una tavolozza lessicale
vastissima e l’edizione italiana (Bevivino Editore) conserva
le agudezas tipografiche dell’edizione originale. Da James
Joyce a Guimaraes Rosa, molti nomi importanti sono stati spesi
per Ruffato. Li meriterebbe tutti, se non disponesse già di
una sua singolarità di autore che gli permette di sfuggire
all’eterno, stucchevole, gioco dei paragoni.
(Tratto
dalla Newsletter “Pickwick” diel 20 Maggio 2003)
Le "Lavagne del Sabato" finora uscite sono tutte consultabili a partire
da questa pagina di Annamaria Manna, guida nel portale di SuperEva per l'argomento "Scrittura
Creativa".
Basta cliccare sul Link:
http://guide.supereva.it/scrittura_creativa/interventi/2002/07/114216.shtml
Home
Page
|